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Wartsila, c’è l’accordo: produzione garantita fino al settembre 2023, motori sbloccati

È stato siglato nella notte l’accordo tra Wartsila e i sindacati che pone fine al blocco delle consegne dei motori realizzati dal sito di Bagnoli della Rosandra a Trieste. Le associazioni sindacati hanno garantito il ritorno alla normalità del sito produttivo mentre l’azienda, da parte sua, si è impegnata a mantenere gli attuali livelli occupazionali fino al 30 settembre 2023. 

“Firmato nella notte l’accordo Wartsila per garantire la continuità produttiva degli stabilimenti e per monitorare il processo di salvataggio e di rilancio. Questa è la mission del Ministero delle Imprese”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, commentando la sottoscrizione dell’intesa.

“Le attività Dct nello stabilimento di Bagnoli della Wartsila proseguiranno fino al 30 settembre 2023 ed entro questa data l’azienda si impegna a non riattivare alcuna procedura di licenziamento collettivo. È contestualmente avviato un percorso di reindustrializzazione del sito per tutelare i posti di lavoro dei dipendenti della Wartsila e dell’indotto”. Questo il commento dell’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen, dopo la sigla dell’accordo.

L’accordo tra Wartsila e i sindacati

Secondo quanto stabilito, il sito produttivo tornerà alla normalità, mentre Wartsila manterrà gli attuali livelli occupazionali fino alla fine di settembre del prossimo anno. Per farlo potrà utilizzare anche ammortizzatori sociali funzionali ad accompagnare il subentro di un nuovo soggetto nella rosa di soluzioni che il ministero e l’advisor della società hanno presentato in sede di trattativa. A partire dal mese di marzo 2023 viene previsto l’uso di contratti di solidarietà per gestire il calo delle commesse legato all’abbandono del sito produttivo da parte di Wartsila. In parallelo, la società si è impegnata ad investire 5 milioni di euro di fondi propri nello sviluppo dell’area R&D e Service che rimarrebbe, nei piani di Wartsila, a Trieste anche in seguito all’abbandono delle attività di produzione.

Il commento dei sindacati

“La società, il ministero delle Imprese e del Made in Italy, e i rappresentanti della Regione Friuli Venezia Giulia hanno messo per iscritto la propria volontà di accompagnare il percorso di reindustrializzazione con una serie di momenti di confronto presso lo stesso Mimit. Il primo di questi è previsto a marzo 2023. Con la sigla di questo accordo si va verso una forma di ripresa della normalità. Seppure a tempo determinato. Ora è necessario più che mai che il Governo eserciti il proprio ruolo per fare in modo che le possibilità di reindustrializzazione diventino certezze. Chiediamo un piano industriale credibile che sia un elemento di garanzia per l’occupazione e la tenuta industriale del territorio”, ha commentato il segretario della Uilm Uil di Trieste e Gorizia Antonio Rodà. 

Soddisfatto anche il segretario nazionale della Fim Cisl Massimiliano Nobis: “Riteniamo questo accordo importante per valutare con più tempo le possibili ipotesi di reindustrializzazione. La ripresa dell’attività lavorativa per noi rimane funzionale solo all’obiettivo di trovare una continuità lavorativa con nuova attività industriale che possa valorizzare professionalmente gli attuali 337 dipendenti di Wartsila. Misureremo la volontà della multinazionale nel rimanere nel sito triestino, con parte dell’attuale attività produttiva, dal piano industriale triennale che ci dovranno presentare entro il 31 gennaio. Un accordo quello raggiunto che trova sostengo e garanzia degli impegni presi con le importanti firme di Governo e Regione Friuli Venezia Giulia”.