Si tratta della mamma e dei gestori del circolo dove è avvenuta la tragedia. Nessuno si era accorto che il piccolo si era allontanato e quando è stato trovato era troppo tardi
Ci sono i primi indagati per la morte di Adamo-Malik, il bambino morto a tre anni annegato in una piscina a Roma. Si tratta della mamma del piccolo e dei gestori del centro sportivo della zona di Centocelle dove è avvenuta la tragedia.
Come ricostruisce RomaToday, nessuno si era accorto che il bambino era uscito dalla sala dove la mamma partecipava a una festa ed era caduto in piscina. Il corpo è sttao trovato almeno 40 minuti dopo la caduta. Troppi. Adesso la procura, nel fascicolo coordinato dal procuratore Giovanni Conzo e dopo le prime indagini dei carabinieri, ipotizza l'omicidio colposo.
Sotto indagine ci sono il direttore e il presidente del centro sportivo di Centocelle, per questioni riguardanti la sicurezza dell'impianto, ma anche della mamma del piccolo. Una prassi per consentire anche altri rilievi.
La tragedia si è consumata il 28 maggio, poco prima delle 20, nel centro di viale della Primavera. Adamo-Malik era con la mamma e altri amici di famiglia della comunità ivoriana per una festa. Adamo-Malik, secondo le ricostruzioni dei carabinieri della stazione di Centocelle e del nucleo operativo della compagnia Casilina, avrebbe vagato per ore da solo. Stando alle immagini delle videocamere si vede il piccolo allontanarsi e giocare. Il tutto senza controlli. Poi sarebbe finito nella zona della piscina dove è annegato. I titolari del centro sostengono di aver chiesto invano alla famiglia di vigilare sul bambino.
Le indagini chiariranno le eventuali responsabilità e la dinamica della tragedia. Utili informazioni potranno arrivare dall'autopsia, per capire quanto tempo è passato effettivamente tra la morte del piccolo e il ritrovamento del corpo.
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