Anni fa, quando furono introdotti prima il codice di avviamento postale e, di lì a poco, il codice fiscale, una parte degli italiani si sentì come schedata e, soprattutto, più controllata. Quest’ultima sensazione provocò l’insorgere di situazioni tragicomiche quando alcune persone, richieste del C.F. per gli usi che la macchina pubblica aveva stabilito necessitasse subito, si sentirono addirittura offesi e lo diedero platealmente a vedere. Fu riportato dai quotidiani che una donna non più giovane, dimorante nel contado, recatasi dal medico del villaggio, all’epoca definito condotto, fu da questi richiesta di quel codice. Rabbuiandosi in viso, la signora extraurbana si avviò rapidamente verso l’uscita, avendo giusto il tempo di mormorare che, dopo tanti anni di frequentazione, mai si sarebbe aspettata una richiesta simile da quel medico. L’ episodio non dovette restare isolato, tanto è vero che fu avviata una campagna di informazioni. Essa, con molta appropriatezza, chiedeva retoricamente il perché di tanta meraviglia degli italiani per l’introduzione di un numero identificativo, se era vero che quando essi andavano a comprare un paio di scarpe o un capo di abbigliamento, dovevano dire a chi era preposto alla vendita quale numero di calzata o di taglia fosse quella richiesta. Ritornando velocemente all’attualità, sará bene fissare uno spartiacque tra quanto accadeva prima dello scoppio della pandemia e l’attualità. All’epoca della presa d’atto che il primo coronavirus era atterrato nel Paese, immediatamente quanti erano deputati alla tutela della salute degli italiani si diedero da fare comunicando con ogni mezzo, probabilmente più di quanti occorressero realmente e creando così confusione, quali fossero i numeri, ovvero la traduzione in cifre e quindi in percentuali, del dilagare dell’ infezione. Sarà stato per eccesso di prudenza, presumendo sempre la buona fede, fatto sta che si compì sia troppo che troppo poco per contrastare quel killer microscopico. Con buona probabilitá ciò accadde proprio per la manipolazione che subirono le cifre. Al momento può essere di aiuto usare al meglio cifre e percentuali, nonché definizioni come “a breve” o “quanto prima”. Tanto perché sia per i bilanci aziendali che per quelli familiari c’è il pericolo concreto che possa partire una scintilla. Poichè la voce di bilancio che toccherà maggiormente per i prossimi due mesi gli italiani sará il gas, seguito a ruota da benzina e gasolio, la possibilità di un incendio, anche se solo di tipo sociale, è ancora concreta. I risultati che hanno ottenuto la Premier Meloni è il Presidente De Scalzi nella loro recente campagna d’ Africa, fa senz’altro legittimare a ai due cacciatori di gas il diritto di comunicare al popolo qualcosa che può essere riassunto in: “veni, vidi, vinci”. In una situazione non esasperata da carenza di prodotto e suoi alti costi, nel Paese come nella EU, si potrebbe tirare un sospiro di sollievo. Invece ci sará da attendere per almeno un altro inverno prima di poter allentare il freno all’ uso più che parsimonioso di ogni combustibile fossile, attualmente ben tirato. In questo caso l’uso attento dei numeri è riferito ai tempi, quindi alle date. Esistono altri usi per così dire imprudenti delle cifre e non sono certo di giovamento alla causa. È quella di far risalire il tenore di vita degli italiani, permettendo loro di tendere di nuovo verso uno di standard europeo. Tenendo presente che la recessione mondiale, anche se ufficialmente non si è presentata, ha certo mandato in avanscoperta alcuni suoi scout. Uno dei più valido a riportare tra di essi è il diminuito potere di acquisto della popolazione in genere, stante l’aumento sostanziale del prezzo di ogni tipo di bene, senza escludere quelli di prima necessità. È a questo punto che si manifesta la imprescindibile necessitá di una gestione più che accorta dei numeri che rappresentano il fenomeno,
sia che si tratti di valori assoluti che di analoghi percentuali. Volendo con ciò intendere che è agevolmente comprensibile che una percentuale alta di un valore contenuto resti bassa e, viceversa, una percentuale bassa di un valore consistente, dia un risultato anche esso alto. Altro approccio da usare con le percentuali è quella di porre la massima attenzione nel confrontare le variazioni in aumento e quelle in diminuzione. Man mano che il divario tra le cifre da mettere in relazione aumenta,
altrettanto fanno i valori percentuali che quantificano lo stesso. Quindi, se il prezzo del gas, usando per semplicità numeri tondi, sale da 100 a 120, l’incremento sará stato del 20%. Se, questo è l’augurio, ritornerà al valore iniziale, la percentuale di variazione in diminuzione sarà del 16,7%. Minore, quindi di quella di partenza. Da considerare che i redditi nel Paese, soprattutto quelli da lavoro dipendente, nello stesso periodo non hanno avuto alcuna crescita o quasi. Quindi l’attenzione da porre non è solo sulla veridicità, quindi sulla fonte, dei valori numerici, ma anche sulla loro elaborazione. Tenendo presente che anche dire di aver bevuto mezzo bicchiere di vino assume un significato univoco, quindi confrontabile, solo se si conosce il contenuto di quel contenitore pieno. Anche se di questi tempi c’è poco a cui si possa dedicare un brindisi..
Tue, 31 Jan 23 13:37:46 +0000
Numeri da adoperare con cura
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