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Addio a Paola Grott: l'artista aveva 71 anni. Cossali: ''La storia della sua pittura? Tante le tappe dentro il suo lungo e appassionato viaggio verso la poesia della visione''

TRENTO. ''La storia della pittura di Paola Grott è stata una storia complessa, tante le tappe dentro il suo lungo e appassionato viaggio verso la poesia della visione''. Così scrive il critico d'arte Mario Cossali in un suo contributo per ricordare Paola Grott scomparsa all'età di 71 anni. Artista a tutto tondo Grott nasce a Trento frequenta l’Istituto d’Arte A. Vittoria e si trasferisce in seguito a Milano per frequentare l’Accademia di Belle Arti di Brera dove si diploma al corso di Pittura nel 1974 con Domenico Purificato. Sulla pagina a lei dedicata dalla ''Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente'' si legge che ''inizia l’insegnamento di Discipline Pittoriche e continuerà a frequentare lo studio del maestro fino al 1984: l’incontro determinerà sulla sua personalità un forte impatto culturale, umano e pittorico ponendo le radici per una costante ricerca di linguaggio. Nel 1987 frequenta per un breve periodo lo studio di Salvatore Fiume che darà una precisa svolta coloristica al suo lavoro. Realizzerà poi col maestro un dipinto a quattro mani dal titolo “Isola del Sogno” che sarà esposto nel 1988 alla Galleria Santerasmo di Milano''.

Poi una carriera lunghissima e di altissimo profilo per un'arte conosciuta e apprezzata ad ogni sua esposizione. Molte delle sue mostre hanno fatto tappa anche in Trentino soprattutto tra Rovereto, la Vallagarina e Trento. ''Una riflessione attraverso dipinti di grande formato incentrati sul tema del bosco - prosegue il sito della Società - ciclo di lavoro dal titolo “Blu profondo”, inteso come paesaggio interiore, ma anche come rilettura di luoghi di territorio del Trentino, si pone come soggetto della mostra presso lo Spazio Klien del Comune di Borgo Valsugana nel 2008''. Questa estate la personale ''Solo Tracce'' a Piazzo di Segonzano e all'Atelier Eventi, in via Portici 1 a Rovereto Frammenti di tempo, la collezione “Carte volanti”.

''C’è il tema della figura umana che s’intreccia con la natura - scrive per raccontarla, invece, Mario Cossali - il tema dell’architettura, il tema della finestra e del confine, ci sono i temi legati ai miti e agli archetipi. Ci sono tanti luoghi che si sono succeduti in questi sentieri ininterrotti, mai giunti a destinazione e ininterrotti perché continuavano ad avanzare comunque. Di fronte alle opere pittoriche di Paola Grott dobbiamo fermarci soprattutto sul colore, il colore come mezzo e messaggio. Il colore che è venuto via via emergendo nel suo lungo viaggio creativo è un colore che è diventato lingua onnicomprensiva''.

''Non si tratta di pittura concettuale - prosegue il noto critico d'arte - è una pittura fatta di lacrime e sangue, di carne e sangue, è una pittura carica di emozioni. Il colore porta con sé aspettative e nostalgie, è un colore carico sia di memoria come di attesa, il colore che trovate anche nelle sue ultime composizioni esposte recentemente a Rovereto. La pittura di Paola Grott è una pittura che intriga il nostro pensiero, il nostro giudizio, diciamo anche che c’è stata, nel corso degli anni, un’accumulazione di pensiero, ma senza mai togliere alla pittura la sua autonomia, la sua carica conoscitiva. Siamo di fronte ad una pittura che può dare adito a tanti viaggi della mente, tanti viaggi dello sguardo anche in noi che la guardiamo attenti, anche in noi che restiamo a terra, come direbbe il poeta, c’è la possibilità di guardare Esterina, che si tuffa nel mare e quindi oggi che ci ha improvvisamente lasciati c’è ancora la possibilità di contemplare questo viaggio e di sentircene in qualche modo non solo interpreti, ma anche tragicamente compagni''.