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Sgarbi indagato, l’accusa: deve 715mila euro al fisco. Lui:”Non mi dimetto”. Giorgia Meloni si riserva di decidere

ROMA – Al ministero della Cultura scoppia il caso Sgarbi. Sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. È il reato che la Procura di Roma contesterebbe al sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, per un episodio che risale al 2020. Il M5S presenta mozione di revoca. Lui smentisce, annuncia querele e assicura: “Non mi dimetto”. Ma il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha già inviato la documentazione all’Antitrust tramite gli uffici del MiC e oggi, 25 ottobre 2023, ha assicurato: “La questione è ‘all’approfondimento'”. Spetterà anche alla premier Giorgia Meloni farlo, non appena possibile.

Intanto c’è da registrare che non risulta nessuna inchiesta della procura di Roma sulle consulenze affidate nel 2022 e nel 2023 al Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. Nelle prossime settimane invece al critico d’arte verrà notificato l’avviso della conclusione delle indagini preliminari per l’inchiesta che lo vede indagato per la presunta sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, scaturita dall’acquisto di un quadro all’asta effettuato da Sgarbi a ottobre del 2020. L’Agenzia delle Entrate avrebbe stimato imposte non pagate per circa 715mila euro. 

Per quanto riguarda il caso in cui Vittorio Sgarbi avrebbe percepito da inizio anno, per le sue attività extra politiche, sostanziosi emolumenti riscossi – direttamente o attraverso società intestate al suo principale collaboratore Antonino Ippolito e alla storica fidanzata Sabina Colle – per conferenze, inaugurazioni, lezioni magistrali, il sottosegretario ha diffuso una nota in cui spiega che tutto parte dalla “violazione fraudolenta di due account di posta elettronica in uso alla mia segreteria, una lettera anonima inviata a istituzioni e giornali complice delle falsità in essa contenute spacciandole per fatti, getta discredito sul mio operato e su quello dei miei collaboratori, con irreparabile pregiudizio sotto il profilo professionale e umano”.

Violazioni confermate dal responsabile della segreteria Antonino Ippolito che si è accorto avendo ricevuto una notifica sul pc di una comunicazione non fatta dalla segreteria. Nel materiale spedito ai media c’era un ampio dossier contenuto nell’account, contratti compresi. Nella nota Sgarbi respinge tutte le accuse sulla vicenda Fondazione Principe Pallavicino, sulla Pro Biennale, sui rimborsi, sull’utilizzo del mezzo navale e sulla missione del 15 maggio 2023 ad Arpino. Tutto dettagliato.

Intanto l’Antitrust ha ricevuto la documentazione inviata dagli uffici del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, in merito alla vicenda, e l’Autorità ha iniziato l’esame dell’intera documentazione ricevuta. Raggiunto in Transatlantico dai cronisti, Sangiuliano si è limitato a riferire: “Da tre giorni non lo sento e non gli mando messaggi. La questione è all’approfondimento, mi volete dare qualche giorno per approfondire?”.

La questione però ha anche i suoi risvolti politici, con il M5S che ha subito presentato alla Camera una mozione di revoca dell’incarico da sottosegretario per Sgarbi. Dal pentastellato Antonio Caso, arriva anche la richiesta di un’informativa del ministro della Cultura. Alla richiesta di informativa del ministro si è associato il Partito democratico.   

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