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Addio Olimpiadi a Pinè e la Provincia aumenta il personale per i Giochi, Zeni: ''Scelta surreale dopo il tonfo peggiore di sempre: si rischia un danno erariale?''

TRENTO. "Meno Giochi olimpici ma più personale coinvolto nell'organizzazione della kermesse". Questo il commento dell'ex assessore Luca Zeni (Partito democratico). "E la scelta dei tempi è stata surreale: la delibera è stata firmata nello stesso giorno della rinuncia della sede di gara a Baselga di Pinè". 

Dopo aver perso gli sport del ghiaccio a Pinè, la Provincia ha deciso di aumentare il personale dedicato all'organizzazione delle Olimpiadi in Trentino: due persone in appoggio al dirigente generale. Sembra quasi un paradosso ma la Giunta Fugatti, proprio mentre subiva la clamorosa debacle politica di dover rinunciare alla più importante delle opere olimpiche sul territorio, il palazzetto del ghiaccio di Piné, si riuniva e votava l'istituzione di due nuove figure proprio per seguire al meglio la questione Olimpiadi (Qui articolo).

Una rinuncia arrivata dopo settimane di rumors ma, soprattutto, dopo un parere "confidenziale" del Cio; un documento datato a ottobre con il Comune di Pinè che ha votato il progetto di profondo restyling del palazzetto a novembre, con le rassicurazioni dell'assessore Failoni presente a quell'appuntamento, e con la Provincia che ha stanziato 55 milioni per l'opera. Poi la marcia indietro nelle scorse settimane con l'ufficializzazione della rinuncia alle gare (Qui articolo).

Al netto del contesto economico e delle difficoltà, le tempistiche non tornano e sembra esserci stato un approccio politico che è apparso superficiale nel trattare quello che è comunque un grandissimo evento sportivo. 

"La vicenda di Pinè, per come è stata gestita, per la leggerezza di qualche decisore pubblico e per le manovre sotterranee del Cio, che aveva 'bocciato' la proposta pinetana ben molto tempo prima delle avvisaglie registrate qualche mese fa, si è rivelata un 'tonfodella politica trentina da sempre", dice Zeni. "Nel volgere di poche ore, la grande credibilità di questa terra e delle sue organizzazioni è stata consumata sull’altare dell’incapacità, dell’incompetenza, dell’irresponsabilità, dell’arroganza e del pressapochismo più palese e così da territorio indicato sempre per qualità e serietà, siamo diventati la barzelletta nazionale più amara".

Ma a fronte di una grande sconfitta del Trentino con un mix di incapacità e di approssimazione, la Provincia ha ampliato la dotazione organica per le Olimpiadi. E proprio nel giorno del dietrofront. Si tratta, si legge nella delibera, di una ''unità di missione semplice Olimpiadi invernali 2026 – area amministrativa/organizzativa''. I cui compiti sono: ''supportare il Dirigente generale incaricato del coordinamento dell’evento olimpico del 2026 e di assicurare le funzioni di supporto e di segreteria del Coordinamento provinciale per le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2026''.

Poi c'è ''l’Unità di missione semplice Olimpiadi invernali 2026 – area tecnica, ha la funzione di supportare il Dirigente generale incaricato del coordinamento dell’evento olimpico del 2026, di garantire le funzioni di supporto tecnico al Coordinamento provinciale per le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2026 e di assicurare le funzioni tecniche finalizzate a promuovere uno sviluppo armonico dei territori che ospiteranno l’evento''.

"Non contenta di aver procurato questo danno di immagine difficilmente rimediabile - aggiunge Zeni - la Giunta provinciale, in un gioco decisamente surreale, approva lo stesso giorno della rinuncia una delibera istitutiva di due figure preposte a occuparsi di una programmazione profondamente impoverita perché priva di una parte importantissima della sua 'mission'. Certo rimane qualcosa a Predazzo (salto) e Tesero (sci da fondo), ma comunque non tale da esigere l’istituzione di nuove figure professionali all'interno dell’Amministrazione provinciale".

Da qui l'interrogazione depositato dal consigliere provinciale del Pd per chiarire le mansioni delle due nuove figure professionali a fronte di una riduzione dell'impegno per la rinuncia alle gare di Pinè. "Ma è necessario capire anche quante e quali unità di personale provinciale, a tutt’oggi, sono state assegnate alle attività relative alle Olimpiadi invernali 2026 e quali attività ricoprono. E se la Provincia non ritiene di dover revocare la delibera in quanto non ci sono più le ragioni minime per sostenere il documento, anche perché ci potrebbe essere un danno erariale nel mantenimento delle disposizioni", conclude Zeni.