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Al via il corso: ecco i segreti per diventare future Mary Poppins

Un corso per diventare future Mary Poppins. Nei giorni scorsi è terminata la parte di studio e ora le dieci corsiste, donne tra i trenta e i sessant’anni, saranno ‘saggiate’ in stage da altrettante famiglie aresine. L’idea di portare le moderne Mary Poppins ad Arese è venuta a Rita Loner Zecchel, nota imprenditrice aresina, ha fondato il circuito dei nidi famiglia Happy Child (a Milano ne gestisce solo lei una trentina) e nel 1991 la Cooperativa Geis, oggi una grande scuola paritaria con asilo, elementari e medie ubicata nella frazione di Valera. Rita Loner Zecchel dà lavoro a qualcosa come centosettanta maestre.

E’ quindi una vita che Rita lavora con le donne e per le donne. O forse sarebbe meglio dire con le mamme e per le mamme. Con la crisi pandemica, Rita ha assistito sul territorio a un peggioramento delle condizioni sociali di molte persone e ha così deciso di scendere in campo.

Arese, un corso per future Mary Poppins: parla l’imprenditrice Rita Loner Zecchel

“Io – racconta – ho fatto l’imprenditrice per tutta la vita e nell’ambito della Cooperativa Geis ho una funzione dirigenziale. Mi sono detta: . Essendo in rete con diverse realtà che si occupano di fragilità sono venuta a conoscenza dell’esistenza di diverse persone che hanno bisogno di aiuti. E non parlo solo di Arese, ma anche dei comuni a noi limitrofi. Si tratta di persone che non hanno lavoro o lo hanno perso. In particolare, molte di queste persone sono donne straniere con sì il permesso di soggiorno, ma molto precarie”.

Il volontariato si è reso necessario anche perché nell’estate Banca Intesa aveva emesso un bando che stanziava fondi per l’organizzazione di corsi per il lavoro delle persone svantaggiate cui Rita aveva partecipato. La banca però tardava a dare una risposta e Rita, troppo motivata per aspettare a lungo, è partita con le sue amiche. Una dottoressa sua amica, un infermiere, diverse insegnanti della scuola Geis, una cuoca e addirittura l’insegnante per il galateo della tavola, come servire le pietanze, come avere cura del guardaroba, delle pulizie della casa, ma soprattutto dei bambini e degli anziani.

Tutti gli insegnanti – racconta Rita – sono stati entusiasti di prendersi questo impegno. Per le corsiste, io non ho fatto selezione. Mi sono affidata alle associazioni Caritas e San Vincenzo che mi hanno segnalato le persone da contattare e abbiamo formato un gruppetto di dieci mamme. Devo dire che io sono rimasta veramente colpita dal livello di queste persone, perché data la situazione mi ero immaginata che fossero meno in gamba di come invece si sono rivelate. Solo una è italiana. Le altre sono originarie dei paesi dell’Est, o del Sudamerica o dell’Africa. Ma quasi tutte hanno dei bei titoli di studio e delle professioni che hanno dovuto lasciare ne loro paese.

Qualcuna ha delle situazioni familiari difficili e questo ha impedito loro di fare altro. Ma ora hanno voglia di mettere la marcia. Strada facendo ne è mancata una sola. Con tutte le altre abbiamo portato avanti il corso fino adesso con grande attaccamento e gioia da parte loro. Tutte le altre hanno terminato le settanta ore del corso e iniziano le trenta di stage presso le famiglie. A quelle che avevano voglia di avere una macchina da cucire gliela abbiamo regalata perché a loro volta vogliono insegnare alle figlie”.

“C’è un risveglio. A tutte coloro che hanno frequentato il corso per l’ottanta per cento delle lezioni, abbiamo donato un buono per la spesa di cento euro. Ma la chicca migliore è questa: abbiamo scritto ad altri genitori della scuola Geis per conoscere se erano interessati ad accogliere le corsiste a casa loro per lo stage. Ci hanno risposto davvero in tanti, dandoci pure la disponibilità di un’eventuale assunzione con un regolare contratto di lavoro. Noi del resto ci siamo anche informati sui bisogni delle famiglie. E allora per esempio una coppia di architetti, mamma e papà, che lavorano a piano terra e sopra hanno la casa ci hanno fatto sapere che erano interessati a una figura che andasse a prendere i bambini a scuola, li curasse per due o tre ore, che preparasse il pranzo e o la cena e così via”.

La figura che esce dal corso pilota di Rita è una figura multidisciplinare. Non una domestica. Una governante, appunto. In grado di occuparsi della casa in tutto e per tutto e della cura dei bambini e degli anziani. E, volendo anche un biglietto da visita per il sociale di Arese formato da molti imprenditori, dirigenti e professionisti. “Mi rendo conto – dice Rita – che la nostra è una goccia nel mare e che non possiamo pretendere di aver risolto tutti i problemi delle persone. Ma speriamo di aver dato una prospettiva. Un lumicino”.
Ombretta T. Rinieri
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