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Alla Banca d’Italia potrebbe essere arrivato il momento di Panetta

Fabio Panetta dovrebbe diventare il prossimo governatore della Banca d’Italia. Sarebbe il membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea il successore più probabile di Ignazio Visco, che ieri ha presentato la consueta relazione annuale con le considerazioni finali del suo incarico, che scade a ottobre. Giorgia Meloni vorrebbe far tornare il banchiere da Francoforte e sta già pensando a un suo sostituto.

L’ultima parte del suo settennato, Visco l’ha affrontata gravato dal peso di dover difendere il buon nome e l’indipendenza di Bankitalia dalle esternazioni del nuovo governo a guida Meloni. Con Giovanbattista Fazzolari che, nelle settimane di accesa diatriba sul contante, arrivò a insinuare che Palazzo Koch fosse al servizio degli interessi privati delle banche. Il rapporto della destra sovranista con la Banca di Via Nazionale non è stato mai dei migliori.

Eppure fu proprio a un uomo cresciuto in quei corridoi che la presidente del Consiglio avrebbe voluto affidare il ministero dell’Economia, ovvero Fabio Panetta. Ma lui, dopo continue insistenze, fece capire che avrebbe preferito restare alla Bce ad aspettare il suo turno. Che arriverà entro il prossimo novembre, appunto.

In realtà, la nomina data ormai per certa potrebbe formalizzarsi anche prima, già entro l’estate. Panetta piace a Meloni, e si è conquistato ancora di più la fiducia della premier e dei suoi fedelissimi quando definì – sempre con garbo – «imprudente» la corsa ad aumentare i tassi della presidente della Bce Christine Lagarde, visto il rischio di compromettere l’economia.

Quando il suo nome fu piazzato in cima alla lista dei graditi per il ministero dell’Economia, attorno a Panetta scattò una sorta di cordone di sicurezza. Per motivare il suo «no, grazie», si disse che serviva una sentinella italiana nel comitato esecutivo di Francoforte. Ma ora che il percorso di salita dei tassi è ormai quasi al suo massimo, il tema si pone con meno timore.

L’Italia è già pronta a trattare per il sostituto di Panetta, e il nome che circola con più insistenza è quello di Piero Cipollone, membro del Direttorio e vicedirettore generale di Banca d’Italia, già consigliere economico dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Panetta non ama essere considerato vicino agli ambienti meloniani. Si definisce «un indipendente, al servizio del Paese», un uomo di Bankitalia. È stato direttore generale di Via Nazionale e presidente dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass). Si è occupato di vigilanza, stabilità finanziaria, politica monetaria e a Francoforte ha arricchito il curriculum occupandosi dell’innovazione sul sistema dei pagamenti e di euro digitale.

Per tutti, nell’ambiente politico e finanziario, la sua nomina ormai è scontata. Gli altri nomi papabili sono quelli di Daniele Franco o di Lorenzo Bini Smaghi, ma al momento appaiono molto meno caldeggiati.