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Alta tensione in Medio Oriente. Israele rafforza la sicurezza mentre Palestina e Cisgiordania giurano vendetta

In Medio Oriente la tensione è più alta che mai, nonostante le ammonizioni internazionali che intimavano alla calma ora invece Israele, Palestina e Cisgiordania sono ai ferri corti e l’escalation di violenza che è emersa ha mostrato nella realtà le paure che erano emerse tra le autorità internazionali di una possibile ripresa dei conflitti militari che portasse poi ad una guerra concreta. Oltre a questo la tensione è salita ulteriormente dopo l’attacco subito dall’iran in un obiettivo strategico ritenuto un’importante punto di fabbricazione per componenti missilistici.

Tensioni in Cisgiordania
Tensione in Cisgiordania dopo attacco a Jenin – Nanopress.it

Come emerge dal New York Times sembra che  l’attacco in Iran fosse programmato e che l’intelligence statunitense ne fosse al corrente.  I funzionari, rimasti ovviamente nell’anonimato, hanno rivelato inoltre che l’operazione è stata messa a segno dal Mossad ovvero l’intelligence israeliana. Inoltre si apprende che i funzionari Usa sono arrivati in Medio Oriente e ovviamente tratteranno anche la questione Israele.

Dopo l’ascesa al governo di Netanyahu, che ha portato l’estrema destra all’interno dei vertici statali e ha affidato loro cariche ministeriali  determinanti per lo sviluppo e l’economia del paese la preoccupazione globale è decisamente aumentata.Questo a causa del fatto che per esempio il ministro levin che si occupa di giustizia a proposto una riforma giudiziaria, che ha scatenato il malcontento popolare e centinaia di migliaia di persone si sono riversate in strada in quanto, la suddetta riforma, promette sostanzialmente di consegnare l’imparzialità e il potere dell’Alta Corte israeliana in mano alla politica. Oltre a questo ha anche la nomina dei giudici subirebbe un cambiamento è così se andrebbe a rendere corruttibile un sistema che fino ad ora invece ha sempre raccolto ottimi pareri per la sua Impeccabile giustizia al di sopra di ogni ambito istituzionale e governativo. Poi si è inserito il ministro Smotrich con le sue parole omofobe e razziste che ha alzato il malcontento dell’opposizione capitanata dall’ex premier Lapid.  Lo scandalo del ministro della salute dell’Interno Deri ha poi provocato un’altro scossone all’interno del governo Netanyahu e lo stesso primo ministro è stato costretto dalla Corte Suprema a rimuovere dalla carica Deri, dato che a causa dei suoi procedimenti penali non poteva essere nominato ministro.

Ma ciò che ha irrimediabilmente peggiorato la situazione internazionale è stata sicuramente la presa di posizione del ministro della sicurezza Ben Gvir che ha provocato la controparte islamica, con la quale è notoriamente in contrasto per la sua posizione razziale e ultra nazionalista, e questo ha, poi, scatenato giorni di sangue In Palestina e Cisgiordania.

Scia di sangue a Gerusalemme dopo l’attacco israeliano a Jenin

Il nervosismo è alle stelle e Israele riferisce che non starà a guardare gli attacchi ricevute da gruppi della jihad islamica. La violenza violenza ha letteralmente attanagliato Gerusalemme e la Cisgiordania occupata da Israele e, a causa del nervosismo, si sono verificati una serie di attacchi che hanno provocato la morte di più di 20 persone.

Tutto è iniziato da un raid israeliano in Cisgiordania in cui sono morte 10 persone. Israele ha motivato la decisione, di compiere un gesto simile, spiegando che erano sulle tracce di tre terroristi che avevano in serbo attacchi bomba che sono stati sventati con il raid a Jenin. Si tratta di uno dei raid più sanguinari degli ultimi anni e la tensione è salita immediatamente dopo l’attacco aereo subito. Anche ieri un uomo palestinese è stato colpito a morte fuori da un insediamento israeliano in Cisgiordania, e funzionari palestinesi hanno affermato che in tutta la regione i coloni israeliani hanno messo a segno 144 attacchi contro i palestinesi e le loro proprietà.

Venerdì un uomo armato, palestinese, ha ucciso sette persone fuori da una sinagoga in un insediamento ebraico a Gerusalemme est. Sabato, un aggressore,  poi identificato come un adolescente palestinese, ha sparato e ferito due israeliani vicino a un altro insediamento ebraico a Gerusalemme est. La polizia israeliana ha dichiarato di aver arrestato parenti e vicini dell’autore dell’attacco di venerdì. Domenica mattina, la polizia ha svuotato la sua casa di famiglia e l’ha sigillata in attesa della demolizione ufficiale. Israele demolisce di norma e consuetudine le case delle famiglie degli aggressori accusati, una pratica che i gruppi per i diritti e le Nazioni Unite affermano equivale a una punizione collettiva.

il governo di estrema destra israeliano ha annunciato una serie di misure pensate appositamente per andare a punire gli aggressori palestinesi e coloro che li sostengono.

Una delle ultime novità introdotte da Netanyahu è quella di voler accelerare le licenze di armi per i cittadini israeliani, In modo che possano essere armati e possano andare a colpire rimanendo impuniti i sospetti islamici ribelli.  Visione che rischia di portare il paese in una vera e propria guerra che è già in realtà praticamente iniziata. Un’altra decisione presa è quella di aumentare e rafforzare le presenza militare e le forze dell’ordine di polizia per effettuare arresti e condurre operazioni volte a sequestrare le armi ai palestinesi.

I palestinesi in Cisgiordania, Gerusalemme est e Gaza hanno reagito in maniera furiosa per il  trattamento da parte degli israeliani. Questo per loro particolare dopo l’anno più mortale per i palestinesi della Cisgiordania in più di un decennio e mezzo. Lo scenario attuale è qualcosa di estremamente preoccupante e ora si aggiunge la presenza Usa che alza il malcontento islamico.

La posizione di Israele e le reazioni istituzionali

Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha spiegato domenica che Israele cerca calma e sicuramente non nervosismo, ma non esiterà ad agire contro il terrorismo se necessario, poiché le tensioni sono ovviamente altissime dopo  la serie di attacchi palestinesi.

Gallant ha presenziato una valutazione presso il quartier generale dell’esercito in Cisgiordania e ha affermato che Israele: “agirà con decisione e forza contro chiunque minacci i nostri cittadini… Ogni terrorista andrà in tribunale o al cimitero.”

Il funzionario ha poi spiegato direttamente dalla base militare alla periferia della dell’insediamento di Beit El che si trova nella città di Ramallah:Metteremo in atto azioni offensive e proattive contro coloro che cercano di danneggiare i nostri figli. Chiunque aiuti i terroristi sarà danneggiato. Se necessario, demoliremo le loro case. Li priveremo dei loro diritti. Se necessario, li espelleremo. Non permetteremo che il nostro sangue venga versato. Faremo il necessario per assicurarli alla giustizia”.

Ha poi concluso spiegando le intenzioni future delle autorità israeliane:Allo stesso tempo, vogliamo calmare la zona. Ciò significa che chiunque si comporti bene potrà lavorare e guadagnarsi da vivere. Vogliamo un futuro migliore per la popolazione palestinese, per chiunque si comporti secondo la legge”.

Le forze di Sicurezza e difesa israeliana hanno affermato che la valutazione si è concentrata su “le lezioni apprese dai recenti eventi… e sulla prontezza delle forze sul campo ad affrontare i vari scenari“.

Le forze di sicurezza israeliane hanno comunicato che verranno schierati tre ulteriori battaglioni in Cisgiordania e Oltre a ciò l’IDF ha spiegato che  la sicurezza sarebbe stata ampliata con due compagnie di fanteria per assistere la polizia di Gerusalemme e soprattutto le città israeliane vicino alla barriera di sicurezza della Cisgiordania.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato Ieri in una Nota ufficiale che il suo governo cercherà di adottare nuove misure contro le famiglie dei terroristi, inclusa la revoca della loro residenza o cittadinanza e la loro deportazione nel territorio controllato dall’Autorità palestinese.

Un’ulteriore manovra che ha intenzione di inserire il premier Netanyahu e per la quale ha già chiesto di preparare una legislazione in materia corredato da disegno di legge tratta anche la possibilità dei datori di lavoro di poter licenziare personale che esprime appoggio al terrorismo.  Novità non sta nel fatto del licenziare, dato che questa è una legge già in essere ma attualmente è necessario richiedere prima un’udienza per valutare l’effettiva e concreta partecipazione a sostegno al terrorismo dell’individuo ed è proprio questo che Netanyahu vuole evitare ovvero l’udienza per poter licenziare.

L’ufficio del primo ministro ha affermato che il governo sostiene l’accelerazione di qualsiasi disegno di legge cherafforza la deterrenza esigendo un prezzo da coloro che si trovano nelle immediate vicinanze dei terroristi”.

Stando alle informazioni pervenute il capo dello SHIN BET ha riferito direttamente ai ministri durante una riunione di gabinetto tenutasi sabato sera che qualsiasi mossa attuata con l’intento di sigillare ed emarginare parti di Gerusalemme est, avrebbe portato soltanto a ulteriore violenza e ferocia negli attacchi reciproci.

L’emittente pubblica sostiene che Bar e altri funzionari della sicurezza si sono opposti alla sua linea di pensiero durante la riunione di gabinetto e tra questi il ministro delle finanze Smotrich e il ministro della pubblica sicurezza Ben Gvir. I ministri infatti proponevano vari livelli di blocchi ai quartieri di Gerusalemme est ma per ora sembra che questa decisione sia stata rinviata ma rimane sempre qualcosa di concreto data la posizione del governo Netanyahu.

Emerge anche da quanto riferito da Channel 12 che anche i rappresentanti del procuratore generale hanno voluto mettere in guardia contro mosse avventate israeliane, che porterebbero ad una rappresaglia della controparte islamica con conseguenze collettive e non soltanto tra le due fazioni in contrasto.

Nel frattempo, la polizia ha detto che domenica sera gli agenti hanno affrontato violente proteste in diversi quartieri di Gerusalemme est. La tensione tra palestinesi e israeliani è altissima e continuano a verificarsi episodi di scontri collettivi in diversi territori che circondano il confine.

Nel quartiere di Jabel Mukaber, Le forze dell’ordine hanno rivelato che un poliziotto ha sparato in aria dopo essersi “sentito minacciato”, a causa di gruppi di palestinesi mascherati avevano lanciato pietre e lanciato fuochi d’artificio.. Non Sono emerse però notizie differenti ma questo serve a capire la tensione nervosismo che aleggia per le strade della  Cisgiordania. E forze di sicurezza hanno poi arrestato sei sospettati nel quartiere di Beit Hanina mentre lanciavano pietra voi incendiarie e davano fuoco a cassonetti.

Gli scontri a Gerusalemme est vanno avanti ormai da diversi giorni, dato le tensioni pregresse in Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e nella capitale.

Ovviamente l’allerta nazionale è stata portata al livello più alto dopo l’attacco avvenuto a Gerusalemme e ora si cerca di mantenere un certo equilibrio nonostante appaia chiarissimo che sia un atto difficoltoso e che si riesca davvero a mantenere la pace.

Bar Zvi che come sopra citato è a capo dello Shin bet ha spiegato ai giornalisti che: “Abbiamo alzato il livello di allerta e dispiegato forze palesi e segrete in tutto il paese per scoraggiare, contrastare incidenti terroristici e dare un senso di sicurezza”.

Ora Israele deve trattare anche un’altra questione che non è di sicuro di scarso interesse internazionale e si tratta e si tratta dell’attacco avvenuto tramite droni che il New York Times e fonti dell’intelligence statunitensi riferiscono provenire per l’appunto da Israele.

L’esplosione è avvenuta in una struttura di difesa iraniana nella città di isfahan  E stando a quanto riferito dal rapporto condiviso dal mio dal New York Times sembra sia stato effettuato da Israele per proteggere i propri interessi di sicurezza e non per impedire l’esportazione di armi alla Russia.

Israele e Cisgiordania
Attacco israeliano a Jenin – Nanopress.it

Il giornale ha citato alti funzionari delle forze speciali statunitensi che hanno per l’appunto affermato di essere a conoscenza dell’operazione del mossad e che l’interesse era proteggere lo stato di Israele.

Il rapporto osservava che Isfahan è un hub per l’industria missilistica di Teheran ed è il luogo in cui viene assemblato il missile a medio raggio Shahab, che ha una gittata in grado di colpire Israele.

Sembrano quindi essere smentite le ipotesi che vedono protagonista un paese estero che avrebbe voluto interrompere la fornitura di droni verso la Russia che poi li impiega  in territorio ucraino.