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Ana de Armas, da Ben Affleck a Marilyn Monroe

«Guarda il più lontano possibile, ma fai piccoli passi». Così le diceva suo padre e lei, Ana de Armas, deve aver infilato lo sguardo nell’orizzonte più distante che si potesse immaginare da quella casetta popolare e priva di tutto dov’era nata, a Cuba. Il suo sguardo per ora è arrivato fino al film Blonde, presentato alla Mostra del cinema di Venezia e in sala dal 22 settembre, in cui veste i panni di Marilyn Monroe, la più americana delle dive. Nessuno, però, dubita che si spingerà ancora più avanti. 

Da bambina non aveva Internet, computer o cellulare. Nata a Santa Cruz del Norte, con tutta la famiglia si trasferisce nella capitale cubana a 9 anni: «Sono cresciuta a L'Avana col cibo razionato, la carenza di carburante e la luce che andava e veniva, ma non posso dire di non aver avuto un'infanzia felice». Il papà, insegnante, ha studiato filosofia in Russia, la mamma è una donna colta. Ha un fratello, oggi fotografo. Da piccola poteva guardare poco la tv e solo in casa dei vicini, ma riusciva comunque a memorizzare dialoghi interi. Così si iscrive in una scuola di teatro, viene notata e le fanno fare tre film (la carriera cinematografica le costa la bocciatura a scuola). Sfruttando la doppia cittadinanza che le arriva dalla nonna spagnola, a 18 anni decide di andare a Madrid: «Non avevo mai viaggiato. I miei mi hanno incoraggiata a seguire il mio sogno, dicendomi che sarei potuta tornare a casa in ogni momento. Così ho imparato a fidarmi di me stessa». 

Attrice di soap opera in El internado, a 23 anni sposa l’attore Marc Clotet. Quando ormai sembra che tutto nella sua vita sia ben avviato, continua a guardare lontano: divorzia e prova a fare il grande salto nel cinema americano. È il 2014, vola a Los Angeles: «Ho ricominciato da zero, non parlavo nemmeno l’inglese». Il successo arriva, a cominciare da Knock knock (nel 2015) con Keanu Reeves. In poco tempo è candidata al Golden Globe per Cena con delittoKnives Out, fa la bond girl con Daniel Craig in No time to die e viene scelta anche da Ridley Scott per il sequel di Blade Runner. Girando Deep Water si innamora di Ben Affleck. Lei ha 31 anni, lui 47, è appena uscito da un matrimonio e dal tunnel dell’alcol, non si è ancora ritrovato con Jennifer Lopez

La relazione, che coincide con il 2020 e l’esplosione della pandemia, la mette al centro dell’attenzione mediatica e le fa capire che ciò che le sta accadendo non fa per lei, nonostante sia un grande momento nel lavoro. Racconta di aver vissuto un periodo «orribile», con suo padre che si è ammalato a Cuba, lei che non può raggiungerlo perché l’isola è chiusa e i fotografi sempre in agguato: «Non ce la facevo più. Non vedevo via di fuga, né via d’uscita. A Los Angeles si ha sempre la sensazione che manchi qualcosa. È una città che provoca un senso di angoscia». La love story con Ben Affleck finisce, senza rancori o clamore e una delle prime cose che fa Ana de Armas sono i bagagli. 

Ora vive a New York, contenta di poter raggiungere con tre ore di volo Cuba ma anche di essere un po’ più vicina all’Europa, di cui ogni tanto sente ancora la nostalgia. Ha un nuovo fidanzato, Paul Boukadakis, vicepresidente di Tinder. Usa poco i social network, fa videochiamate con gli amici più stretti, ama trascorrere il tempo con i cani Elvis e Salsa. Per fare la Monroe si è preparata seriamente, come sua abitudine: «Ho studiato centinaia di fotografie, di video, di registrazioni audio, ogni scena è ispirata a immagini esistenti». Per essere fisicamente uguale a lei si è sottoposta a 3 ore di trucco al giorno. Ma a cogliere davvero l'anima dell'attrice deve essere servita anche un'infanzia non semplice e una città, Los Angeles, non proprio amichevole.