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Anche la natura comincia a averne piene le tasche. E ha iniziato a dimostrarlo

Per la buona vecchia Terra continua la serie nera. Lunedì, di buon ora, la Natura ha dato segno, e che segno, di quanto essa stessa sia lontana e avulsa dalle ricchezze, oltre che dalle miserie umane. Ha deciso di dare sfogo all’ energia accumulatasi in quella zona di confine tra l’Europa e l’ Asia. Lo ha fatto distendendo di alcuni metri alla base, a oltre sette chilometri di profondità, le due faglie che si fronteggiano in quel luogo. Senza tener in alcun conto la catastrofe di tipo biblico che si sarebbe verificata di conseguenza in superficie. Una in più, una in meno, in un cammino che dura da millenni e si presume che lo farà almeno per altrettanti, non cambia la sostanza. Una precisazione è d’obbligo: con quanto appena accennato, il panteismo, antica corrente di pensiero che presume una forma di animazione di quanto circonda l’umanità, non c’entra niente. Con buona pace del campano Giordano Bruno, che per aver sposato la causa espressa da quella dottrina finì sul rogo, perdipiù in trasferta a Roma, in Campo dei Fiori. Con buona approssimazione sarà più opportuno rifarsi agli economisti inglesi del ‘700, che si dedicarono con attenzione alle conseguenze dell’aumento della popolazione correlata a quello dei mezzi di sostentamento. Un loro esponente di spicco, ancora oggi tenuto in considerazione, fu Robert Malthus che definì “regolatori naturali” quegli eventi, purtroppo nefasti, i soli validi a mantenere l”equilibrio tra la popolazione e le risorse naturali necessarie per il proseguimento dell’umana avventura. Anche il Diluvio Universale, se mai sia accaduto, sarebbe da collocare in quella lista. Un allievo del matematico napoletano Renato Caccioppoli riferiva che quel docente, in quanto fisico, studiava anche le espressioni di violenza della materia del pianeta. Sosteneva che, poiché da sempre le stesse avevano accompagnato il cammino di tutto ciò che fosse stato concreto, era lecito adoperare un’ espressione di ampia portata per definirne le probabili motivazioni. Quindi qualcosa di più colorito rispetto alla pudica “essersi rotta le scatole” per indicare il perchè la Alma Mater ogni tanto dia segno di se concretamente, esprimendosi con quei fenomeni devastanti. Rendendo pubblica così anche la sua visione politica, permeata di considerazioni sulla libertà in generale particolarmente sui generis. Ciò espresso, con tutto il rispetto per il dolore causato dal disastro che interessa-⁵ sembra infatti che non sia ancora finito -Turchia e Siria, altre vicende stanno continuando a svilupparsi con una forza e un dilagare crescenti di ora in ora. Non è solo quella che più attira l’attenzione, la guerra mossa dalla Russia all’Ucraina, ma tutta la serie di conflitti, prevalentemente interni alle nazioni interessate. Gli stessi che ardono su tutta la superficie terrestre e dovrebbero dare alle popolazioni seri motivi di preoccupazione. Gli italiani in particolare sono tenuti con gli occhi spalancati e le orecchie tese da un personaggio già da qualche tempo dietro le sbarre, contornato all’ esterno da un limitato numero di soggetti che interpretano la convivenza civile come fa lui. Il suo comportamento attuale, ristretto come è in una struttura particolare in cui dovrebbe essere contrastato il suo rifiuto del cibo, sommato all’ operare adottato che lo ha portato dietro le sbarre, ha catalizzato, direttamente e indirettamente, l’ attività politica e l’attenzione del Paese. Il governo, peraltro arrivato quasi in quota dopo un decollo complicato durato all’ incirca cento giorni, avrebbe ricevuto certamente maggiore consenso popolare se le ultime due settimane le avesse dedicate a legiferare sui problemi scottanti che assillano gli italiani invece di cimentarsi in una sorta di gioco al massacro, tutti contro tutti. Quel che è peggio è che, come in ogni zuffa che si voglia considerare tale, gli strali che si stanno scagliando l’un l’altro i signori (?) che compongono l’esecutivo, sono andati ben oltre il limite di una normale diatriba, spingendosi fino alle stoccate personali. Stanno offrendo così a quanti nel mondo vorrebbero continuare a considerare l’Italia e gli italiani come un modello di vivere civile, quanto occorre per convincerli che vale l’esatto contrario.E c’è ancora di più che può far storcere il naso a chi si appresti a dare un occhiata al piccolo schermo. Il o la giornalista che legge, insieme alle altre, le notizie appena accennate, lo fa adattando l’espressione del viso con stretta attinenza all’ informazione che si accinge a dare. Si deve riconoscere la loro grande bravura, nonchè padronanza degli argomenti, riuscendo quei professionisti dell’ informazione a passare d’emblée dall’annuncio di un disastro agli aggiornamenti su una rassegna canora che terrà in ostaggio gli italiani e molti altri per l’intera settimana. Vale così ancora una volta richiamare alla mente una lezione di recitazione di Eduardo De Filippo. In essa lo stesso dimostrava che, con una maschera che copriva solo la parte del viso intorno agli occhi, poteva fare assumere allo stesso qualunque espressione del suo stato d’animo volesse. Come è lontano Pagliaccio, al quale Leoncavallo chiede di essere allegro, perché il pubblico ha pagato e ridere vuole e può. Nel caso in oggetto, invece, fermarsi al farlo piangere e null’altro sarebbe già un successo.