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Arrestata negli Emirati Arabi la super latitante Mara Calderaro: ex compagna del mago del riciclaggio De Bono, si nascondeva da 4 anni

È stata arrestata Mara Calderaro, 50 anni, originaria della Basilicata, latitante e compagna del faccendiere Gabriele De Bono, uno sconosciuto imprenditore romano che dal nulla ha realizzato un impero da oltre 40 milioni di euro.

Ville all'Oligiata, all'Argentario e in Sardegna, il veliero Lulworth (valore 10 milioni) il più prestigioso al mondo e costruito nel 1920 con legno di mogano dell'Honduras, una collezione da 77 orologi da un milione di euro. De Bono è stato arrestato nel 2019, ieri è toccato alla sua compagna estradata dagli Emirati Arabi Uniti.

Mara Calderaro era inserita nell'elenco dei 100 latitanti pericolosi e indiziata di reati associativi finalizzati al riciclaggio e a delitti tributari. È stata rintracciata e arrestata dalla guardia di finanza.

La latitante, estradata in Italia dopo la sua individuazione negli Emirati Arabi, è stata presa in consegna dalla polizia di frontiera di Fiumicino e dai finanzieri capitolini e trasferita al carcere "Rebibbia" di Roma.

Il provvedimento in esecuzione era stato emesso a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma.

Nel 2017 il Nucleo di polizia economico finanziaria aveva sottoposto a sequestro i beni per un valore complessivo di oltre 40 milioni di euro nei confronti di De Bono, che aveva una residenza falsa a Dubai e poi nel Principato di Monaco. Un mago del riciclaggio internazionale con il trasferimento fraudolento di valori.

Successivamente, nel 2018 il Tribunale di Roma aveva emesso ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti, tra gli altri, della latitante Calderaro, convivente del faccendiere e che per quattro anni è riuscita a rimanere irreperibile.

La Finanza, a partire dal 2015, era riuscita a individuare il patrimonio "schermato" nel tempo, assolutamente sproporzionato rispetto alla quasi nulla capacità reddituale. De Bono, di fatto, aveva la gestione diretta o indiretta -  come dimostrato dagli accurati approfondimenti del G.I.C.O.  - di una galassia di compagini societarie italiane e straniere aventi sede, queste ultime, anche in "paradisi fiscali". Erano intestate formalmente a prestanome, allo scopo di occultare i proventi plurimilionari di numerosi reati fiscali e fallimentari.