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Arriva a Milano il progetto dell'artista JR che mette i nonni in primo piano

Come è una cosa dell’altro mondo, per molti giovani di oggi, vivere solo per lavorare. Alessandro Pigliapoco, 21 anni, studente di Brera che per il progetto Inside Out ha fotografato e chiacchierato con tanti Salvatore, spiega: «Parlando con gli anziani mi sono reso conto che la cosa di cui vanno più fieri è la professione. Che siano stati tranvieri o dirigenti, poco importa: il lavoro era il loro principale obiettivo. Noi di obiettivi ne abbiamo tanti». Il più importante? «Il benessere mentale». 

Quel benessere che il Covid si è portato via: insieme ai 186 mila morti (di cui il 95 per cento tra gli over 60, secondo Fondazione Gimbe), la pandemia ha sprofondato nell’inquietudine un’intera generazione. Un’indagine nazionale di Laboratorio Adolescenza e Istituto Iard attesta che oggi un giovane su quattro manifesta i sintomi della depressione e uno su cinque dell’ansia, il doppio rispetto alle stime pre-lockdown. «Questi due anni, però, hanno anche portato qualcosa di buono», aggiunge Silvia, la fotografa. «Ci credevamo immortali, abbiamo capito che non lo siamo. Così abbiamo smesso di rimandare le cose belle della vita: oggi io abbraccio l’unica nonna che mi è rimasta ogni volta che posso, perché domani chissà».

Sono questi ragazzi, fragili ma consapevoli, che il progetto Inside Out Ora tocca a voi immagina un domani alla guida del Paese. È a loro che gli anziani dovrebbero passare il testimone: «Ci lasciano un’eredità difficile», afferma Federico Torretta, 23 anni, che, insieme a Silvia e ad Alessandro, ha trascorso intere giornate a ritrarre gli ospiti delle Rsa. «Noi comunque ci proveremo a rendere l’Italia una nazione migliore». Migliore cioè? «Aperta mentalmente», rispondono i tre fotografi, «ovvero, inclusiva, attenta all’ambiente e al precariato». Silvia aggiunge: «Gli anziani delle Rsa che abbiamo fotografato sono i nostri nonni, sono la saggezza, sono i consigli di vita che guidano. Ora che quella generazione sta scomparendo, io mi sento le spalle scoperte, mi sento sradicata».

«Per questo è importante ricordarli», aggiunge Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano e forte promotore di Inside Out. «Il titolo Ora tocca a voi vuol dire anche questo: costruite il futuro, ma non dimenticate le radici. A me il valore della memoria l’ha insegnato mio nonno. Si chiamava Edoardo, tra i partigiani era conosciuto come Dado. Era già anziano quando ha scritto il suo diario di guerra. L’ha dedicato a noi nipoti: perché guardando avanti non dimenticassimo chi siamo stati».

Qualcuno deve averlo già capito: mentre ci allontaniamo dalla Rsa intravediamo un nonno felice, baciato dal sole pallido di fine gennaio e da un cagnolino che gli sta accucciato tra le gambe. Deve averglielo portato in visita il ragazzo che spinge la carrozzina, probabilmente un nipote. Camminano lenti nel cortile esterno. Ogni tanto si fermano. Non parlano, e si dicono tutto.

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