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Benno Neumair, «I genitori lo trattavano come un figlio di serie B»

Il processo a Benno Neumair è il racconto sempre più scuro di una famiglia, una storia finita in tragedia. Il trentunenne ha confessato di avere ucciso i suoi genitori Laura e Peter. I cadaveri dei due sono stati ritrovati nell'Adige. Benno li aveva gettati nel fiume il 4 gennaio 2021 a Bolzano.

Ultimo a testimoniare in aula nel processo per questo delitto è Adriano Speciale, imprenditore agricolo e amico della famiglia Neumair. La sua testimonianza è per la difesa, per Benno. «I genitori trattavano Benno come un figlio di serie B, mentre Madè era considerata la figlia di serie A. Lo dissi apertamente a Laura: “Ricordati che hai anche un altro figlio, non solo Madè. Dovete accettare che i vostri figli siano diversi”. Ma lei non mi ha ascoltato. In un’altra circostanza avvisai inoltre Laura di stare attenta quando mi disse che Benno faceva uso di anabolizzanti, perché poteva essere preludio di situazioni pericolose».

Questo il racconto di Speciale, amico d’infanzia di Laura Perselli, che non vive più a Bolzano. Nella sua testimonianza ci sono le forti differenze di trattamento fra i due figli, fatte sempre a vantaggio della secondogenita. La difesa punta su questo per raccontare i difficili rapporti fra Benno e i genitori. Per i suoi difensori può essere un'attenuante in una linea già chiara da tempo. Lo stesso Benno ha detto in altre udienze: «Non mi sentivo capito da loro». Già al momento della confessione aveva detto di aver ucciso il padre, strangolandolo, perché lo considerava un fallito.

La condanna del giovane reo confesso sembra certa, la difesa tenta di evitare l'ergastolo per Benno. Per lui una presunta seminfermità mentale legata a un grave disturbo narcisistico. Per eliminare il movente economico il giovane ha rinunciato all’eredità. Il processo in Corte d’Assise andrà avanti dal 17 al 19 novembre per chiudere la discussione e arrivare alla lettura della sentenza.

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