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Birmania, l’ex leader Aung San Suu Kyi condannata ad altri 3 anni di carcere

L’ex leader del Mynamar, Aung San Suu Kyi, è stata condannata ad altri tre anni di carcere, dopo anni di diverse condanne già ricevute. Ecco le ultime news dalla Birmania.

Aung San Suu Kyi
Aung San Suu Kyi – Nanopress.it

Aung San Suu Kyi è diventata, negli anni, un’icona delle non-violenza e della pace in Birmania, ostacolata dal governo guidato dal generale golpista Min Aung-Hlaing.

Oggi arriva la notizia che, dopo già diverse condanne, San Suu Kyi è stata condannata ad altri 3 anni di carcere per violazione di segreti di stato. Ecco tutte le novità sul processo in cui è imputata.

Aung San Suu Kyi dovrà scontare altri tre anni di carcere

L’ex leader politica Aung San Suu Kyi, che è stata per anni parte dell’opposizione in Myanmar, è stata condannata ad altri 3 anni di carcere dal tribunale birmano, dopo essere stata già condannata in passato per un totale di 20 anni di carcere.

Proteste per Aung San Suu Kyi
Proteste per Aung San Suu Kyi – Nanopress.it

Il processo guidato dalla giunta militare del Mynamar, come tanti altri, è stato fatto a porte chiuse per cui le motivazioni dell’accusa non sono ufficiali, ma una fonte ha dichiarato ai media internazionali che le condanne riguardano la violazione di segreti di stato.

I processi intentati contro San Suu Kyi sono visti, per la maggior parte, dall’Occidente come un modo per tenere il Premio Nobel lontano dalla politica birmana, dopo la sua vittoria alle elezioni del 2020 nel Paese.

Infatti, a febbraio 2021, lei e tutti i leader del partito sono stati arrestati dopo un colpo di stato militare.

Anche il consigliere economico dell’ex leader, l’australiano Sean Turnell, è stato ritenuto colpevole e immediatamente l’ambasciata australiana ha richiesto il suo rilascio immediato, respingendo la sentenza.

Chi è Aung San Suu Kyi

Aung San Suu Kyi è una politica della Birmania, da molti anni coinvolta nel campo dei diritti umani nel suo Paese, oppresso da una dittatura militare.

Nel 1991 ha ricevuto anche il Premio Nobel per Pace, imponendosi come leader di un partito non violento, in opposizione al regime militare.

Nel 1990 ci furono le elezioni per il governo, in cui il partito dell’ex leader vinse, ma i militari rigettarono il voto.

A partire da quegli anni, San Suu Kyi è stata ostacolata dal regime militare, condannata agli arresti domiciliari, allontanata dalla sua famiglia e dai figli. Arrestata nel 1995, venne rilasciata nel 2002, ma l’anno successivo fu di nuovo arrestata dopo un attentato, che mise a rischio la sua vita.

Nel 2010 venne liberata, ottenendo anche un seggio al parlamento birmano e nel 2016 divenne Ministro degli Affari Esteri, dell’Energia, della Pubblica Istruzione e Ministro dell’Ufficio del Presidente.

Dopo l’esito delle elezioni del 2020, quando San Suu Kyi ha vinto di nuovo, il regime militare ritenne fraudolenti i voti e quindi la politica è stata di nuovo arrestata, fino ad arrivare ad oggi, con una nuova condanna.