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Bonaccini a Firenze da Nardella: "Il Pd è un partito che va smontato e rimontato, serve una classe dirigente nuova"

Già nella mattinata di sabato Stefano Bonaccini, prima della conferenza stampa al Teatro del Sale del pomeriggio, parla dell’appoggio del sindaco fiorentino Dario Nardella: “Avrà un ruolo importante” nel coordinamento della campagna congressuale. Ma soprattutto “può rappresentare una schiera di amministratori che sono convinto potrà dare una mano. Sento il sostegno di tantissime sindache e sindaci” spiega il candidato alla segreteria nazionale del Pd, che poi aggiunge: “Sono molto contento” per l’accordo raggiunto “abbiamo condiviso tante battaglie in questi anni e abbiamo valori molto coincidenti. E soprattutto riteniamo entrambi che serva un di più di classe dirigente presa dai territori”. Tema questo sempre molto caro al sindaco di Firenze. “A Dario - conclude poi le sue riflessioni del sabato mattina il presidente emiliano-romagnolo - ho detto in queste settimane “se ritieni di candidarti fallo senza chiedere il permesso a nessuno, tanto meno a me”. La stima, l’affetto e l’amicizia non sarebbero cambiate anche se Nardella fosse stato candidato in contrapposizione anche a me a questo congresso”.

Dario Nardella e Stefano Bonaccini arrivano insieme, dopo un ricordo di Fabio Picchi, inventore del Teatro del Sale che se ne è andato quest’anno, il sindaco di Firenze saluta subito il presidente della Regione Eugenio Giani, seduto in prima fila, accanto a Simona Bonafè e Federico Gianassi. “Perché non sono andato avanti con la mia candidatura? Molto rapidamente dico che il primo punto per me è la coerenza, i nostri destini personali vengono dopo le idee e la costruzione di un progetto collettivo, credo molto in questo concetto e credo di mantenere fede al mio modo di pensare. Il secondo motivo è tra i più importanti, quello di portare un valore aggiunto per cercare di tenere il più unito possibile il fronte dei sindaci, degli amministratori locali. Questo è il primo congresso del Pd in cui i sindaci potranno essere protagonisti. Poi c’è la possibilità di costruire una platea unita e larga che possa sostenere Stefano Bonaccini. C’è poi un ultimo punto e che mi ha portato aquesta decisione è quella di costruire una leadershp collettiva e non solitaria”.

Anche Bonaccini ha preso la parola: "Tanti altri ci seguiranno in questa che dovrà essere una bella campagna congressuale. Un partito come il Pd di oggi va smontato e rimontato. Noi faremo una corsa che dovrà vedere il massimo rispetto tra di noi, per questo voglio mandare un abbarccio a Elly Schlein per quello che le è successo, un abbraccio a lei e alla sua famiglia. Io credo che la nostra gente non ne possa più anche di risse verbali dentro la classe dirigente del Pd, chiunque vinca questa sfida io sarò il primo, se non sarò io a vincere, a dare una mano”. Ancora Bonaccini: “Noi dobbiamo cambiare la classe dirigente del Pd, non ce l’ho con nessuno, ma oggi credo che serva una classe dirigente nuova, se abbiamo detto che ci sono grandi amministratori, mi sembra giusto dare la presidenza della mozione a Nardella. Sabato prossimo partiremo da Bari, vogliamo toccare tante città, Comuni medi e piccoli e che vogliamo far sentire rappresentati. Non abbiamo tantissime settimane, Dario e tanti altri dovranno portare la mozione Bonaccini in giro per l’Italia proprio perché abbiamo detto che siamo una grande squadra”.

Tocca di nuovo a Nardella: "Non ho la pretesa di parlare a nome di tutti i sindaci, anche se da presidente della mozione uno dei primi compiti a cui cercherò di lavorare è aggregare centinaia di sindaci, cercherò di dialogare con i sindaci civici, ce ne sono tanti che guardano con interesse al Pd, credo che con questo progetto sarà più facile coinvolgerli”.