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Carriera alias, al via allo Ied per gli studenti transessuali (e non solo)

«Carissimə, sono orgoglioso di informarti che a partire da questa settimana è attiva in tutte le sedi italiane Ied la procedura per l’identità e la carriera alias. La carriera alias permetterà a chi ha intrapreso o intende intraprendere un percorso di transizione di genere o che si identifichi in un genere diverso da quello riportato sui documenti anagrafici, di chiedere l’assegnazione di un’identità provvisoria (…) e di ricevere documenti di riconoscimento per uso interno indicanti il nominativo alias scelto». 

Con una lettera a tutti gli studenti, Riccardo Balbo, direttore accademico del Gruppo Ied (Istituto Europeo di Design), ha annunciato una tappa importante in tema di inclusione: l’attivazione della carriera alias.  «Che, però, non è solo un’opportunità per chi ha intrapreso – o ha intenzione di farlo – un percorso di transizione», ci spiega Balbo, «Può essere richiesta anche per questioni legate alla sicurezza personale di coloro che abbiano la necessità di utilizzare un nome diverso da quello anagrafico. In entrambi i casi Ied provvederà alla predisposizione e al rilascio di un nuovo tesserino e di un nuovo account alias per tutte le attività specifiche interne».

Perché questa innovazione? 
«La nostra è una scuola di progetto e di design, e la creatività si sviluppa esclusivamente quando ci si mette in ascolto, si esplora e ci si apre alla differenza. Solo attraverso la curiosità si crea. Un designer è per antonomasia una persona aperta. Anzi, qua si guarda con sospetto chi si spaventa di fronte alle diversità. È così da sempre, ma adesso lo abbiamo formalizzato».

Prevede una adesione numerosa?
«Non mi aspetto un boom: altrove, forse, gli studenti prima tenuti in angolo si sentirebbero spronati ad affermare la propria identità, ma qui nessuno si è mai sentito messo da parte. L’attivazione della carriera alias è una tappa formale di un percorso che, qui, è cominciato tanto tempo fa, da quando la scuola è stata fondata: siamo sempre stati per la libertà di espressione assoluta dell’individuo».

Finora con quale nome venivano chiamate le persone transgender? 
«La nostra community è sempre stata avvolgente e inclusiva, ma è difficile opporsi a un libretto che invece riporta il nome attribuito alla nascita».

Qualcuno si è opposto a questa iniziativa?
«Assolutamente no, anzi. La diversità di ogni persona è un valore per la nostra scuola e per la sua comunità e quindi come tale viene tutelata e salvaguardata».

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