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Caso Consip, Renzi: “Messo in discussione rapporto con mio padre”

Il senatore e leader di Italia Viva in tribunale a Roma nel processo in cui è imputato il padre Tiziano

Matteo Renzi è stato ascoltato come teste nel corso del processo Consip che vede imputato, tra gli altri, il padre Tiziano. “Ho messo a dura il rapporto tra me e mio padre per una vicenda che politicamente non esiste”, ha detto il leader di Italia Viva ai giudici dell’ottava sezione penale del tribunale di Roma. “L’Eni era importante, non Consip – aggiunge Renzi – Ho letto di forze dell’ordine che intercettavano senza autorizzazione e capite che c’è qualcosa che non torna”.

Senato, conferenza stampa su segreto di stato su vicenda autogrill-Mancini

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Quando eravamo al governo, “noi eravamo terrorizzati che ci fossero indagini – continua l’ex presidente del Consiglio – Se dire di stare attenti ai comportamenti era favoreggiamento, allora eravamo tutti da mandare all’ergastolo”.

Per quanto riguarda il rapporto con il padre, Renzi ammette di aver “avuto qualche discussione” quando ha “letto su un quotidiano avrebbe avuto un incontro in una bettola segreta”. “L’ho chiamato e ho alzato un po’ la voce. Mio padre non me lo vedevo a fare traffichino, e infatti gli unici soldi che ha preso sono quelli delle cause per le diffamazioni”.

Mio padre non ha preso un euro da Romeo

“La verità è che mio padre non ha preso un euro da Romeo. Mentre invece ha preso migliaia di Euro da Marco Lillo e da Il Fatto quotidiano”, ammette Renzi che aggiunge: “In sei anni, da dopo Palazzo Chigi, ho letto un sacco di carte sulla vicenda Consip”. Carlo Russo, ho letto che “si era avvicinato a noi con la campagna elettorale ma non ricordo di aver mai avuto con lui incontri diretti e sono certo di non averne mai parlato con mio padre”, spiega ancora l’ex Pd.

TIZIANO RENZI

TIZIANO RENZI

“Sono molto convinto che della vicenda Russo non abbiamo mai parlato – prosegue – Aggiungo che Romeo lo conoscevo, lo avevo incontrato quando ero in Provincia. Questa idea che Romeo cercasse Russo e mio padre, per arrivare a me, quando poteva chiamarmi, sinceramente ancora oggi, dopo tutto quello che ho letto, mi sembra surreale”. “Romeo lo conoscevo, Russo no, è non l’ho mai ricevuto a Palazzo Chigi”, aggiunge.

Con Lotti rapporto si è molto raffreddato

Renzi si è poi soffermato sul rapporto con Luca Lotti. “Lo conosco da tantissimi anni, è stato uno straordinario collaboratore sia a Palazzo Chigi sia nel Pd. Le vicende politiche degli ultimi anni ci hanno diviso e si è molto raffreddato anche il rapporto personale, che non è più quello di prima”, ha spiegato Renzi.

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