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Cinque Terre: i ristoranti migliori per una vacanza indimenticabile

I neofiti restano a bocca aperta, i fedeli ci tornano sempre con grande piacere. Non è un luogo comune dire che le Cinque Terre sono uniche in Italia, forse nel mondo. Una lingua di terra assediata dalle vette, fino agli ottocento metri di altitudine a due passi del mare, per un contesto e un microclima variabile anche alla vista. Le Cinque Terre sono questo, e non solo i paesini-gemma che assai meno affascinerebbero senza il quadro d’intorno: una natura antropizzata, roccia domata e terra coltivata nei secoli anche laddove oserebbero soltanto i matti, o gli eroi; muretti a secco che terrazzano i crinali, i cian che da tempo immemore accolgono la vite e l’ulivo nei territori di Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore, i suggestivi borghi racchiusi tra Punta Mesco e Punta di Montenero nella Rivera spezzina, in Liguria. Proprio nel 2022 ricorre il 25° anniversario da quando l'UNESCO inserì le Cinque Terre nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità come «paesaggio culturale». Diremmo quasi scontato.

E' un luogo di mare ma anche di vino. Oggi le vigne prima inselvatichite stanno ridisegnando il paesaggio degli anni Venti, quando le Cinque Terre erano un immenso vigneto. Due i vini iconici: il Cinque Terre, bianco fermo, e lo Sciacchetrà (forse dal dialettale sciac e trai, schiaccia e lascia lì), dalle stesse uve fatte appassire sui graticci, giallo dorato, dolce, generoso. Due vini bevuti da chi vive lì, da chi ci va, e da pochi altri. Perché ce ne è poco, perché vendemmiare è faticosissimo: quindi approfittatene non appena ve lo propongono.

Che cosa bisogna mangiare nelle Cinque Terre, sfuggendo al pericolo dei locali turistici? Va detto che questo tratto della Riviera Ligure non ha una sua cucina precisa. Tranne in rari casi, come il Tegame Vernazza (di base, patate, acciughe, pomodoro, olio, aglio, prezzemolo), ogni borgo fa a modo suo. C’è invece la vocazione semplice ed essenziale, basata sulle regole della cucina ligure, una delle migliori (e più sottovalutate) del nostro Paese. Una cucina fatta di orti, ricchi di erbe spontanee e buone verdure che finiscono nelle torte salate, e di pesce interpretato senza troppi fronzoli e un filo di grande extravergine. Da questo mix nasce il cappon magro, elaborata sovrapposizione di gallette, pesci (tra cui il pesce cappone), verdure. Le Cinque Terre sono poi il regno delle acciughe, che i locali chiamano infatti pan de ma, pane del mare. Le migliori in assoluto sono quelle di Monterosso cui è dedicata una sagra. Tenere, rosee, delicate, perfette da mettere sotto sale e da degustare in carpione, al limone, salate, grigliate, ripiene, fritte: imperdibili. Ora la nostra selezione per godere delle Cinque Terre, anche e soprattutto a tavola.

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