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Clio Evans e Lele Spedicato, un raggio di sole torna sempre a scaldarci

Sono nati lo stesso giorno, il 26 ottobre, a solo un anno di distanza. Lei è Clio Evans, padre inglese, madre greca, attrice di teatro e scrittrice, due occhioni verdi magentici e una folta massa di capelli castani. Lui è Lele Spedicato, fascino mediterrano, parlata salentina, chitarrista dei Negramaro da 20 anni. Visti da fuori, una giovane coppia baciata dalla fortuna, dalla bellezza e dal successo. Ma la verità è un'altra. Nel libro che hanno scritto a quattro mani, Destini (Mondadori), Clio Evans e Lele Spedicato, genitori dei piccoli Janko e Diana, raccontano delle due tragedie che hanno vissuto: prima Clio, che a 20 anni scopre di avere un tumore al cervello, ricoverata d'urgenza dopo un mal di testa acuto che non le dà tregua; poi Lele, che a 38 anni finisce in coma per un ictus fulminante. Oggi che l'incubo è stato superato, Lele e Clio si dicono uniti da una forza tangibile e indistruttibile. E sperano di poter infondere la stessa energia e spinta a reagire a chiunque stia soffrendo.

Clio, il libro inizia con la sua giovinezza e la sua malattia. Quando e come è nata l'idea di scrivere questo libro?
​​«Quando sono stata male era il 2003. Qualche anno dopo, all'incirca nel 2007, avevo iniziato a covare dentro l'esigenza di scrivere. Avevo sofferto e vissuto tante esperienze forti, ma non le avevo mai esternate, rassicuravo sempre tutti attorno a me dicendo di stare bene. Così avevo iniziato buttando giù dei piccoli racconti. Poi nel 2013 ho conosciuto Lele in un ristorante di Roma dove lavoravo ed è stato lui, quando mi sono aperta sul mio passato, a incitarmi a scrivere e a credere in questo prigetto. All'inizio è stata una terapia esclusivamente per me, poi ho capito che poteva essere una storia importante anche per altre persone».

A un certo punto alla sua storia si intreccia quella di Lele, sino al suo incidente nel settembre 2018, quando un ictus l'ha fatto precipitare in coma. L'aver vissuto la malattia le ha consentito di stare vicino a Lele in modo diverso?
​​«Ne sono certa, e per il semplice fatto di conoscere molto bene la realtà dell'ospedale e quella dell'emergenza. La mia esperienza mi ha permesso di restare vigile e lucida. In quelle ore in cui Lele era in coma e io non sapevo se ne sarebbe mai uscito mi sono appellata a tutta la mia forza interiore e allo Spirito Santo, con il quale ho uno stretto dialogo».

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Lele, quali sono i primi ricordi del risveglio dal coma?


​​«Mi sono risvegliato in piena notte, Clio in quel momento non era presente, e io cercavo mia nonna Nella, certo che fosse con me fino a un attimo prima. Mentre ero in coma ho vissuto un viaggio, nel quale ho incontrato la mia nonna paterna e il papà di Giuliano (Sangiorgi*), Gianfranco, che se ne sono andati nello stesso periodo. Sono certo che sia stato questo incontro a permettermi di tornare nella dimensione reale. A un certo punto in questo sogno la nonna Nella mi ha incitato a superare un cancelletto, spingendomi a uscire. Ho aperto gli occhi ed ero nella sala rianimazione. Ho capito solo dopo che ero a andata a trovare la nonna in un'altra dimensione».

Di cosa è più grato a Clio per il periodo in cui è stato in coma e nella faticosa fase di recupero post?


«La sua pazienza e la sua costanza nello starmi vicino e  nello spingermi a reagire sono state fondamentali. Adesso che grazie a Dio sono qui e sono cosciente, ripensando al mio stato di quel momento posso dire che la sua continua dedizione, i suoi massaggi, il suo farmi ascoltare la musica gospel, le sue continue preghiere mi hanno aiutato a rinascere».

Clio, che cosa ha provato quando Lele si è risvegliato dal coma?
«Quando si è svegliato ho avuto l'impressione che il mio essere amato fosse uscito salvo da un uragano di lava. In quei giorni sapevo che sarebbe potuta arrivare da un momento all'altro una telefonata dell'ospedale per comunicarmi che era tutto finito. E ritrovarmi invece davanti a quella persona, viva, salva, con i suoi occhi, è stato come uscire dalle tenebre. E anche adesso tutte le piccole incomprensioni, i bisticci normalissimi della quotidianità, le gelosie.. Tutto è sparito. Siamo solo io e lui, uniti dall'amore puro. Aver avuto la paura tangile e concrete di poter perdere in un momento mio marito ha cambiato tutto in maniera radicale».