in foto Alessandro Cecchi Paone (Imagoeconomica)

Alessandro Cecchi Paone è stato ospite di RTL 102.5 in ‘Giletti 102.5’ con Massimo Giletti e Luigi Santarelli per discutere del ‘caso Cospito’ e delle proteste da parte degli anarchici che da giorni stanno preoccupando l’Italia. “Se Cospito dovesse morire – ha detto Cecchi Paone -sarebbe un disastro perché porterebbe ad una situazione di tensione senza fine nelle piazze. Io sono per il 41-bis, inventato da nostri eroi come Falcone e Borsellino per evitare che dal carcere mafiosi e terroristi potessero dirigere le loro azioni. Ma Cospito non deve morire, per evitare l’effetto martirio. Esiste questa fascia grigia di gente che vorrebbe cedere, in Italia c’è sempre stata, pensiamo alle Brigate Rosse, siamo di nuove in questa situazione”, ha aggiunto. Facendo poi riferimento alle tensioni create da parte di gruppi anarchici a sostegno di Alfredo Cospito, Cecchi Paone ha affermato: “Credo che si potesse prevedere uno sviluppo di questo genere. È una situazione brutta, non vedo come si possa uscirne senza danni per le istituzioni. La lotta alla mafia, con la cattura di Matteo Messina Denaro, aveva avuto una svolta spettacolare. È strano che non sia è riusciti a trarre da questo un vantaggio positivo”. Cospito sta portando avanti uno sciopero della fame per chiedere l’abolizione della misura carceraria, smuovendo le masse anarchiche a manifestazioni in suo sostegno. “Questo fa parte della storia di questa forma di anarchia”, ha detto Cecchi Paone che ha evidenziato: “È facile capire che ci sono tanti modi per fare uno sciopero della fame. Pannella non ha mai usato lo sciopero della fame come un atto di violenza contro lo Stato o le Istituzioni, la individuava come la forma più alta di non-violenza. Nel caso Cospito c’è una violenza generalizzata che gira intorno a questo sciopero della fame. Bisognava evitare di arrivare a questo punto, 40 kg persi sono una minaccia nei confronti dello Stato”. Il giornalista si è soffermato inoltre sulla questione Donzelli-Delmastro. “Vengo – ha ricordato – da una storia di giornalismo politico in cui in passato Donzelli o Delmastro sarebbero stati invitati dalla stessa Meloni a trarre le conseguenze e a sbloccare la situazione con un atto di dismissioni. La prassi e il buon senso vorrebbero il sacrificio di uno dei due per allentare tutte le tensioni”.