Italy
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Crisanti: "Anche io sono stato costretto a lasciare il mio Paese 30 anni fa. Oggi prometto di riportare il nostro cervello in Italia".

Direttore,

   Repubblica L'articolo di Alessandra Ziniti è stato letto con grande interesse. drenare". Desidero esprimere la mia solidarietà ai giovani che non hanno trovato opportunità di lavoro in Italia e che non sono riconosciute per le loro capacità e professionalità per cercarle all'estero.Appena mi sono laureato, mi sono reso conto che tutte le strade erano chiuse al mio ambizione di fare ricerca e perseguire una carriera accademica. Ricordo il 1979, superando ogni esame medico con 30-30 lodi, ma nessuna grande delusione alla scuola di specializzazione. Competenza, dedizione, entusiasmo e creatività non sono stati purtroppo apprezzati in Italia, dove prevalevano altri criteri.  Non scoraggiato, ho fatto domanda in dozzine di università in Europa e in America e ho avuto la fortuna di essere accettato in uno dei centri di ricerca più prestigiosi d'Europa, l'Istituto di Immunologia di Basilea, dove ho conseguito il dottorato di ricerca. 

Nel corso dei prossimi 30 anni ho condiviso la difficoltà di trovare un lavoro adatto agli italiani all'estero per ricevere una formazione professionale. Ho avuto il privilegio di lavorare e formare professionalmente decine di giovani ricercatori che hanno trovato in Europa opportunità di carriera e impegni professionali che in Italia non erano loro concessi. Tutte le mie decisioni sono sempre state ispirate da una presa di coscienza del merito e dell'impegno, proprio dal pensiero di tutti loro e dei loro sogni. Se non fosse per i 30 anni trascorsi in centri di ricerca e università in Svizzera, Germania e Regno Unito, sarebbe in Italia contribuendo al controllo della pandemia, e per la trasparenza, la responsabilità e la condotta dei dipartimenti a me affidati presso l'Università di Padova.

Dobbiamo fare tutto il possibile per facilitare il ritorno di questi connazionali al posto delle rimesse economiche che i migranti hanno fatto in passato. Portano indietro un tesoro di conoscenze scientifiche e tecniche, capacità manageriali e, soprattutto, networking. di interazioni che rappresentano la spina dorsale dell'Europa. Tuttavia, il riconoscimento del merito, dell'impegno e delle capacità professionali sono inscindibili dall'accettazione di principi di selezione improntati all'onestà e alla trasparenza. Ci sono ancora segmenti della società italiana che si oppongono o non vogliono accettare che solo così si riequilibreranno le disuguaglianze sociali e si creeranno nuove classi dirigenti.  Un ultimo pensiero. La nostra generazione lascia ai giovani 270 miliardi di debiti, negando a molti di loro opportunità di lavoro per ripagare e contribuire alla prosperità dell'Italia