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Dal Kgb all'invasione dell'Ucraina, 70 anni di Vladimir Putin

Si racconta che mentre il mondo festeggiava la  caduta del muro di Berlino, nel novembre del 1989, Vladimir Putin fosse impegnato negli uffici del Kgb a Dresda a distruggere documenti del servizio segreto russo nella Germania dell'Est.  «Ho 12 pallottole. Una la lascio per me. Ma compiendo il mio dovere, dovrò sparare» disse ai manifestanti che all'inizio di dicembre volevano entrare nella sede del Kgb dopo aver assaltato quella della Stasi. Non sparò, ma non avrebbe esitato a farlo partendo da una convinzione che era in lui fin da ragazzino. «La strada a Leningrado, cinquant'anni fa, mi ha insegnato una lezione: se la rissa è inevitabile, colpisci per primo» ha detto ha Soči nel 2015.

Queste parole e gli eventi di infanzia e gioventù sono fondamentali per raccontare chi è Vladimir Putin, il presidente russo, nato a San Pietroburgo, quando si chiamava Leningrado, il 7 ottobre del 1952, settant'anni fa. Secondo la sua biografia ha trascorso un'infanzia povera: madre operaio e padre militare, due fratelli più grandi morti giovani. Putin si è laureato in diritto internazionale alla Facoltà di Legge dell'Università Statale di Leningrado nel 1975. Da membro del Partito Comunista è stato poi arruolato nei servizi segreti sovietici.

Richiamato in patria dopo la caduta del Muro è stato inserito nella sezione Affari internazionali dell'Università Statale di Leningrado e da qui è cominciata la sua carriera politica. Prima ha avuto l’incarico di vicesindaco della città e poi il comando di una delle agenzie che succedettero al KGB, affidatogli da Boris Yeltsin.

Per Putin il crollo dell’Unione Sovietica che Putin era la «più grande tragedia della storia» e la grandezza della Russia doveva essere ristabilita in altro modo. Il presidente ha fatto suo alla fine degli anni Novanta il motto che era della Russia degli zar: «Autorità, ortodossia e nazionalismo». Venne nominato Primo Ministro nel 1999 dall’allora Presidente Yeltsin. L’anno successivo è diventato Presidente e da allora ha avuto quattro mandati presidenziali oltre ai due da premier.

Da allora ha sempre ricoperto le più alte cariche del potere politico in Russia. Due mandati consecutivi da presidente dal 2000 al 2008, dal 2008 al 2012 primo ministro nominato dal fedelissimo Dimitri Medvedev. Il 7 maggio del 2012, Vladimir Putin è tornato a essere il Presidente della Russia e dieci anni dopo lo è ancora. Non senza brogli a detta degli oppositori, zittiti (dell'omicidio di Anna Politkovskaja non si conosce il mandante), incarcerati, come il più noto Alexei Navalny, ed esiliati. Ci sono state, a più tornate, manifestazioni anti Putin, ma la repressione è arma che il presidente ha sempre saputo usare, insieme all'imposizione: la Costituzione russa non permetteva più di due mandati, lui è andato ben oltre e nel 2020 grazie all’approvazione di un Referendum è riuscito a ottenere la possibilità di proseguire la sua carriera presidenziale. Si potrà ricandidare nel 2024 fino al 2036.

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Se i suoi primi anni al Cremlino sono stati caratterizzati dalla guerra in Cecenia, quelli successivi sono stati di ricostruzione della potenza e dell'economia russa. Putin si è circondato di oligarchi fedeli perché liberi di accumulare ricchezza e ha eliminato i rivali accentrando sempre di più il potere al Cremlino.

In politica internazionale vuole ricreare, soprattutto negli ultimi anni la contrapposizione della guerra fredda, combatte e critica l'unilateralismo statunitense. Gli Usa, per Putin, non si possono fare portatori unici di democrazia, anche lui stesso ha collaborato al reciproco smantellamento degli arsenali militari nei primi anni 2000. Mosca, nel suo disegno, si deve rafforzare e lo fa avvicinandosi alla Cina e mantenendo influenza sui paesi ex sovietici in Asia, nel Caucaso e fino al Medio Oriente con la Siria, ma anche tentando di influenzare il corso delle elezioni statunitensi.