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Decision To Leave, il romanticissimo giallo sudcoreano da non perdere

Si apre un nuovo capitolo per il cineasta sudcoreano Park Chan-wook. Archiviata la trilogia della vendetta, cambia atmosfere e toni con Decision To Leave, che al Festival di Cannes gli è valso il premio come miglior regia e che arriva nelle sale italiane dal 2 febbraio.

Al centro di questo thriller sentimentale si trova il detective Hae Jun (interpretato da Park Hae-II), integerrimo rappresentante delle forze dell’ordine, sempre animato dall’onore e dalla lealtà verso il distintivo che indossa. Qualcosa, però, dentro di lui cambia inesorabilmente quando incontra Seo-rae (Tang Wei), una giovane donna dalla quotidianità all’apparenza ordinaria, che lavora come infermeria a domicilio di alcuni anziani. Di origini cinesi, arriva come immigrata in Corea del Sud e ci resta grazie al matrimonio con un anziano signore. Quando l’uomo viene ritrovato morto ai piedi di una montagna che stava scavando, la signora è in cima alla lista dei sospettati.

È così che i due iniziano a frequentarsi sempre più assiduamente: il detective vuole scoprire la verità e capire se si tratti o meno di omicidio, mentre la donna dal passato oscuro e dai tanti segreti indulge negli incontri alimentando la fascinazione del poliziotto. Lei non si comporta come una vedova affranta: non finge dolore né stordimento, anzi continua regolarmente le sue giornate: «Gli anziani vivi – dice - vengono prima dei mariti morti». Nella sua spiazzante semplicità, Seo-rae consuma inesorabilmente tutta l’aria nella stanza e Hae Jun non riesce a resisterle.

L’indagine scrupolosa inizia a deragliare e a prendere una piega inattesa, mettendo a repentaglio una carriera zelante (e non solo), che lo ha reso l’ispettore più giovane nella storia del dipartimento. 

Come una goccia che corrode la roccia, quest’affascinante creatura femminile fa breccia tra le barriere dell’uomo. Per intenderci, Hae Jun è talmente metodico e pragmatico che si fa cucire su misura gli abiti dal sarto perché tutte le giacche abbiano dodici tasche e ogni pantalone sei. Quando esce di casa si porta appresso un mondo, per poter far fronte a ogni eventualità. Non si accorto che nel frattempo ha incautamente lasciato il cuore scoperto e non sa come tornare indietro.

Decision to leave, carico di struggente poesia, gioca con i chiaroscuri dell’animo umano e il regista dipinge un affresco di sentimenti da tinte molto delicate anche se decise. Riesce al tempo stesso a far accelerare e decelerare i battiti, come Seo-rae quando dice a Hae Jun di sincronizzare il respiro al suo per addormentarsi.

Questo racconto vive tra le pieghe del tempo con discrezione, mostrando una potenza visiva a cui è impossibile resistere. E ti resta dentro, molto, molto a lungo.

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