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Dharma Mangia Woods: «Ora datti una calmata»

Questo articolo è pubblicato sul numero 50 di Vanity Fair in edicola fino al 13 dicembre 2022

A Natale di solito gioca a carte, con mamma, fratello, zii e quattro cugini. Stavolta però sarà un 25 diverso. Tutti davanti allo schermo a rivedere Natale a tutti i costi (su Netflix dal 19 dicembre) e a complimentarsi con lei. Dharma Mangia Woods ha 28 anni, un nome che non si dimentica e che finora è apparso – sia pur spesso – in ruoli non principali. Diretta da registi come Gabriele Muccino nell’Estate addosso, Paolo Sorrentino in The Young Pope e di recente Roberto Andò nella Stranezza, il film che con i suoi incassi fa sperare in una rinascita del cinema. Presto poi la si rivedrà in Quando di Walter Veltroni, figlia di Neri Marcorè che esce dal coma dopo trent’anni.

In Natale a tutti i costi Dharma diventa coprotagonista piena: figlia di Christian De Sica e Angela Finocchiaro, con il fratello (Claudio Colica) progetta di «bigiare» le Feste. Ma papà e mamma si inventano una inesistente eredità di sei milioni di euro. E visto che il profumo dei soldi conta più di quello del panettone...

Con sei milioni lei che cosa farebbe?
«Investirei sul mattone. Porterei mia mamma in giro per il mondo. E ne darei una parte a mio fratello».

Suo fratello ne ha bisogno?


«Sari è biologo marino, conosce realtà che si occupano di ecologia, di sostenibilità, del salvataggio delle balene, e che hanno bisogno di essere finanziate. Se vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo agire: non è facile, ma almeno piantiamo un seme».


Lui si chiama Sari, lei Dharma: da dove viene il suo nome? 
«Il Dharma regola la religione buddhista, significa legge mistica, ciò che deve essere fatto».

I suoi genitori sono buddhisti?


«Mamma lo è, e ci ha educati a ricercare la felicità per poi riportarla nel mondo. Senza imporre nulla, ma nel rispetto reciproco. Mi sono sentita anche naïf per aver sempre date per scontate l’uguaglianza, la parità dei sessi, perché quello che per altri era “diverso” per me era originale, interessante».

Questo non le ha creato problemi?


«Quando dal paesino di Manziana in cui vivevo sono andata al liceo a Roma ho sofferto, gli altri venivano da contesti diversi e mi incasellavano».

Tailleur e top Ermanno Scervino. Gioielli Giorgio Visconti.

Tailleur e top, Ermanno Scervino. Gioielli, Giorgio Visconti.

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In che casella stava?
«Ero la campagnola, per loro era inconcepibile che io i compleanni li festeggiassi nel bosco anziché in un locale. Ma era giusto uscire dal paese, anche se ogni mattina la sveglia suonava alle 5.30».

Ha subito episodi di bullismo? 


«La violenza me la sono fatta io più che gli altri. Sentivo di dovermi uniformare, essere magra, bella... Con il tempo ho capito che andavo bene come sono. A volte i nostri peggiori bulli siamo noi stessi».

Fisicamente com’era?


«Un po’ un maschiaccio, mentre a scuola le ragazze si truccavano e andavano dal parrucchiere. Ero una così normale che non la noteresti neanche sotto tortura, cercavo di passare inosservata».

Non proprio la premessa per una futura attrice.


«Eppure ho sempre voluto recitare. Da piccola entravo in totale empatia con i personaggi dei libri, mi comportavo come loro. Dopo aver finito Orgoglio e pregiudizio, davo del voi a tutti...».

Meglio che immedesimarsi in Cenerentola e dover subire angherie.


«Però non sapevo bene di che cosa si trattasse, finché a scuola sentii dire che Nanni Moretti faceva provini ad alcune liceali per Mia madre. Le mie compagne volevano provarci. Io senza dire niente andai a citofonare alla sua casa di produzione, incontrai la responsabile del casting Annamaria Sambucco, e lei iniziò a mandare il mio nome in giro».

Arrivò Muccino, poi Sorrentino. Personalità non semplici.


«Io cerco di sopravvivere e fare meno figuracce possibile. Sono molto emotiva, ansiosa, lo studio è l’unica cosa che mi fa sentire un po’ più sicura».

Su Instagram ha postato una confezione di ansiolitico...


«Sono portata al black humour... A volte, quando ho una crisi d’ansia faccio un esercizio: mi guardo da fuori e mi consiglio di darmi una calmata».

Torniamo al Natale: con la mamma buddhista, lo festeggiate?


«Sempre. È una festa che serve a riunire tutti. Sono mancata solo l’anno scorso per il covid».