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Dolomiti Pride, Coppola: ''Fugatti non darà il patrocinio della Provincia? Un'altra occasione persa''. Ma 5 anni fa fu la maggioranza di centrosinistra a non darlo

Lucia Coppola interviene per stigmatizzare la decisione del presidente leghista di fatto, però, ammettendo che era immaginabile una tale scelta. Meno immaginabile era stata cinque anni fa la decisione dell'allora presidente della Pat Ugo Rossi che aveva definito l'evento ''folclore ed esibizionismo che non danno un contributo alla società trentina''

TRENTO. A cinque anni dallo straordinario successo del Dolomiti Pride di Trento la kermesse torna nel capoluogo regionale e si annuncia una festa a tutto tondo per tutti. “Vogliamo parlare di libertàuguaglianza inclusione, - spiegava qualche giorno fa il presidente di Arcigay del Trentino, Shamar Droghetti - con un’attenzione particolare alle persone e alle categorie costrette a vivere ai margini”. La data fissata per l'evento è sabato 3 giugno e già si annuncia una partecipazione enorme da ogni direzione. Contrario, come da previsioni, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti che ha preannunciato che dirà ''no'' al patrocinio provinciale sulla manifestazione.

D'altronde Fugatti è un esponente della Lega e certamente era preventivabile una tale presa di posizione (fece certamente più scandalo la decisione, identica, presa cinque anni fa dall'allora presidente Ugo Rossi che guidava una coalizione di centrosinistra e aveva definito l'evento ''Folclore ed esibizionismo che non danno un contributo alla società trentina''). E infatti anche la consigliera provinciale dei Verdi Lucia Coppola chiarisce che non vi è ''nessuna sorpresa per il preannunciato no del presidente Fugatti al Patrocinio al Gay Pride che tornerà a Trento il 3 giugno prossimo. Tutto previsto. La giunta leghista si dimostra ancora una volta incapace di valorizzare le differenze e di accogliere e promuovere il cambiamento. Di accettare un mondo dove chiunque debba ritenersi libero, nei limiti del rispetto degli altri, di esprimere e vivere la propria individualità''.

''Non si vuole prendere atto - prosegue Coppola - di una realtà che esiste e va riconosciuta. Si può e si deve essere liberi di essere quello che si è. Nessuno deve mai sentirsi discriminato, a cominciare nelle scuole, deriso, violato e escluso. C’è ancora molto da fare, peccato che chi dovrebbe per primo garantire condivisione, inclusione, rispetto, dignità indipendentemente dal genere o identità sessuale, dalla razza, dal paese di origine, ritenga di potersi tirare indietro e non riconoscere queste battaglie, accettando invece la diversità come qualcosa che ci può arricchire senza privare il singolo dei propri diritti''.