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Federica Pellegrini: «Noi donne siamo un po' più complicate, ma vale la pena conoscerci bene»

«Noi donne siamo un po’ più complicate, ma vale la pena conoscerci bene». È con un tocco di ironia, quella che la contraddistingue spesso, che Federica Pellegrini ha concluso la sua lectio magistralis, dal titolo «La Donna e la Performance: come il ciclo mestruale può influenzare la prestazione», dopo avere ricevuto la Laurea Honoris Causa dall’Università San Raffaele di Roma, in una cerimonia alla presenza di tutte le cariche più importanti del mondo accademico e sportivo, dal presidente del CONI Giovanni Malagò, al Rettore Vilberto Stocchi.

Alessandro Barnaba

«Ho avuto il ciclo per la prima volta a 12 anni», racconta la Divina senza nascondere l’emozione di ricordare quei momenti in cui si è sentita per la prima volta adulta davvero e ha provato il primo imbarazzo in piscina, davanti al suo allenatore. «Era un uomo, mi vergognavo e fu mia madre a venirmi in soccorso per dirgli che avevo il ciclo mestruale».

Alessandro Barnaba

Poi, il primo assorbente interno, indispensabile per potersi allenare. «L’utilizzo di un assorbente interno è stato inizialmente complicato vista la mia età e vista la scarsissima conoscenza della mia anatomia interna e ancora una volta mia madre è venuta in mio soccorso. Ho avuto fin dall’inizio un ciclo particolarmente regolare, la prima giornata è stata però sempre accompagnata da dolori piuttosto intensi per i quali ho assunto molto spesso degli antinfiammatori». Come ha sottolineato più volte Federica, le nuotatrici vengono spesso penalizzate di più, tra le atlete, con l’arrivo del ciclo mestruale. Ecco perché la scelta di parlarne, e Federica Pellegrini lo fece per la prima volta alle Olimpiadi di Rio 2016, segna un prima e un dopo nel mondo dello sport.