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Forza Italia tra Meloni a destra e Renzi al centro Ipotesi scissione, due indizi: caso Sicilia e Moratti

Forza Italia sotto il magnete di Meloni e Renzi

Ora che i giochi “grandi” sono stati fatti a livello nazionale dando un governo sulla carta che pare stabile più che per meriti suoi per demeriti di una opposizione divisa, incominciano a manifestarsi pericolose fessure se non vere e proprie crepe nella “diga” di Forza Italia, il partito più debole di quelli che formano il centro – destra.

Sono movimenti carsici che da tempo stanno infiltrando le basi del partito di Berlusconi, ed è un fenomeno che sta nell’ordine delle cose.

Infatti nel cdx la spinta propulsiva di Forza Italia va progressivamente esaurendosi con l’avanzare dell’età del suo leader che pur mostrando una vitalità incredibile e pur continuando a fare politica, è tornato a fare il senatore a ben 86 anni, dovrà prima o poi farsi da parte per motivi fisiologici. A quel punto il suo elettorato sarà preso tra due potenti magneti politici: il primo si chiama Giorgia Meloni e attrarrà a destra la componente più conservatrice, l’altro è Matteo Renzi, che attrarrà la sua componente più centrista.

Poi Renzi si occuperà anche di quel poco che resta dei “popolari” ex DC, tipo “Noi con l’Italia” attualmente guidato da Maurizio Lupi, e i giochi si chiuderanno.

I dati degli ultimi sondaggi, come quello di Pagnoncelli del 24 novembre, mostrano che il processo è già cominciato:

Fratelli d’Italia al 31,4%, Lega al 7,3%, Forza Italia al 6.8%, Azione + Italia Viva al 6,8%.

Alle Politiche Forza Italia aveva preso l’8,1% e Azione + Italia Viva il 7,8%. Quindi abbiamo assistito al fatto che Renzi, come Terzo Polo, ha raggiunto Berlusconi.

Per questo motivo il flusso verso il centro è aumentato come è aumentato il flusso verso la destra.

Infatti se si guarda il raffronto con i dati delle ultime politiche si vede come FI abbia perso esattamente 2 punti percentuali (era all’8.8%) e il Terzo polo ne abbia perso esattamente uno (erano al 7,8%) e quell’ uno per cento di differenza è andato in parte alla Meloni e in parte agli stessi Renzi – Calenda, il resto spiegato con chi ora non voterebbe più Terzo Polo e si asterrebbe.

Ed infatti in questo lasso di tempo che va dal 25 settembre al 24 novembre, quindi esattamente due mesi fa, ci sono stati due grandi riassestamenti politici.

Il primo riguarda la discesa in campo con Renzi di Letizia Moratti in Lombardia e il secondo la clamorosa scissione in Sicilia di Forza Italia in due gruppi elettorali distinti, Forza Italia 1 guidata dal governatore Renato Schifani e Forza Italia 2 guidata da Gianfranco Miccichè.

Partiamo dalla Lombardia.

La Moratti è la candidata del Terzo Polo, una tipica “mossa del cavallo” di Renzi, ed ha messo in crisi il Pd che ha risposto con Pierfrancesco Majorino, con il sindaco di Milano Beppe Sala che insiste affinché si apra comunque un dialogo con la Moratti.

In questi giorni c’è stata una telefonata tra Renzi e Berlusconi che fa capire come l’ex sindaco di Firenze stia puntando l’elettorato di Forza Italia in Lombardia e Berlusconi voglia utilizzare in cambio Renzi contro la Meloni a livello nazionale.

In Sicilia c’è stata invece l’incredibile costituzione formale di due differenti gruppi di Forza Italia il che mostra plasticamente quanto detto.

E cioè l’influenza della Meloni sull’elettorato di destra di Forza Italia.

Il processo di polarizzazione di Forza Italia è quindi cominciato e la scissione siciliana potrebbe essere replicata, anche se non subito, a livello nazionale. In ogni caso Berlusconi non è uomo da farsi prendere alla sprovvista e il dialogo aperto con Renzi ne è la prova.

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