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Fugatti in trincea tra un mercatino e l'altro. Dai tagli del nastro alle gite sul Nagià Grom bagni di folla per il presidente, tanto la Pat è una macchina perfetta

MORI. Fugatti in trincea tra un mercatino e l'altro. Il presidente della Provincia da giorni rimbalza da un'inaugurazione all'altra e dopo il mercatino di Rovereto di ieri sera (e prima ancora c'era stata la foto di rito per la rottura dell'ultimo diaframma nella galleria Loppio-Busa che trovate in coda all'articolo) oggi ha partecipato all'inaugurazione del mercatino di Avio e poi è salito in quota per raggiungere le trincee della Grande Guerra. La macchina provinciale, evidentemente, viaggia senza troppi intoppi anche senza di lui (e membri vari della Giunta che spesso lo accompagnano) che invece non vuole proprio mancare a questi appuntamenti da ''taglio del nastro''. E infatti, non si era perso il via nemmeno dei mercatini della scorsa settimana: da quello di Trento a quello di Rango. Il tutto sempre e comunque celebrato con comunicati stampa. 

''Qui oggi vediamo concretizzarsi un’importante collaborazione fra il Comune di Avio e quello di Ala nell’ambito delle iniziative organizzate per il Natale - ha detto il presidente oggi in Vallagarina -. Una sinergia che consente di ammirare le bellezze artistiche, culturali e storiche di entrambi i Comuni grazie anche a servizi che mettono in collegamento i due territori, ognuno con le proprie peculiarità. Ogni mercatino allestito in Trentino e ogni abitato che lo ospita presenta infatti caratteristiche uniche che ogni territorio sa adeguatamente valorizzare grazie all’impegno delle comunità locali. Ogni località contribuisce quindi al nostro modo di fare accoglienza e a rendere concorrenziale la nostra offerta turistica. I risultati li vediamo anche in questo 2022, che sta avendo numeri migliori del 2019, anno dei record per quanto riguarda il turismo in Trentino”. 

Poi è stata la volta della gita in montagna per raggiungere il caposaldo austroungarico sul Nagià Grom in Val di Gresta. Il presidente è salito dall’abitato di Manzano accompagnato nel corso della visita al caposaldo dal Capogruppo degli Alpini di Mori Fiorenzo Bertolini, dalla presidente del Consiglio comunale di Mori Silvana Scarabello Vettore, dal consigliere comunale Aurelio Gentili in rappresentanza del sindaco Stefano Barozzi e da Italo Cattoi e Dino Finotti del Gruppo Alpini di Mori. Il caposaldo austroungarico sul Nagià Grom è una “fortezza naturale” che ha ricoperto un particolare valore strategico durante il primo conflitto mondiale, tanto che i comandi militari austriaci cominciarono ad allestirvi un campo trincerato prima ancora di entrare in guerra con l’Italia.

L’area, vista la sua rilevanza tattica, arrivò ad essere presidiata da alcune centinaia di uomini. Un patrimonio storico che rende efficacemente l’idea della vita dei soldati in trincea e che è stato recuperato grazie all’intervento del Gruppo alpini di Mori. A partire dal 2001 le penne nere, su impulso di Francesco Silli, promotore dell’opera di recupero, hanno infatti ripristinato fra l’altro i sentieri, le trincee, le postazioni scavate nella roccia e i manufatti con il sostegno operativo della Provincia e grazie anche alla collaborazione di diversi cittadini e associazioni. Oggi questa preziosa risorsa storica e culturale è meta anche di numerose visite didattiche organizzate in collaborazione con il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto. Basti pensare che nel solo mese di ottobre sono state ben quarantanove le scolaresche provenienti dal nord Italia che hanno visitato il caposaldo, ma nel corso degli anni l’area è stata meta anche di studenti provenienti da tutto il Paese.

A questi ragazzi, appassionati, escursionisti oggi si è aggiunto il presidente della Provincia che ha spiegato, come si legge nel comunicato stampa: “Un luogo di particolare valore culturale, forse meno noto rispetto alle classiche trincee che conosciamo in Trentino ma non per questo meno ricco di testimonianze della Grande Guerra. Un luogo denso di storia e di scorci di particolare significato per comprendere ciò che è stato il primo conflitto mondiale. In ogni angolo, in ogni trincea, in ogni manufatto possiamo immaginare e cogliere la vita dei soldati, le loro difficoltà quotidiane e la tragedia stessa della guerra. Una grande testimonianza recuperata e messa a disposizione della comunità, compresi i tanti studenti che vengono qui in visita, grazie allo straordinario impegno del Gruppo Alpini di Mori, ai quali va il mio più sentito ringraziamento.”