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Gas dalla Russia, riparte il flusso per l’Italia attraverso lo snodo Tarvisio

ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’annuncio di Eni

Alla base della ripartenza ci sarebbe il versamento di una garanzia che Gazprom si sarebbe rifiutata di pagare

di Celestina Dominelli

5 ottobre 2022

Cingolani: "Price cap sul gas russo non ridurrebbe i prezzi, sarebbe solo una sanzione"

Sono ripartiti i flussi di gas in arrivo dalla Russia verso l’Italia. La notizia è stata comunicata da Eni sul suo sito. L’interruzione era partita sabato scorso per via di una disputa commerciale tra il colosso russo dell’oil&gas Gazprom e Gas Connect Austria, l’operatore austriaco del dispacciamento gas. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore lo sblocco sarebbe avvenuto grazie all’intervento del gruppo guidato da Claudio Descalzi che avrebbe versato la garanzia da 20 milioni di euro prevista dalla nuova normativa austriaca che disciplina il passaggio di gas attraverso le proprie infrastrutture.

L’annuncio dei due gruppi

«Eni - si legge sul sito del gruppo - informa che oggi sono ripresi i flussi di gas approvvigionati da Gazprom. La ripresa delle forniture è stata resa possibile dalla risoluzione da parte di Eni e delle parti coinvolte dei vincoli che derivano dalla nuova normativa introdotta dalle autorità di regolamentazione austriache». La conferma del riavvio dei flussi è arrivata anche da Gazprom. «In collaborazione con i buyer italiani, è riuscita a trovare una soluzione per il format di cooperazione a seguito delle modifiche normative da parte austriaca avvenute a fine settembre e che avevano portato alla sospensione delle forniture all’Italia».

Il nodo risolto della garanzia da versare all’Austria

Al centro del blocco, come noto, c’era un deposito cauzionale che i russi non avrebbero pagato alla società di dispacciamento austriaca impedendo il passaggio del gas attraverso il Tag (Trans Austria Gas Pipeline). Le regole in vigore in Austria da fine settembre prevedono che il gas trasportato fino al confine con il Paese sia consegnato all’operatore locale a fronte di una garanzia fisica a supporto di tale transito. A prospettare la possibile soluzione era stato nei giorni scorsi l’ad di Eni, Claudio Descalzi, a margine degli Eni Award. «Stiamo vedendo come sia possibile subentrare o al trasportatore o a Gazprom. Si parla di 20 milioni di garanzie su miliardi di euro che passano e quindi adesso vediamo se riusciamo a subentrare e facciamo questo sforzo monetario».

Dalla Russia il 9-10% dell’import di gas

Sui tempi Descalzi aveva chiarito che «il gas è già in Austria in questo momento il gas non è nelle mani di Gazprom, è rimasto in Austria e in Germania. Sto facendo fare una analisi di compliance ed entro questa settimana spero che questo problema possa essere risolto». Il gas dalla Russia torna quindi a fluire attraverso lo snodo di Tarvisio, punto di ingresso del metano in arrivo da Mosca via Ucraina. Prima dello stop, dalla Russia arrivavano 20 milioni di metri cubi di gas al giorno, il 9-10% di tutte le forniture importate dall’Italia, aveva chiarito lo stesso ceo di Eni.

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