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Governo dopo le elezioni: le ultime news. Pnrr, Draghi in cabina di regia: "Non ci sono ritardi, il prossimo governo lo attuerà". Meloni riunisce FdI

Giorgia Meloni vuole "il miglior governo possibile" e se in un ministero l'alleanza di centrodestra "non ha un esponente di livello adeguato non c'è alcun problema ad affidare a un tecnico quell'incarico". La premier in pectore lo dice chiaramente ai suoi durante l'esecitivo nazionale di FdI, i cui esponenti Rampelli e Lollobrigida escludono veti contro Matteo Salvini, attaccato da Carlo Calenda: "Al Viminale non c'è mai stato: andava in giro a baciare prosciutti". Mentre continuano le trattative per formare il governo con il centrodestra spaccato sul Viminale, è arrivata la convocazione ufficiale: la prima seduta della Camera ci sarà giovedì 13 ottobre alle 10. Vigilia di direzione Pd, c'è attesa per la relazione di Enrico Letta ma nel partito è tutti contro tutti. Pier Luigi Bersani chiede lo stop delle primarie. Walter Veltroni un partito nuovo. Il leader 5S Giuseppe Conte lancia una manifestazione per la pace in Ucraina, ma senza simboli. La dem Boldrini apre: "Organizzata dalle associazioni, riempirebbe un vuoto". Alle 15 cabina di regia sul Pnrr con ministri e capigruppo maggioranza, Forza Italia attacca: "Surreale non essere invitati". E Moody's avverte: "Senza riforme possibile taglio del rating".

Draghi: "Sfida prossimi mesi al nuovo capitolo Pnrr su energia"

"Il Piano REPowerEU, destinato ad assicurare l'autonomia energetica dalla Russia con l'inserimento di un nuovo capitolo nei Pnrr nazionali, rappresenta la sfida per i prossimi mesi". Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi.

Draghi: "Il prossimo governo attuerà Pnrr con la stessa efficacia"

"Il governo ha adottato tutte le misure necessarie a favorire una efficace attuazione del Piano".
Ora "spetta ovviamente al prossimo governo continuare il lavoro di attuazione, e sono certo che sarà svolto con la stessa forza ed efficacia". Sono alcuni passaggi dell'intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi in apertura della cabina di regia a Palazzo Chigi sul Pnrr.

Pnrr, Draghi: "Non ci sono ritardi, Ue non darebbe i soldi"

"Non ci sono ritardi nell'attuazione del Pnrr: se ce ne fossero, la Commissione non verserebbe i soldi". Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi.

Meloni a FdI: "Fase più difficile della storia della Repubblica"

"Ci troviamo di fronte alla fase forse più difficile della storia della repubblica italiana". Così il presidente di Fdi Giorgia Meloni durante l'esecutivo nazionale di Fdi.

Draghi: "Pnrr occasione unica, fondamentale per la credibilità"

"Il Pnrr è un'occasione unica per il rilancio dell'Italia, per il superamento delle diseguaglianze territoriali, di genere e generazionali che gravano sul Paese. La sua piena attuazione è fondamentale per la nostra credibilità - verso i cittadini e i partner internazionali. Dobbiamo mantenere gli impegni presi e, per farlo, c'è bisogno del sostegno di tutti". Così il premier Mario Draghi aprendo la cabina di regia a Palazzo Chigi sul Pnrr.

Meloni ai suoi: "No nomi imposti e niente bilancino"

"Se avremo l'incarico, sarà un governo politico perché eletto dal popolo e con una chiara impronta politica che è quella del centrodestra. E non verranno imposti nomi di personalità che non siano all'altezza né si procederà con il bilancino, proprio perché ci metto la faccia affinché sia un esecutivo di alto profilo". Secondo quanto si apprende, è un passaggio dell'intervento della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni ai dirigenti del suo partito nella riunione di oggi, in vista del prossimo governo.

Meloni ai suoi: "Governo non sarà composto per risolvere beghe interne di partito"

"Come chiesto dai cittadini", il prossimo governo "porterà avanti politiche in discontinuità rispetto a quelle messe in piedi in questi anni dagli esecutivi a trazione Pd. E per farlo intendiamo mettere in piedi il Consiglio dei ministri più autorevole e di alto profilo possibile. Questo significa che non sarà composto per risolvere beghe interne di partito o proponendo qualsiasi nome o per rendite di posizione". Lo ha detto, a quanto si apprende, la leader di Fdi Giorgia Meloni nel corso dell'esecutivo nazionale del partito.

Meloni ai suoi: "La sinistra è in totale corto circuito"

"La sinistra è in totale corto circuito: siamo arrivati al punto di vedere manifestazioni di protesta contro il nostro governo senza che ancora ci sia il nostro governo. Abbiamo visto femministe scendere in piazza per protestare contro la possibilità di avere il primo presidente del Consiglio donna". Lo avrebbe detto la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, nel corso dell'esecutivo nazionale di FdI.

Meloni a Fdi: "Rapporti buoni. Rispetterò il 'peso' degli alleati"

I nomi del governo si fanno prima al presidente della Repubblica, è una questione di correttezza istituzionale. E' la premessa, riferisce chi ha partecipato all'esecutivo nazionale di Fdi, utilizzata da Giorgia Meloni che si è soffermata anche sul governo nel suo intervento. I rapporti con gli alleati - ha rimarcato secondo quanto viene riferito - sono molto buoni, stiamo portando avanti una interlocuzione positiva. Rispetterò gli equilibri ma servono nomi di alto profilo, non è una questione di tecnici o di politici. A capo dei dicasteri servono le giuste competenze, il ragionamento del presidente di Fdi, secondo quanto viene riferito.

Pnrr: al via cabina di regia a palazzo Chigi

È iniziata a Palazzo Chigi la cabina di regia sul Pnrr presieduta dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Sul tavolo la relazione sullo stato di attuazione del Piano, che sarà successivamente trasmessa al Parlamento.

Meloni al partito: "Raccogliamo il frutto di un duro lavoro"

"Siamo partiti dall'1.98% per arrivare a essere oggi il primo partiro italiano con il 26%". Lo ha sottolineato, secondo quanto viene riferito, il presidente di Fdi Giorgia Meloni durante l'esecutivo nazionale del partito. 'A 10 anni dalla costituzione della fondazione "raccogliamo il frutto del duro lavoro", ha rimarcato la presidente di Fdi nel suo intervento.

Meloni a Fdi: "Mai stata 'draghiana' e non lo sono ora"

Non sono mai stata 'draghiana' e non lo sono ora. Sui giornali si parla di inciuci ma io sono molto contenta dell'interlocuzione con il governo. È uno dei passaggi del discorso del presidente di Fdi Giorgia Meloni all'esecutivo nazionale del partito secondo quanto riferisce chi ha partecipato alla riunione. Il presidente di Fdi si è soffermato anche sul tema della politica estera, ribadendo la necessita' che l'Italia resti nella cornice europea portando avanti gli interessi nazionali.

(agf)

Meloni ai suoi: non vedo il problema a far ricorso a tecnici

Il problema non è scegliere ministri tecnici o politici: l'obiettivo è quello di avere una squadra formata da persone di alto profilo, all'altezza della situazione. Se in un dicastero l'alleanza di centrodestra non ha un esponente di livello adeguato non c'è alcun problema ad affidare a un tecnico quell'incarico. E' il concetto ribadito dal Presidente di FdI, Giorgia Meloni, a quanto si apprende, durante riunione dell'esecutivo del partito.

Meloni:  io ci metto faccia, momento importante, fare bene
 

"In questo governo io ci metto la faccia. Voglio fare bene, il momento è importante, daremo il massimo dell'impegno". Lo ha detto - a quanto riferiscono alcuni presenti -, Giorgia Meloni nel corso dell'esecutivo.

Meloni a Fdi, servono i migliori. Abbiamo peso enorme

Serve responsabilità, occorre mantenere i nervi saldi. La sfida decisiva arriva adesso. E' il ragionamento, riferiscono fonti parlamentari, fatto dalla presidente di FdI Giorgia Meloni all'esecutivo nazionale del partito.

Serve il miglior governo possibile. Si sta portando avanti una transizione ordinata, sono soddisfatta di come Fratelli d'Italia si sta comportando. Un discorso 'motivazionale', racconta chi era presente. In passato FdI è stata anche sottovalutata ma stiamo dimostrando di essere responsabili, il 'refrain'.

Meloni ha rimarcato soprattutto, secondo quanto viene riferito, il "peso enorme" che è sulle sue spalle e su quelle del partito perchè - questo il ragionamento che viene riferito - saranno settimane e mesi difficili, occorrerà affrontare sfide delicate.

La presidente FdI ha tra l'altro indicato la priorità nel caro-energia e ha sottolineato, sempre secondo quanto viene riferito, la necessità di mantenere una linea internazionale ben salda nella cornice atlantista.

La Russa: no nomi né veti, ci fidiamo di Meloni

"Non si è parlato di nomi, non si è parlato di veti o di formazioni. Tutti abbiamo dato al presidente meloni la nostra piena assicurazione di fidarci del suo giudizio in questa fase".

Così il senatore di FdI Ignazio La Russa, alla fine dell'esecutivo del partito.

Boldrini: manifestazione per la pace in Ucraina riempie un vuoto

(ansa)
"Una manifestazione per la #pace in #Ucraina, organizzata dalle associazioni, riempirebbe un vuoto. Il proseguimento del conflitto non va dato per scontato, bisogna mobilitarsi, far sentire la propria voce e spingere in direzione di una azione politico-diplomatica volta a far tacere quanto prima le armi. Proprio perché Putin è un guerrafondaio è necessario insistere, dando seguito alle parole di Papa Francesco, lavorando affinché entrambe le parti in causa tornino a sedersi intorno a un tavolo e diano vita a negoziati non di facciata. La costante escalation sia militare che verbale rende concreta la minaccia nucleare, che va scongiurata, mettendo in sicurezza il mondo da questo terribile pericolo". Ad affermarlo in una nota Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico.

Governo: da esecutivo FdI pieno mandato a Meloni

Pieno mandato a Giorgia Meloni in vista della formazione del nuovo governo e niente nomi. Ma un ragionamento sulle priorità della nazione e sulla realizzazione del programma che i cittadini hanno votato, la soluzione dei problemi del paese e la strategia da intraprendere. E' quelllo che sarebbe emerso dalla lunga riunione dell"esecuto FdI durata circa tre ore.

Giovedì 13 alle 10 la prima seduta della Camera

La Camera dei deputati è convocata giovedì 13 ottobre 2022 alle ore 10.00 per la prima seduta della XIX legislatura. All'ordine del giorno figurano: la costituzione dell'Ufficio provvisorio di Presidenza; la costituzione della Giunta delle elezioni provvisoria e la proclamazione di deputati subentranti; l'elezione del Presidente (per scrutinio segreto).

In base a quanto disposto dal Regolamento, la seduta sarà presieduta dall'onorevole Ettore Rosato nella sua qualità di vicepresidente più anziano per elezione tra quelli della legislatura precedente.

Conclusa riunione esecutivo nazionale FdI

Si è conclusa, nella sede Fdi di Via della Scrofa, la riunione dell'esecutivo nazionale di Fratelli d'Italia con la leader Giorgia Meloni.

Moody's: "Possibile taglio rating senza riforme"

Moody's, che dopo le elezioni non ha modificato il suo giudizio sull'Italia aspettando la formazione di un nuovo Governo, aggiorna il profilo, analizza la situazione e i possibili sviluppi. Senza riforme il rating potrebbe essere tagliato. "Probabilmente declasseremmo i rating dell'Italia se dovessimo vedere un significativo indebolimento delle prospettive di crescita di medio termine del Paese, a causa della mancata attuazione delle riforme a favore della crescita, comprese quelle delineate nel Pnrr", scrivono gli analisti in un report di aggiornamento.

Anche "politiche fiscali e/o economiche che indeboliscono il sentiment del mercato e l'aumento dei livelli di indebitamento nel medio termine" porterebbero al ribasso dei rating dall'attuale Baa3. Moody's mette sul tavolo tutti i fattori che porterebbero a un cambio del rating sull'Italia, anche in positivo.

"Sebbene sia improbabile un aumento del rating nel prossimo futuro, prenderemmo in considerazione la possibilità di cambiare l'outlook a stabile (da negativo, ndr) se" ci fosse la prova "che il prossimo governo è impegnato nell'attuazione di riforme strutturali a sostegno della crescita, comprese quelle delineate nel Pnrr" e se questa "fosse accompagnata da un credibile piano di risanamento di bilancio a medio termine che impedirebbe un aumento significativo del debito".

Forza Italia: "Surreale che non siamo stati invitati a cabina di regia del Pnrr"

"Com'è noto, Forza Italia, nell'attuale governo, non è rappresentata da alcun capo delegazione e da alcun ministro. Gli ex ministri azzurri, oggi, rappresentano la futura opposizione al nuovo Esecutivo che presto si insedierà a Palazzo Chigi, o soltanto se stessi. Pertanto, Forza Italia ritiene surreale non essere stata coinvolta alla riunione delle 15 sul PNRR, a cui parteciperanno, oltre al premier Draghi, i ministri e i  capi delegazione delle forze di maggioranza. Ricordiamo che le linee di attuazione del PNRR riguarderanno  anche - se  non soprattutto -  il governo politico di cui Forza Italia farà parte". Lo scrive Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia.

Anche i ministri alla cabina di regia sul Pnrr. La Relazione sullo stato di attuazione sarà trasmessa al Parlamento

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha convocato per le 15 una riunione della cabina di regia alla quale parteciperanno anche i ministri. Al centro dell'incontro il Pnrr. A seguire si riunirà il Consiglio dei ministri.

Nel corso dell'incontro, informa una nota di Palazzo Chigi, sarà illustrata la Relazione sullo stato di attuazione del Piano, che sarà successivamente trasmessa al Parlamento. Alla cabina di regia parteciperanno i ministri e il sottosegretario alla Presidenza Garofoli.

Lollobrigida (FdI): "Ministri tecnici se la situazione lo richederà"

(agf)

"Noi oggi purtroppo non abbiamo ancora nemmeno l'elenco degli eletti dei singoli partiti a causa di una disorganizzazione che c'è stata". Così il capogruppo di FdI alla Camera Francesco Lollobrigida, a margine del consiglio nazionale del partito nella sede di via della Scrofa a Roma.

"Un governo eletto dal popolo - aggiunge - che ha una salda maggioranza è già un governo politico, dopodiché ci saranno ministri politici e se la situazione lo richiederà ci sarà la possibilità di utilizzare personalità di alto profilo. C'è solo una verifica delle competenze necessarie".

Malpezzi (Pd): Meloni ha usato paure, ora scia di Draghi

"Colpisce ora che Giorgia Meloni stia chiaramente percorrendo la strada della continuità con il governo Draghi: evidentemente quello che abbiamo fatto non era sbagliato e chi era all'opposizione ha cavalcato e usato strumentalmente le paure del Paese. Una volta al governo la Meloni si metterà in scia del governo Draghi". Così questa mattina a Omnibus la senatrice del Pd Simona Malpezzi.

"È chiaro - aggiunge - che il Pd ha pagato le sue scelte di responsabilità, partecipando a governi che hanno annacquato la natura stessa del Pd, perché quando tu ti trovi a governare con chi è lontano da te anni luce, rinunci a un pezzettino della tua identità, per provare i risolvere i problemi del Paese. Noi questo lo abbiamo sempre fatto con un senso di responsabilità che rivendichiamo, ma che allo stesso tempo sappiamo che non ha portato consenso", conclude.

Lollobrigida, non mi risultano veti di alcun tipo sul governo

"Non mi risulta che ci siano veti di alcun tipo", sulla formazione del nuovo governo, "partire dai veti è sbagliato". Lo dice il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida, mentre l'esecutivo di FdI è in corso.

Governo: Fedriga, no braccio ferro ma ragionare in prospettiva

"Non vedo bracci di ferro tra Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia sul governo", dice Massimiliano Fedriga a margine di una conferenza stampa in Regione a Trieste, rispondendo alle domande dei giornalisti sul 'nodo Viminale'.

"Ieri - aggiunge, riferendosi al Consiglio federale del partito - ho partecipato a una riunione. Vedo voglia di fare proposte e di collaborare. E' un governo che durera' 5 anni, e deve ragionare in prospettiva, non puo' limitarsi alla formazione del governo stesso. La volonta' e il mio auspicio e' dare stabilita' al Paese".

"L'ho detto - rimarca il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia - addirittura quando non si sapeva chi avrebbe vinto le elezioni. Quando si continua a cambiare il governo e i ministri si crea un problema strutturale che indebolisce il Paese e la tutela degli interessi nazionali nei contesti internazionali".

Pnrr: cabina di regia alle 15 con Draghi

Si terrà alle 15 la cabina di regia tra il premier Mario Draghi e i capidelegazione delle forze di maggioranza per fare il punto sul Pnrr. La riunione, a Palazzo Chigi, anticiperà il Consiglio dei ministri fissato per le 16.30.

FdI: al via esecutivo nazionale con Meloni

È cominciata la riunione dell'esecutivo nazionale di Fratelli d'Italia, nella sede del partito in via della Scrofa a Roma. Oltre alla presidente Giorgia Meloni arrivata in macchina, sono entrati a piedi tra gli altri Andrea Delmastro, Ignazio La Russa, Fabio Rampelli, Raffaele Fitto, Marcello Gemmato, Tommaso Foti e i capigruppo parlamentari Luca Ciriani e Francesco Lollobrigida.

Rampelli (FdI): "Non mi risulta veto su Salvini a Interni"

"Non mi risulta" che ci sia un veto sull'approdo di Matteo Salvini al Viminale, "comunque adesso stiamo andando a questa riunione per capire il quadro. Poi sarà Giorgia Meloni, quando riterrà, a informarvi". Lo ha detto il deputato di FdI Fabio Rampelli, rispondendo ai giornalisti prima di entrare nella sede del partito per la riunione dell'esecutivo nazionale.

"Polemiche? Non so deve siano queste polemiche sinceramente, ci sono tre partiti che devono comporre un governo, è normale che discutano anzi mi pare che le cose stiano andando benissimo, perché non c'è proprio alcuna polemica", ha aggiunto Rampelli, e a chi gli domandava della "lista della spesa" della Lega sui ministeri ha replicato: "Tutti hanno una lista della spesa, non credo che questo possa essere rappresentato come un problema. Hanno dato delle indicazioni su cui si discuterà. Nervosismo non c'è - ha aggiunto -, l'attenzione legittima del circuito mediatico crea molto più nervosismo di quanto ce ne sia nella realtà".

Meloni arrivata nella sede del partito per esecutivo nazionale: "Sto leggendo sms. Anche di Salvini"

(ansa)
La leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, è arrivata nella sede del partito in via della Scrofa a Roma per la riunione dell'Esecutivo nazionale. Arrivando in macchina Meloni stava leggendo qualcosa sul suo smartphone. Ai cronisti che le chiedevano se si trattasse della lista dei ministri, la presidente di FdI ha risposto: "No, sto leggendo gli sms". Anche quelli di Salvini? "Anche", ha chiosato Meloni.

Ciocca: "Il comitato Nord di Bossi è anti sfascio Lega"

"È sbagliato dire che è colpa di Salvini, ma il Comitato del nord di Bossi è un'operazione anti sfascio della Lega. Togliamo le risorse al reddito di cittadinanza e mettiamole subito sul caro bollette. Salvini al Viminale? Se non viene scelto vuol dire che i ministri li sceglie il centrosinistra". Così Angelo Ciocca, europarlamentare della Lega, è intervenuto ai microfoni della trasmissione "L'Italia s'è desta" condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente.

Sulla crisi della Lega. "Bossi giustamente lancia un'idea a seguito di un'analisi di un malessere interno al movimento, che si è espresso nel non voto alla Lega. Al nord abbiamo visto dimezzarsi il consenso elettorale. Salvini sta facendo il massimo, chi oggi sintetizza che è colpa di Salvini fa un gesto banale è ingiusto. L'idea del comitato del nord è un'operazione anti sfascio Lega. Dentro al partito abbiamo necessità di tornare sull'identità del progetto della Lega. L'identità è ciò che non dobbiamo perdere. In primis abbiamo un'esigenza che è l'autonomia. Non posso pensare che prendiamo soldi, sottraendoli alla virtuosità del progetto autonomista, buttandoli nel reddito di cittadinanza. Il comitato oggi chiede subito lo stop al reddito di cittadinanza per mettere subito quelle risorse sul caro bollette. Non ho nulla contro la progettualità di essere una forza a livello nazionale, però la Lega ha delle radici e senza le radici non si sta in piedi. I bisogni del nord non sono in contrasto con quelli di altre parti del Paese, non possiamo pensare di vedere sprechi col reddito di cittadinanza e farli pagare ai cittadini del nord che sono i maggiori contribuenti. Trasformiamo il reddito di cittadinanza in lavoro di cittadinanza".

Su Salvini al Viminale. "Quando uno fa bene in un mestiere io non avrei dubbi a riconfermarlo. Se un professore è bravo un'università lo tiene, se un giornalista è bravo un'emittente lo tiene. Se vogliamo far passare il messaggio che la meritocrazia è un valore dobbiamo confermare Salvini al Viminale. Non trovo uno del centrodestra che non riconosca che Salvini sia stato un ottimo ministro dell'Interno. Se non lo scelgono come Ministro dell'Interno allora vuol dire che i ministri li sceglie il centrosinistra", conclude Ciocca.

D'Alema: il Pd non intercetta voto popolare, ha bisogno del M5S

"I dirigenti del Pd hanno pensato che la fine di Draghi provocasse un'ondata popolare nel Paese, travolgesse Conte e portasse il Pd, la forza più leale a Draghi, a essere il primo partito. Io non so che rapporti abbiano i dirigenti del Pd con la società italiana. Mi domando persino dove prendano il caffè la mattina, perché il risultato ha detto esattamente l'opposto". Così, in un'intervista al Fatto Quotidiano, l'ex premier, Massimo D'Alema sulle elezioni e sul Pd. "La destra ha preso 12 milioni di voti, gli stessi del 2018, con una forte concentrazione in FdI. È un risultato sconvolgente, perché la maggioranza parlamentare poggia su un consenso espresso dal 28% dell'elettorato, in termini assoluti - sottolinea - Neanche uno su tre. Oggi la destra avrà il controllo delle istituzioni con 12 milioni di voti: sono elezioni che mostrano una profonda crisi del sistema democratico".

(agf)
E parlando dei rapporti con i M5s aggiunge: "Vorrei ricordare che i 5S già all'inizio della legislatura avevano scelto il Pd come partner naturale, ma ci fu il diniego dell'allora leader del Pd (Renzi, ndr). Conte ha rifondato e ricollocato i 5S e il Pd ha bisogno di lui perché non intercetta più il voto popolare", secondo 'D'Alema "ora bisogna ricomporre il campo largo e fare un lavoro profondo per riguadagnare la passione di chi non vota più. Sapendo che c'è una coalizione democratica e di centrosinistra potenzialmente maggioranza".

Infine aggiunge: "Il Pd non può pensare di riassumere in sé la sinistra ed è diventato scarsamente attrattivo. Tuttavia c'è bisogno del Pd. Penso che dovrebbe fare un bilancio serio e onesto degli ultimi anni e fare anche quelle correzioni statutarie che consentano di ricostituire un partito nel senso proprio del termine. Un partito vero".

Berruto (Pd): Calenda? Grazie, ma mi fermo all'incipit...

"Cari amici del Pd, la scelta che dovete compiere...Grazie, ma mi fermo all'incipit. Perchè in queste 9 parole c'è proprio tutto Carlo Calenda". Lo scrive Mauro Berruto del Pd sui social network riferendosi alla lettera aperta che il leader di Azione ha pubblicato su Repubblica.

Fratoianni-Bonelli: senza campo largo la destra vincerà ancora

"La ricetta politica di Calenda consegnerebbe alla destra il governo del Paese e delle Regioni per lunghi anni come accaduto alle elezioni del 25 settembre". Lo scrivono Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni in una lettera a Repubblica.

Il riferimento è all'appello lanciato da Calenda al Pd con le parole "Il campo largo non esiste, scegliete tra il riformismo e il populismo dei Cinque Stelle". "Il risultato elettorale del 25 settembre dimostra che una alleanza larga non avrebbe consegnato l'Italia alla destra: si vuole continuare su questa strada che è stata irresponsabile? Noi non siamo d'accordo e lavoriamo per unire e non per dividere", aggiungono.

Calenda: "Pd in mano a cinque persone, sempre gli stessi"

"Il dialogo non si chiude con nessuno, ma è un partito in mano a cinque persone che sono sempre le stesse e se la decidono tra loro. Trovano una persona che li rappresenta ma poi alla fine si alleano con chiunque pur di stare al governo, questa cosa qui li ha distrutti dentro". Così il leader di Azione, Carlo Calenda, a Radio Capital.

Calenda: "Salvini non merita il Viminale, andava in giro a baciare i prosciutti"

Del totoministri non può fregarmene di meno. Ora tocca al centrodestra trovare le persone che quel lavoro lo sanno fare. Noi faremo una opposizione costruttiva". Lo afferma Carlo Calenda di Azione a Radio Capital.

"Salvini è già stato nominato al Viminale ma non c'è mai andato: andava in giro invece a baciare prosciutti. Nella vita normale non meriterebbe di tornarci, ma merito e politica non hanno nulla a che fare tra loro", conclude.

Salvini bacia la coppa: "Se mi devono condannare, la pena voglio scontarla qui"

Bersani: basta primarie Pd, serve partito nuovo

"Deciderà il Pd un percorso. Se c'è da dare un contributo di discussione noi ci saremo, non siamo mai andati via dall'idea di una sinistra di governo. Ma è chiaro che la prima domanda nostra sarà 'alla fine del percorso c'è un partito nuovo o si montano i gazebo per scegliere il capitano?'. Questo è decisivo. Basta primarie. Il dilemma non è sciogliere o non sciogliere, è allargare, è l'esigenza di un profilo, di un collegamento con il tema del lavoro, di una forma partito adeguata. Io lo chiamo un partito nuovo". Così Pierluigi Bersani in un'intervista al Corriere della Sera, rispondendo alla domanda se il Pd vada sciolto.

(ansa)

Quanto alla domanda sui 5 stelle, se debbano stare dentro o fuori, Bersani risponde: "Hanno mostrato sensibilità su temi acuti come povertà, ambiente, diritti, sobrietà della politica. Temi utili alla definizione di un campo progressista, ma che non toccano le strutture della uguaglianza da riprogettare: diritti e dignità del lavoro, fiscalità progressiva, welfare universalistico, politiche industriali e ambientali su cui da decenni la sinistra ha il know how e che non possono essere delegate ad altri"

Zuppi: il governo scelga per bene comune e non per 'profitti' personali

"Il voto ha espresso la richiesta di affidarsi a qualcuno. Dobbiamo preoccuparci quando non ci si sente più rappresentati da nessuno, non identificandoci nella comunità in cui viviamo. Non fidarsi più di nessuno provoca rabbia. Mi auguro che coloro che avranno l'onere e l'onore di governare sappiano esserne all'altezza. Va detto che in questo periodo sarebbe difficile per chiunque". Così il cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi, in un'intervista a La Stampa.

Rispondendo a una domanda su Giorgia Meloni, propabile prima premier donna in Italia, Zuppi afferma di porsi nei suoi confronti "con rispetto, come per chiunque eserciti questo altissimo compito. È un momento difficile per tutti. Richiede una discussione consapevole. Anche la necessaria dialettica tra maggioranza e opposizione non può non tenere conto di questa sfida. E quindi dell'interesse nazionale, che deve prevalere sull'interesse di parte". Un'apertura di credito "come verso chiunque. Chi ha vinto le elezioni è stato indicato dalla maggioranza del Paese".

La Chiesa "eserciterà la sua influenza innanzitutto perché tutti, a cominciare dai più deboli, siano protetti, nella convinzione che solo insieme se ne esce. Avremo uno sguardo attento e severo circa le scelte del nuovo governo, che dovranno rispondere all'esigenza del bene comune e non ai 'profitti' personali o di partito. Questo è un tempo cruciale che richiede una grande concertazione per affrontare insieme le problematiche", aggiunge.

Pd: Veltroni, non pensi di sciogliersi ma cambi profondamente

È convinto che il risultato delle elezioni possa servire per una "riprogettazione dell'identità della sinistra": "Non sarà risolutiva l'ennesima testa di segretario che rotola, ma la capacità di ritrovare quella doppia dimensione, concretezza sociale e idealità, che ha costituito il meglio della storia della sinistra. Le persone si convocano sempre attorno a un sogno, non a una paura". Così, in una intervista a La Stampa, l'ex segretario del Pd, Walter Veltroni commenta il risultato delle elezioni.

(ansa)
"Assistiamo al paradosso per cui chi ha dimezzato i voti esulta - evidenzia - , e un partito che ha quasi il 20 per cento discute se sciogliersi Il Pd più che una sconfitta elettorale ha subito una sconfitta politica, rischia molto se non coltiva la sua identità e se non cambia profondamente". E parlando di cambiamento aggiunge: "In 14 anni il Pd ha perso circa sette milioni di voti: la prima cosa da fare non è allearsi con Conte o Calenda, ma riallearsi con quei sette milioni di elettori". Secondo Veltroni il Pd deve fare una giusta opposizione: "L'opposizione non è una gogna. Dall'opposizione si possono cambiare i Paesi, si può aspirare a governare. Governare non è un fine, è un mezzo - evidenzia -. Questa può essere una fase di rigenerazione, si faccia opposizione con le proprie idee, in Parlamento e quartiere per quartiere, e su questa base si verifichino le future alleanze possibili".

Moscovici: "Uno spreco il centrosinistra diviso, i dem rischiano estinzione"
 

Il risultato del voto italiano "è il risultato di uno spreco, perché in realtà la coalizione di destra/estrema destra non è ultra dominante. Se il Pd, i Cinque Stelle più il centro si fossero presentati insieme, avrebbero potuto vincere. Non c'è molta più differenza tra Letta, Renzi, Calenda e Conte che tra Meloni, Salvini e Berlusconi. Solo che da una parte c'è chi ha sfruttato le regole del gioco elettorale, e dall'altra chi non ne ha tenuto conto". A dirlo in un'intervista alla Repubblica è Pierre Moscovici, ex Commissario europeo agli Affari economici e oggi presidente della Corte dei Conti in Francia.

A una domanda su come, da socialdemocratico, legga la crisi del Pd, Moscovici poi risponde: "La posizione del Pd è scomoda. Enrico Letta, uomo moderato che conosco bene, poteva vincere solo nell'ipotesi di una grandecoalizione. Il problema del Pd ora è che rischia di essere dilaniato tra una parte che vuole allearsi con il centro e l'altra con la sinistra, quindi con Conte, cosa per me paradossale: avendo conosciuto Conte non l'avrei mai definito di estrema sinistra. Agli amici del Pd dico: attenzione al rischio di un'evoluzione alla francese, dove i grandi partiti del centro-sinistra e del centro-destra sono scomparsi o sono diventati marginali. Il Partito socialista ha perso gran parte del suo elettorato prima nel 2017, andato con Macron, e poi nel 2022, a beneficio di Mélenchon. Alla fine il Ps ha raccolto l'1,74% alle ultime elezioni presidenziali".

Provenzano: "Non mi candido alla direzione"
 

"Io non mi candido alla direzione". Lo dice a chiare lettere, in un'intervista a La Stampa, il vicesegretario dem, Giuseppe Provenzano, parlando del dopo elezioni. Provenzano è convinto che sia necessaria "un'opposizione in grado di creare un'alternativa". "Di fronte al governo più a destra della storia della Repubblica, non credo che sciogliere il primo partito di opposizione possa servire - sottolinea -. Dobbiamo invece discutere a fondo. Siamo stati sconfitti, ma non siamo vinti. Non c'è stata un'onda nera, la destra ha preso i suoi voti, ma attenzione, l'onda potrebbe arrivare adesso se lasciamo sguarnito il fronte dell'opposizione".

E aggiunge: "Mi preoccupa che la discussione tra di noi diventi autoreferenziale e astratta se elude questo fatto nuovo, che ha rilevanza europea e mondiale". Per Provenzano bisogna ritrovare il consenso perché "il governo senza consenso è stato il suo errore di fondo", bisogna "costruire un nuovo partito democratico. Affrontare finalmente il nodo della sua identità, sapendo che questo dipenderà dalla capacità di legare l'opposizione in Parlamento al bisogno di alternativa che crescerà nel Paese". Sul M5s spiega: "C'è una tradizione, un'ispirazione, quella della sinistra italiana, da salvare. Non possiamo regalare questo patrimonio a Conte e alle sue ambiguità", e sul Terzo polo che ha chiesto di fare una scelta: bisogna "dire chiaramente che non prendiamo ordini da Calenda e Renzi che già offrono collaborazione a Meloni. Abbiamo perso le elezioni, non la dignità"