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Governo dopo le elezioni, Rosy Bindi: "Pd si sciolga, congresso è accanimento terapeutico". A Bologna rivolta dem contro la sardina Santori: "Ci sputa addosso, ora basta"

Continuano le grandi manovre per la formazione del nuovo governo a guida FdI, ma gli occhi sono tutti puntati sull'atteso Consiglio europeo sull'energia dopo lo strappo della Germania che ha annunciato uno stanziamento di 200 miliardi per frenare il prezzo del gas. "Di fronte a questa crisi epocale serve una risposta immediata a livello Ue e compattezza di tutte le forze politiche", ha affermato Giorgia Meloni. "Esecutivo rassicuri mercati e Ue con un piano di protezione di 5 punti", chiede il leader di Azione Carlo Calenda. Per manifestare contro il caro bollette a Milano in mattinata si svolgerà un evento Coldiretti: previsti il presidente Cei, cardinal Zuppi, il sindaco Giuseppe Sala e Matteo Salvini. Sempre a Milano, al Pirellone, nuove fibrillazioni tra la vicepresidente Letizia Moratti e il Carroccio. La vicegovernatrice ha messo in campo una rete civica per le Regionali 2023, il leghista Fontana ne ha chiesto le dimissioni. Duro intervento della ex presidente dem Rosy Bindi dura sulla crisi del Pd dopo il voto: "Si sciolga e ci risparmi il congresso, è accanimento terapeutico". Non si arrestano gli attacchi social contro la giornalista palestinese Rula Jebreal che con un tweet aveva attaccato Meloni sulla vicenda del padre che, secondo la stampa spagnola, sarebbe stato condannato per narcotraffico.

Salvini, con Giorgia e Silvio clima ottimo, determinati
 

"Sento o vedo tutti i giorni gli amici Giorgia e Silvio: il clima è ottimo, abbiamo la determinazione necessaria per affrontare le emergenze del Paese a partire dal caro bollette. La sinistra e i suoi giornali si rassegnino: il centrodestra ha vinto le elezioni e in tempi velocissimi nascerà un esecutivo all'altezza delle aspettative degli elettori che porterà anni di buon governo. La Lega ha le idee chiare su cosa fare e sulla futura squadra, donne e uomini che daranno il massimo". Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.

(ansa)

A Bologna rivolta dem contro Santori: "Ci sputa addosso, ora basta"

L'ennesimo affondo di Mattia Santori sul Pd manda su tutte le furie i dem bolognesi. Ad uscire allo scoperto è il vicesegretario della federazione, Matteo Meogrossi, raccogliendo diversi consensi su facebook con un duro commento all'intervista rilasciata oggi al 'Resto del Carlino' dal fondatore delle Sardine, ora consigliere comunale del gruppo Pd e delegato del sindaco Matteo Lepore.

Santori, che in passato aveva bollato come "tossico" il marchio Pd, ora definisce "gravemente malato" il partito guidato dal segretario uscente Enrico Letta. Per Meogrossi la misura è colma. "Un giorno tossici. Oggi malati. Un partito dal quale secondo Santori devono uscire alcune persone altrimenti lui non si iscrive e un'altra serie di teorie interessanti. Ma dire basta a chi eletto con il Pd passa il suo tempo a sputare addosso al Pd no?", scrive il vice della segretaria Federica Mazzoni, stretto collaboratore di Andrea De Maria nella campagna elettorale che lo ha confermato parlamentare. "Più che altro - aggiunge Meogrossi - lo dobbiamo a quelle migliaia di militanti, volontari e volontarie che si fanno in quattro per questo partito da sempre, senza chiedere nulla".

Posizione, quella di Meogrossi, che non sembra isolata, visto che il post riceve i 'like' di diversi dirigenti e amministratori del Pd bolognese. Ma tra i commenti c'è anche quello del sindaco di Molinella, Dario Mantovani, che rappresenta la minoranza locale avendo corso per la segreteria contro Mazzoni: "Ben svegliati. Per non mandare in consiglio comunale questa roba qui, bastava non candidarla però".

Tajani: Salvini può fare ciò che vuole, poi deciderà il premier

 "La sinistra cerca di seminare zizzania sulle nomine dei ministri. Hanno perso le elezioni e ovviamente cercano di screditare chi ha vinto. Salvini? per quanto ci riguarda Salvini può fare quello che preferisce, poi deciderà il futuro presidente del Consiglio". Così il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, ospite a 'The breakfast club' su Radio Capital.

"Io ministro? non è obbligatorio diventare ministro, se sarò utile Berlusconi deciderà cosa dovrò fare altrimenti per me è già un onore essere parlamentare. Biden preoccupato per l'Italia? l'Italia è un paese democratico e i cittadini scelgono liberamente a chi affidare la maggioranza in parlamento. Non capisco la preoccupazione, l'Italia ha sempre dimostrato di essere un paese libero e democratico. Siamo una garanzia di europeismo e serietà. Ci dicono che il governo durerà poco? È una previsione un pò iettatoria, all'Italia interessa la stabilità. Qualche iettatore c'è sempre".

Patuanelli: con abolizione Reddito di cittadinanza molti sotto la soglia di povertà

Fratelli d'Italia "aveva annunciato" di voler abolire il reddito di cittadinanza e il Superbonus: ma senza il reddito, "una parte ampia del Paese scivolerà sotto soglia di povertà". CosìStefano Patuanelli, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e capodelegazione nel governo Draghi del Movimento 5 stelle. La possibilità che Giorgia Meloni lasci alle opposizioni la presidenza della Camera, per Patuanelli, non aiuterà la pacificazione: "Ho l'impressione che voglia solo tenere buone le opposizioni, in vista di riforme costituzionali che temo vorranno fare. Il centrodestra ha fatto promesse importanti e irrealizzabili in campagna elettorale, ora sono maggioranza: inizino a pedalare senza trucchi. Noi non faremo sconti".

Per come stanno oggi le cose, "non vedo alcun percorso comune con il Pd, nemmeno all'opposizione - sottolinea -. Quello che ha combinato Letta è troppo grave: ha provato a distruggerci, alleandosi con le nostre scissioni interne e con praticamente tutto l'arco parlamentare. Per ricostruire il fronte con il Pd deve cambiare tutto". Patuanelli non vede "un campo progressista, ma un solo partito che ha parlato al mondo progressista, il Movimento 5 stelle. E Conte ne è il leader". Il campo "si può allargare ad altre forze" ma il Pd "ha preteso sempre di avere l'egemonia, anche dei rapporti interni a questo campo. Deve capire che non è più così. Se aderisce alla nostra proposta per il Paese, bene, anche se oggi non nutro grandi speranze in questo senso".

Bonino: strappo Azione ha favorito centrodestra

Emma Bonino è entrata in Parlamento nel 1976 e "non avevo mai visto nulla di simile in precedenza. Non ricordo casi così eclatanti". Così Emma Bonino commentando gli errori del Viminale sull'attribuzione dei seggi.

(ansa)
"Vediamo che succede adesso - aggiunge -. Non dobbiamo dimenticare che per legge non è il Viminale che attribuisce i seggi, questa è una responsabilità in capo alle Corti d'Appello e alla Cassazione". Nel suo collegio a Roma "la candidata di centrodestra Lavinia Mennuni ha vinto grazie al fatto che Calenda ha rotto il patto con il Pd ed è andato come polo autonomo alle elezioni. E il mio non è un caso isolato". Il leader di Azione "aveva sottoscritto un accordo poi disdetto dopo pochi giorni. Se fosse rimasto fedele a quell'accordo la maggioranza di destra al Senato sarebbe stata in forse e comunque risicatissima".  Lo dicono "le analisi dei flussi elettorali che dimostrano che quello di Azione è stato un voto progressista".

Stando ai dati ufficiosi del Viminale "la soglia raggiunta da +Europa al Senato - dove io sono candidata - è del 2,94%. Vuol dire che all'appello (per entrare in Parlamento) mancherebbero circa 16 mila schede. Un'inezia". Ora "aspettiamo i conteggi ufficiali delle Corti d'Appello. Poi ci sono centinaia di migliaia di schede nulle", si parlava "di oltre 800 mila".

Bindi: "Congresso è accanimento terapeutico, Pd va sciolto"

Per risanare il Pd e farne il motore di un'alleanza progressista occorre "essere tutti pronti a mettersi a disposizione, fino allo scioglimento dell'esistente, per costruire un campo progressista coinvolgendo quelle realtà sociali che già interpretano il cambiamento e non trovano rappresentanza politica". Così l'ex presidente dem, Rosy Bindi, che puntando alla rifondazione, non esclude lo scioglimento del partito. Ci sta pensando? "Sì - risponde - e ci risparmi la resa dei conti interna, perché la ritualità del congresso è ormai accanimento terapeutico".

C'è già chi si è fatto avanti per la segretaria... "Ci evitino questo spettacolo. Quando Letta divenne segretario, mi permisi di dargli un consiglio: il Pd sostenga con lealtà il governo Draghi, ma non si dica al Paese che questo è il nostro governo. Il Pd non doveva identificarsi con l'agenda Draghi, ammesso che sia mai esistita, perché si trattava di un governo di larghe intese. Bisognava garantire lealtà, sì, ma guardando al futuro. Come sulla guerra: non doveva esserci nessun dubbio da che parte stare, ma come starci forse sì, per esempio rivendicando l'autonomia dell'Europa nell'Alleanza atlantica.
Se ti appiattisci sul governo Draghi, è naturale che non puoi fare alleanze con chi lo fa cadere".

"Errori ne sono stati fatti un pò da tutti, ma forse il partito principale ha qualche responsabilità in più. Dopodiché è vero anche che Conte e il M5s non erano portati a fare un accordo, perché troppo interessati alle sorti del proprio partito".

Calenda: "Esecutivo rassicuri mercati e Ue. Piano del protezione del Paese in cinque punti"

La campagna elettorale è finita, "ora occupiamoci dello tsunami che sta arrivando. I tassi stanno schizzando in alto, i costi dell'energia rimarranno alti per molto tempo e richiederanno interventi in deficit. L'inflazione sta colpendo i salari e le pensioni e dal prossimo anno saremo in recessione. Abbiamo davanti la congiuntura peggiore dal dopoguerra".  Così il leader di Azione Carlo Calenda, parlando delle elezioni e delle prospettive del futuro governo.

"Se fosse al posto di Giorgia Meloni, Calenda farebbe "un piano di protezione del Paese in cinque punti", partendo da "rassicurare i mercati cancellando le promesse folli di Salvini e Berlusconi sulle pensioni, sulla flat tax e sul raddoppio del reddito di cittadinanza". Per l'ex ministro "dobbiamo chiarire subito all'Ue che andremo avanti con le riforme, senza rinegoziazioni. Bisogna intervenire sulle bollette, disaccoppiando rinnovabili e gas, realizzando subito il rigassificatore di Piombino e le altre opere strategiche. Poi salario minimo a 9 euro, formazione e collocamento dei percettori del reddito e dare la possibilità di pagare una mensilità in più ai lavoratori, detassata e recuperata al 50% con credito d'imposta". Su questi punti "siamo disposti a dialogare con il governo".

Calenda assicura inoltre che lui e Renzi non andrebbero in soccorso di un governo Meloni, in caso di bisogno: "Salvini farà campagna elettorale dentro il governo contro Meloni. E Berlusconi farà il putiniano di complemento. Sarà un esecutivo fragile e conflittuale".  Mentre il Pd "è destinato all'abbraccio col M5S. Ci saranno tre poli in Italia. La destra sovranista, la sinistra populista e noi, il centro, che daremo rappresentanza ai liberali, ai riformisti e ai popolari".

Azione farà "una federazione con Italia viva e apriremo un processo costituente per arrivare a un partito unico entro le Europee. A +Europa e a Cottarelli dico: "Venite subito a lavorare con noi".

Delrio (Pd): "Viviamo l'opposizione come ha fatto Giorgia Meloni"

Torna a parlare l'ex ministro ed ex capogruppo Pd Graziano Delrio. "Dobbiamo farci compenetrare dalla società, come accaduto in alcuni territori, come fanno i nostri sindaci, i nostri governatori, che riescono a essere interpreti delle angosce e delle speranze. La parola 'vicinanza', come dice il Papa, e la parola 'attenzione' sono le cose che ci vogliono insieme ad un forte sistema di valori. Bisogna fare una riflessione seria e profonda ma non buttare via il cammino del Partito democratico, non tormentarsi sulle alleanze, né sul nome più adatto a guidarlo in questo momento. Siamo il secondo partito del Paese quindi c'è un patrimonio da cui ripartire. Non possiamo tradire quelli che hanno avuto fiducia in noi e che sperano nel rilancio del partito".

Per Calenda il governo avrà sei mesi di vita; per Delrio? "Sarebbe un disastro, perché vorrebbe dire che il Paese si sta avvitando in una crisi economica e sociale enorme e io non tifo mai per il male del mio Paese. Spero che dimostrino di saper governare e gli italiani giudicheranno se sono stati o meno in grado di risolvere i problemi, mantenendo le loro promesse, dai mille euro alla flat tax a tutto il resto". E sulle alleanze coi 5 Stelle: "Intanto dobbiamo riappropriarci dei nostri principi e dei nostri valori: un Paese più giusto con la parità uomo/donna e l'ascensore sociale per i giovani, per esempio. Quello che ha fatto Meloni in questi cinque anni è stato semplicissimo: ha fatto l'opposizione perfino ai suoi alleati, prima alla Lega, poi anche a FI, e ha fatto la sua strada. Il metodo deve essere per noi lo stesso, dobbiamo vivere l'opposizione come la rigenerazione della nostra proposta".