Un momento decisivo per mettere in gioco il governo a causa dell'insoddisfazione di M5 dopo l'addio di Di Maio. Oggi il conflitto a Palazzo Chigi tra Draghi e Conté.
Palazzo Chigi attende un incontro per valutare e in alcuni casi trarre conclusioni. Non ci sono previsioni o segnali di alcun momento della caduta del presidente del Consiglio rispetto alle possibili richieste di Conté. Partendo dal via libera all'applicazione del PNRR e alle riforme essenziali, anche se ha già seguito il percorso (e condiviso con i partiti) da qui a fine anno, guida comunque la mossa del governo.
Quindi ascolto, ma non c'è deragliamento dalla linea impostata. È stato chiaramente confermato che la guida a cinque stelle non aveva mai chiesto al garante di destituire l'ex premier.
Sullo sfondo, c'è un fattore sconosciuto di lasciare un dirigente che potrebbe avere un supporto esterno. Questo è un epilogo promosso da molti M5 ortodossi. Un processo che mina fondamentalmente la stabilità del governo e della stessa legislatura. E sembra che non solo Il Colle, lo stesso Palazzo Chigi, ma anche il Pd e Luigi Di Maio non abbiano individuato alternative. Se il movimento fa il passo estremo di autodefinirsi, l'unico modo è porre fine al governo e forse sciogliere la camera di commercio.
Intanto il monito di Francescani dal Pd: Se il movimento sceglierà l'appoggio esterno, "sarà impossibile andare alle elezioni con la fine del governo".
