Mancano solo una manciata di ore all'arrivo su Netflix di Harry & Meghan, il docufilm sui Sussex che promette di raccontare la loro verità. Poi, sarà il turno del libro di memorie di Harry, che uscirà il 10 gennaio e che potrebbe addirittura mettere in discussione i titoli reali del figlio di Re Carlo III, nel caso in cui il principino decida di fare rivelazioni scomode.
Ma, di fronte alla previsione di quelli che sembrerebbero due discreti terremoti, la famiglia reale britannica farà - ancora una volta - fronte comune, e riuscirà a non avere ripercussioni. A sostenerlo con convinzione è Andrew Morton, biografo della principessa Diana, evidentemente molto preparato alla capacità della Corona di gestire gli scandali a corte.
«Harry aveva tutto il diritto di scrivere il suo libro di memorie», ha detto il giornalista in un'intervista a a Fox News Digital. «Non è il primo reale a farlo, né sarà l'ultimo», ha aggiunto, ricordando che Edoardo VIII scrisse il suo A King's Story addirittura nel 1951 e che anche il suo Diana: Her True Story fu un bestseller internazionale in grado di sconvolgere la Royal Family. Ma non di creare danni irreparabili, evidentemente. Nonostante il calo di popolarità che le confessioni di Diana causarono alla Regina e all'intera istituzione che rappresentava, a distanza di anni Elisabetta se n'è andata amatissima dai suoi sudditi e della popolazione di tutto il mondo.
Nulla di nuovo sotto il sole, dunque, né nulla a cui Buckingham Palace non possa far fronte. «Il libro di Harry causerà preoccupazione e farà notizia in tutto il mondo, ma non distruggerà l'istituzione», afferma Morton con convinzione, sostenendo che se la famiglia reale britannica è così debole da non poter reggere il contraccolpo di un libro scritto da un membro junior, allora tanto vale fare a meno della monarchia. In fondo, prosegue Morton con un po' di disprezzo, Harry è oggi sesto nella linea di successione al trono, e probabilmente «scenderà rapidamente nella gerarchia».
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