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I Cugini di campagna al Festival Sanremo 2023: «Più dell'Ariston, ci fa paura cadere dagli zatteroni»

La sera di Sanremo Giovani siete arrivati da Amadeus «pattinando» sugli zatteroni. Non avete paura di ammazzarvi cadendo dagli stivali? Qual è il vostro segreto?
«Nessun segreto, solo abitudine. Quei 120 concerti l’anno che facciamo sono un ottimo allenamento che ci hanno resi dei veterani degli zatteroni. La paura però adesso è reale: abbiamo scoperto che il palco dell’Ariston è in discesa! Per permetterci di camminare senza sembrare dei Frankenstein, gli zatteroni sono fatti come gli sci, con la punta arrotondata. Ma questo funziona se sei in piano! Durante le prove Tiziano mi ha preso al volo, altrimenti per poco non finivo in braccio al direttore d’orchestra…».

C’è un complimento sul look di cui andate fieri?
«Ne abbiamo ricevuti tanti ma tra tutti quello che mi ha colpito di più è stata una persona che nel farci i complimenti disse: “Non siete per niente kitsch, anzi mi ricordate la Cappella Sistina”. Di questo andiamo davvero fieri: anche perché tutto è nato lì».

Gai Mattiolo: «Giovanna non sarà Naomi. Però…»

Dello scorso Sanremo ricorderete l'abito giallo indossato da Giovanna Civitillo. Era suo. Come sue sono le sfavillanti giacche da cui non si separa Amadeus. Ascesa, caduta e nuovi successi dello stilista che ha vestito il 10% del Festival

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Come vanno in giro nella vita di tutti i giorni Ivano, Silvano, Nick e Tiziano?
«Anche quando ci incontriamo nella quotidianità, davvero normali non lo siamo mai. Il più pazzo è Tiziano, che in inverno non mette il cappotto ma una sorta di poncho. Oltretutto già si fa notare perché è troppo bello con un sorriso che fa impazzire le ragazze, se poi aggiungiamo che è il più alto e abbiamo dovuto togliergli i tacchi, ci fa una gran rabbia. Lo perdoniamo solo per la sua indiscutibile bravura e l’orecchio assoluto. Nick, che ha una voce incredibile, è molto timido, riservato e anche lui ha il suo stile. Silvano, il mio gemello diverso, è l’empirico. Laureato in economia, gestisce da sempre contabilità, contributi e tasse. Lui è il preciso, vestito come un avvocato ma al tempo stesso è un creativo».

Come vedono la moda i Cugini di campagna? Vi piacerebbe sfilare? E se sì, per chi?
«La moda la vedo di buon occhio, ma la mia mi piacerebbe farla da me. Come spettatore andrei volentieri a vedere una sfilata ma poi, ne sono certo, mi verrebbe voglia sicuro di metterci le mani. Negli anni in tanti hanno provato a cambiarci i connotati, a vestirci diversamente, ma noi siamo esattamente quello che si vede. E non cambieremo mai».

Non possiamo non parlare dei Måneskin. Vi brucia ancora quella storia dei look «copiati»? «L’unica cosa che mi brucia è che la somma dei loro anni fa la mia età! Credo che dagli anni 70, i nostri look ma anche il nostro modo di cantare in falsetto abbia influenzato le nuove generazioni. E noi di questo non possiamo che esserne felici».

Vi piace sorprendere con i vostri look?
«Assolutamente sì. Allo show di Amadeus del settembre scorso all’Arena di Verona sapevamo che sia lui che la maggior parte degli ospiti avrebbe sfoggiato lustrini e paillettes, visto il contesto. Allora noi cosa abbiamo fatto? Ci siamo presentati vestiti da «marinaretti» per cantare con tutto il pubblico in visibilio Anima mia. Ecco, se c’è una cosa che non ci piace è essere dati per scontati: lo stupore è parte del nostro spettacolo. E a Sanremo ve lo faremo vedere».