Italy
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Il complicato slalom di Giorgia tra agguati e problemi

Di Ugo Battaglia

Governare un paese come l’Italia non è facile per nessuno, nemmeno per Giorgia Meloni. Che deve continuare a sorridere e ad andare avanti a passo di marcia nonostante gli agguati e i problemi che si presentano ormai senza soluzione di continuità. D’altra parte non ha alternativa, ha imparato a battersi politicamente fin dalla adolescenza e la grande politica è un terreno tutto da esplorare. Certo, l’effetto sorpresa, l’interesse e la curiosità per la prima donna premier sono ormai passati, oggi  Giorgia è un presidente del consiglio alle prese con le emergenze che il paese e la situazione internazionale scaricano su Palazzo Chigi ogni giorno, un complicato slalom tra agguati e problemi.
Non ci sono più sconti, ogni decisione comporta il rischio di errore e la quasi certezza che qualcuno contesterà o tenterà di mettere il bastone tra le ruote. La Meloni è brava, intelligente, capace, coriacea. Tiene duro, fa le scelte e rischia. Si è interrotta la luna di miele con il paese? Brutto modo di porre la questione, il fatto è che gli italiani ne hanno abbastanza praticamente di tutto, vogliono solo essere tirati fuori dai guai, uomo o donna, di destra o di sinistra. E una buona dose di scetticismo ormai è fortemente radicata nell’opinione pubblica. C’è l’inflazione, c’è la guerra in Ucraina con annessi e connessi, c’è la guerra alle pompe di benzina, c’è la guerra per le nomine cruciali che vanno fatte a rischio altissimo, c’è il problema giustizia e quello, correlato, del ministro Nordio, uomo duro e capace, ma certamente divisivo. E poi ci sono le regionali, dalle quali tutti si attendono una svolta. L’ultima emergenza riguarda adesso la fronda interna al suo partito, per ora circoscritta su Roma. Forse è il problema che preoccupa di più la Meloni, la freddezza con Rampelli, il commissariamento del Fdl capitolino sono segnali importanti che la premier non si può permettere di sottovalutare. Roma è la riserva fondamentale della sua forza politica ed elettorale, non può permettersi di essere pugnalata alle spalle. Ha reagito con durezza, attaccando, e l’ex amico e alleato non ha chinato il capo. Può alzare le spalle di fronte a Berlusconi e a Salvini, loro li può gestire. Quello che accade in casa, paradossalmente, la agita di più. Ci sarebbe da discutere sulla opportunità della alzata di scudi di Rampelli, certamente pericolosa e inutile. Ma ormai è accaduto e sulla frattura va posto rimedio. Per il bene di tutti.