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Il decreto flussi apre a più di 82mila lavoratori extracomunitari, gli albergatori trentini però chiedono più quote: “Quelle assegnate non sono sufficienti”

TRENTO. Agricoltura e turismo sono settori da sempre “affamati” di manodopera al punto che ogni anno i Governi, di tutti i colori politici, sono chiamati a emanare il cosiddetto “decreto flussi” che fissa le quote dei lavoratori extracomunitari che possono entrare in Italia per lavorare.

Il nuovo decreto voluto dal Governo Meloni fissa una quota massima di ingressi pari a 82.705 unità, di queste 44.000 sono riservate ai lavoratori stagionali. Le quote fissate per gli ingressi per motivi di lavoro non stagionale e autonomo sono 38.705 unità, di cui la stragrande maggioranza (30.105 unità) sono riservate agli ingressi per lavoro subordinato non stagionale nei settori dell’autotrasporto, dell’edilizia e turistico-alberghiero, nonché, novità di quest’anno, della meccanica, delle telecomunicazioni, dell’alimentare e della cantieristica navale.

Ora però le quote dovranno essere ripartite fra i vari territori, un compito che spetta al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Nel 2022 alla Provincia di Trento vennero assegnate 1.750 quote per lavoro stagionale (più 100 pluriennali) e 50 quote per lavoro subordinato non stagionale nel settore dell’autotrasporto merci. L’anno scorso però, a livello nazionale, vennero garantiti meno ingressi, cioè 69.700. di conseguenza per questa stagione è lecito aspettarsi qualche lavoratore in più.

Dal presidente di Confagricoltura del Trentino, Diego Coller, trapela una certa soddisfazione: “Per le nostre aziende è un’opportunità in più per sopperire alla mancanza di manodopera in Trentino per la raccolta delle mele e la vendemmia spiegava a Il Dolomiti – adesso abbiamo bisogno che l’iter burocratico sia il più celere possibile”. Per quanto riguarda il Trentino sono circa 1.200 i lavoratori assegnati al settore anche se Confagricoltura punta ad arrivare a 1400.

Più in sofferenza il comparto del turismo. “A livello nazionale per il lavoro stagionale turistico sono state assegnate 20.500 quote ma quelle riservate al Trentino non sono sufficienti a soddisfare tutte le domande”, il commento di Davide Cardella, direttore di Asat, l’Associazione albergatori e imprese turistiche. “Quantomeno quest’anno il decreto è arrivato in tempi coerenti con l’avvio della stagione estiva, l’anno scorso infatti era stato pubblicato a tempi scaduti. Non bisogna dimenticare – ricorda Cardella – che l’iter delle domande ha tempi tecnici e autorizzativi molto lunghi”.