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Il pediatra ai genitori: "L'influenza dura una settimana, non affollate i pronto soccorso"

Ci vuole pazienza. L’influenza provoca anche cinque o sei giorni di febbre. E prima di riprendere la normale attività, o tornare a scuola, può volerci quindi anche più di una settimana. “Siamo davvero sotto pressione”, dicono i pediatri. E aggiungono che spesso è la preoccupazione dei genitori a riempire gli studi e a intasare i telefoni.

Ci si aspettava un’ondata come quella attuale?

“Sono almeno due mesi che diciamo: attenzione a quello che è successo in Australia”, spiega Paolo Biasci, pediatra di Livorno della Fimp, il principale sindacato di categoria, del quale è stato segretario nazionale. “Ogni anno l’influenza arriva e, se è stata violenta dall’altra parte del globo, ci aspettiamo la stessa cosa da noi. Quest’anno, tra l’altro, è arrivata in anticipo. Si tratta di un problema anche perché siamo in piena campagna di vaccinazione in tutte le regioni”.

Per adesso i più colpiti sono bambini e ragazzi. Qual è il consiglio per i genitori?

“Intanto di stare tranquilli”, spiega sempre Biasci. Molti pronto soccorso invece sono presi d’assalto, così come i medici. “Stiamo diventando matti. Non bisogna agitarsi per il figlio malato. Capitano persone che ci contattano molto agitate la mattina perché il figlio la sera prima aveva 38,5. Ma dopo 12 ore è troppo presto per una visita o disporre degli esami. Una volta il dottore non si avvertiva nemmeno, adesso arrivano due o tre chiamate per la stessa influenza”.

Quali sono i sintomi?

“Sempre gli stessi. Febbre alta, tanta tosse, raffreddore, malessere generale”.

Quanto dura l’influenza?

Sempre secondo Biasci, proprio la durata è una degli aspetti che sorprende i genitori, che forse si sono scordati di come funziona l’influenza. “Si preoccupano perché dura di più rispetto ad altre comuni malattie virali o febbrili, che vanno avanti per due o tre giorni. Qui si parla di 5-6 giorni di febbre e più di una settimana per tornare a scuola”. Un aspetto molto importante è proprio rispettare i tempi di convalescenza. “Non bisogna avere fretta di tornare in comunità, c’è il rischio di ricadute. Guariamo bene”.

Quali sono le cure?

Vanno sempre usati gli stessi farmaci. E cioè “antipiretici per la febbre ed eventualmente altri prodotti per i sintomi. E non devono essere presi gli antibiotici. Uno dei motivi per i quali certi bambini vengono portati due o tre volte per essere visitati, è che i genitori chiedono l’antibiotico perché la febbre non passa. Ma un dottore serio non lo prescrive, quello va riservato quando ci sono complicanze, cioè sovra infezioni batteriche”.

Il Covid circola ancora tra i più piccoli?

“Sì il Covid c’è ancora, se lo cerchiamo lo troviamo – dice Biasci – Ma adesso su dieci pazienti malati vediamo nove casi di influenza”.