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Il suicidio di una studentessa a Milano e il disagio dei ragazzi, il rettore Iulm Canova: "Non possiamo ignorarlo, aumentate le richieste di aiuto"

Lo sgomento e il dolore per quello che è accaduto non passano in un giorno. Una ragazza, una studentessa di 19 anni, si è tolta la vita nella notte tra lunedì e martedì in un bagno dell'università che frequentava a Milano, la Iulm. E se è delicata materia di indagini ricostruire cosa sia accaduto e come sia stato possibile per la ragazza - iscritta al primo anno di università - concepire e mettere in atto il suo gesto, il rettore dell'ateneo, Gianni Canova, ha però deciso di parlare alla sua comunità, studentesse e studenti, docenti, collaboratori.

"Vi scrivo ancora attonito e sgomento di fronte al tragico gesto di una vostra compagna, una nostra studentessa, che ha deciso di togliersi la vita all'interno dell'Università. Non ci sono parole di fronte alla morte. Soprattutto di fronte alla morte di una ragazza di 19 anni, appena entrata in Università, che compie un gesto così estremo e senza ritorno. C'è un mistero, in un gesto così, c'è una ferita, c'è un dolore così grande, che chiedono solo di essere ascoltati, con rispetto, nel silenzio", scrive il rettore, spiegando che "anche se il gesto della ragazza ha motivazioni complesse e difficili da decifrare, la sua morte ha fatto emergere un disagio che non può essere ignorato".

Martedì il Senato Accademico della Iulm, riunito in sessione straordinaria, ha sospeso per quel giorno tutte le lezioni: gli esami - anche per non mettere in difficoltà studenti magari arrivati da lontano solo per la giornata - si sono svolti, ma tutte le commissioni hanno osservato tre minuti di silenzio e parlato ai ragazzi di quanto accaduto. "Da rettore, con l'aiuto dei docenti e del personale tecnico-amministrativo, ho lavorato per fare di Iulm un luogo in cui tutti si sentano a casa, capiti e ascoltati. Dove non siano i voti l'unico criterio di misurazione del valore. Dove il pensiero critico, l'intelligenza emotiva e relazionale, la creatività, siano valori apprezzati. Dove tutte le sensibilità siano accolte e dove nessuno debba vergognarsi delle proprie fragilità. Non c'è riunione del Senato Accademico, delle Facoltà, dei Dipartimenti, del Consiglio di Amministrazione in cui non si ricordi che l'Università deve aiutare gli studenti a credere in sé stessi, dimostrando per prima cosa - giorno dopo giorno - che noi docenti abbiamo fiducia nelle ragazze e nei ragazzi che studiano da noi e con noi".

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C'è, nelle parole del rettore, il riferimento al disagio che studenti di tutte le età hanno vissuto in questi anni di pandemia: "Siamo consapevoli del difficile momento epocale. Sappiamo come l'esperienza della pandemia e del lockdown hanno fatto crescere in modo esponenziale le fragilità di un'intera generazione. Sappiamo che le richieste di aiuto ai nostri sportelli di counseling psicologico sono negli ultimi mesi più che raddoppiate. Le abbiamo affrontate e le stiamo affrontando. Continueremo ad ascoltare la voce di chiunque manifesti disagio, anche in sedi e momenti diversi da quelli consueti. Proprio per questo, come professore ed educatore, mi sento di ribadire che l'Università non può rinunciare alla sua missione primaria, che è quella di sviluppare in tutti l'amore per la conoscenza e per lo studio, con l'impegno di formare ogni studentessa e ogni studente a essere un cittadino responsabile e un professionista preparato. L'Università è un luogo dove apprendere e crescere. E crescere significa imparare ad affrontare la vita e le sue prove. Ieri, le parole che affioravano dolorose sui social si sono mescolate alle lacrime, lacrime di studenti, di genitori, di professori, di collaboratori. Queste lacrime sono il segno evidente di una comunità che si raccoglie attorno a un lutto terribile e di fronte alla tragedia di una ragazza che non è più tra noi si impegna a riflettere e a ripartire, ritrovando un rinnovato amore per la vita e per la conoscenza. Faremo il possibile perché l'amore per la vita si torni a respirare in ogni angolo del nostro campus. Per la prima volta mentre comunico con voi non sono sicuro di aver trovato le parole giuste. Ma è giusto che in certi momenti anche un rettore confessi le sue fragilità".

E gli studenti del movimento Cambiare rotta hanno deciso di dedicare due appuntamenti della tre giorni di agitazione universitaria nazionale a quanto accaduto: "L'ennesimo suicidio di una studentessa che si è tolta la vita dentro la sua università, la Iulm di Milano, impone a tutta la comunità studentesca di riaprire il dibattito su un modello universitario che ha dimostrato di non essere un veicolo di emancipazione sociale e collettiva ma parte integrante della crisi di prospettive che vivono le giovani generazioni". Gli appuntamenti, sotto lo slogan "Rompiamo il silenzio", sono martedì 7 alle 12 con una assemblea nell'atrio centrale della Statale e mercoledì 8 alle 12 con un presidio davanti alla Iulm in via Carlo Bo 1.