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La vicenda ha riguardato un uomo trentino di 53 anni che era finito in carcere ad inizio 2019 fino a quasi la fine del 2020

TRENTO. E' stata violata la Convenzione europea dei diritti dell'uomo che all'articolo tre proibisce la tortura e il trattamento o pena disumano o degradante. Per questo il Tribunale di Trento ha deciso di condannare il ministero della giustizia a pagare ad un ex detenuto 8400 euro.

La vicenda ha riguardato un uomo trentino di 53 anni che era finito in carcere ad inizio 2019 fino a quasi la fine del 2020. Per l'esattezza 1050 giorni durante i quali il 50enne sarebbe stato ristretto in una cella piccola che divideva anche con altri. Calpestabili per il singolo detenuto erano 2 o 3 metri quadri. In diverse occasioni, inoltre, non aveva potuto usufruire dell'ora d'aria e di un momento di socialità.

A seguito della rivolta avvenuta il 22 dicembre del 2018, inoltre, il detenuto è stato chiuso in cella 24 ore su 24. Su quello che è successo e sulla situazione vissuta è stata presentata ampia documentazione con tanto di numeri a sostegno della situazione andata avanti per mesi. 

Una situazione "disumana" ritenuta tale anche dal giudice che ha richiamato la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Ecco allora che al 53enne sono stati riconosciuti 8 euro per ogni giornata passata in cella arrivando a un risarcimento di 8400 euro.

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