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Inverno pazzo e salgono le temperature: api e bombi disorientati e nei prati ci sono le margherite. L'esperta: ''Se arriva il freddo che gela i fiori a rischio gli insetti impollinatori''

TRENTO. Dalla margherite che sono spuntate inaspettatamente sui prati alle mimose che in alcune zone sono già da tempo fiorite. Un inverno 'pazzo' che sta mandando in confusione i ritmi della natura, non solo della vegetazione ma anche delle api e di altri insetti.

Temperature anomale e la conseguente assenza di neve sono le principali cause. Basta osservare le temperature di ieri con alcune zone del Trentino che sono arrivare a 17 o addirittura 18  gradi. (Qui l'articolo)

Basta fare un giro negli spazi verdi per rendersi conto degli effetti collaterali dei cambiamenti climatici. Fiori e piante, ingannate dal clima, si stanno predisponendo alla ripresa vegetativa con il rischio di essere esposte con l’arrivo del freddo al rischio gelate e al maltempo.

Nei giorni scorsi proprio sulle pagine de il Dolomiti, l'esperto ingegnere ambientale e membro di Meteo Trentino Alto Adige, Giacomo Poletti, parlando della situazione di questi giorni, aveva spiegato che guardando in generale al mese di gennaio appena concluso, sono state pari a zero le gelate al di sotto dei -5 gradi registrate all'osservatorio di Roncafort a Trento: “Il freddo 'vero' a Trento sta sparendo. Il numero di gelate mensili è stato esiguo e paragonabile solo al tiepido gennaio 2014 che però vide tanta pioggia e neve (e il cielo coperto, in pieno inverno, sfavorisce ovviamente il raffreddamento notturno). Gennaio 2023 è stato circa 2 gradi più caldo della media degli ultimi 10 anni. Si tratta quindi dell'ennesimo step climatico: da ottobre tutti i mesi sono stati sopra la media di temperatura dell'ultimo trentennio”. (QUI L'ARTICOLO)

Se da un lato le piante fioriscono prima, dall'altro la stagione degli insetti impollinatori inizia in anticipo e questa può non essere una buona notizia.  A spiegarcelo è Maria Vittoria Zucchelli esperta in insetti impollinatori del Muse.

“Abbiamo assistito ad un inizio di inverno davvero anomalo – ci spiega – caldo e con scarse precipitazioni. Anche in questo periodo facilmente nei momenti centrali della giornata ci sono temperature che superano i 10 e arrivano fino ai 15 gradi. Questo ovviamente fa in modo che gli animali che normalmente in questo periodo sono rintanati, come possono essere le api chiuse all'interno delle arnie proprio per il freddo, decidano di uscire rischiando però la vita se le temperature calano in maniera repentina”.

In questi periodi infatti le api hanno bisogno di moltissime energie per provvedere al sostentamento dell’ape regina e dell’intera colonia. Come elemento essenziale per la sopravvivenza troviamo in primis una temperatura adeguata. Le api utilizzano tutte le loro forze per riscaldare l’alveare ed è ovvio che i cambiamenti repentini mandano il tilt le pevere api.

“Trovando temperature elevate all'esterno - spiega Zucchelli – è ovvio che ne escono di più attirate anche alle fioriture anticipate. Molte fanno i cosiddetti voli di purificazione e la situazione climatica porta alla ripresa anticipata delle attività all'interno dell'alveare”.

Le api riprendono quindi il loro prezioso lavoro di bottinatura ed impollinazione ma il rischio è che ritorni di freddo che farebbe gelare i fiori e anche far morire parte delle api.

Un  pericolo grave per la biodiversità considerato che le api sono un indicatore dello stato di salute dell'ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l'impollinazione dei fiori. “Questo vale anche per i bombi – spiega l'esperta del Muse – che normalmente hanno una socialità diversa rispetto le api. Possono svegliarsi troppo preso anche le regine e rimanere poi spaesate e bloccate dal freddo e morire. Il rischio è quello di trovarci davanti a delle vere e proprie morie”.

L'attenzione da parte degli apicoltori trentini è ovviamente come sempre molto alta anche se al momento non sembrano esserci particolari allarmi sul rischio morie. “Abbiamo registrato un anticipo nell'avvio delle stagione per le api – spiega il presidente Marco Facchinelli – ma è conseguenza della fioritura anticipata delle piante”.