Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

Ipocondria: i segnali caratteristici di chi si crede sempre malato (anche se sta bene)

Vive con la paura costante di avere una malattia grave seppur non diagnosticata e nonostante i controlli mostrino che nel suo corpo non vi è nulla di preoccupante. L'ipocondriaco sperimenta un'ansia estrema continua per la sua salute, anche di fronte a risposte corporee che la maggior parte delle persone considera «normali». A partire da un semplice starnuto, che ai suoi occhi può rappresentare il segno di aver contratto una terribile malattia.

Secondo l'ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, aggiornata al 2000 e realizzata dall'American Psychiatric Association, l'ipocondria è un fenomeno che riguarda tra l’1,3% e il 10% della popolazione, mentre considerando le persone ricoverate in ambulatori medici, le percentuali vanno dal 3 all’8%.

Chi ne soffre adotta due comportamenti tipici e opposti tra loro: fa un'eccessiva richiesta di assistenza medica e, al tempo stesso, la evita. Succede perché il disturbo ipocondriaco porta sì ad allarmarsi e a volersi sottoporre a un controllo per ogni minimo sintomo fisiologico, ma al tempo stesso induce a evitare tale controllo per timore di scoprirsi affetti da una grave malattia.

«Spesso, alla base di questa eccessiva preoccupazione per il proprio stato di salute e della propensione a sovrastimare i minimi sintomi che avvengono all'interno del corpo, c'è una mancanza di accettazione di se stessi, di ciò che succede nella propria vita senza che sia stato programmato. Un buon esempio è il Covid, situazione drammatica che ha visto le persone non uscire più per la paura del contagio, e che ha spesso generato atteggiamenti ipocondriaci», spiega Costanza Fontani, coach emotivo-comportamentale e psicologa. «Questa mancanza di accettazione di un accadimento particolare o di un "imprevisto" che non dipende dal nostro controllo, e che quindi non si può cambiare, può portare la persona a trasformare un semplice mal di testa in una malattia grave, e il tutto risiede all'interno dei suoi pensieri negativi, nella sua mente».

I «sintomi» dell'ipocondria

Il disturbo ipocondriaco si manifesta, in genere, in età adulta e può comparire dopo che la persona ha avuto in passato condizioni di salute precarie oppure ha perso qualcuno a causa di una grave malattia. Circa due terzi degli ipocondriaci soffrono anche di altri disturbi, come gli attacchi di panico, il disturbo ossessivo compulsivo o la depressione maggiore. «Sintomi» caratteristici di chi soffre di ipocondria sono:

  • Il controllo regolare di ogni manifestazione fisica che possa far pensare a una malattia: il naso che cola, un gorgoglio nell'intestino, uno starnuto;
  • Frequenti richieste di visite al proprio medico, salvo poi disdirle per paura che il medico possa scoprire una malattia grave;
  • Ripetuti riferimenti al loro stato di salute;
  • Lungo tempo trascorso online, alla ricerca di sintomi spesso concentrati su una malattia specifica (per esempio il cancro) o su una certa parte del corpo (per esempio i polmoni in presenza di tosse). Possono inoltre temere e concentrarsi su una malattia del momento, come l'influenza stagionale. 
  • Una costante convinzione che i test medici negativi non siano corretti, da cui il timore di avere qualcosa di non diagnosticato e che nessuno sarà in grado di trovare e curare.
  • Tendenza a evitare persone o luoghi che potrebbero farli ammalare.
  • Un'ansia per la salute tale da arrivare a generare sintomi effettivi, come mal di stomaco, vertigini o dolore vari.    

Ipocondriaci, quale terapia?

I trattamenti professionali per l'ipocondria includono la Terapia cognitivo-comportamentale, molto utile per ridurre le paure dei pazienti. In questo tipo di terapia, la persona impara a riconoscere e comprendere le false credenze che scatenano la sua ansia. La ricerca ha dimostrato che la terapia cognitivo comportamentale insegna con successo agli ipocondriaci a identificare ciò che scatena il loro comportamento e fornisce loro la capacità di gestirlo. 

Molti ipocondriaci, però, non riconoscono il ruolo che l'ansia gioca nello sviluppo dei loro sintomi. Questo li rende meno propensi a cercare aiuto da un professionista della salute mentale. Spesso sono restii all'idea di chiedere l'intervento di uno psicoterapeuta, in tal caso un percorso alternativo per trovare più serenità e un maggiore equilibrio - specialmente agli esordi del disturbo - potrebbe essere quello di rivolgersi a un coach emotivo-comportamentale.

«Quelle del soggetto ipocondriaco sono convinzioni limitanti che devono essere distrutte. Il percorso di coaching può aiutarlo affinché la paura non sfoci in una vera e propria ossessione del proprio stato di salute, ossessione che rischia poi di invalidare la qualità della vita», spiega la psicologa Costanza Fontani. «Attraverso il coaching si può modificare la convinzione di essere malato tirando fuori le risorse e la propria forza interiore per indebolire la paura, cambiando le abitudini non produttive e trasformandole in abitudini produttive. In altre parole, si può avviare insieme un percorso per distruggere quel circolo vizioso che parte dal sintomo e arriva alla paura di morire».


Altre storie di Vanity Fair che ti possono interessare

Quando è il caso di rivolgersi a uno psicologo infantile

Salute mentale: quando la terapia si fa con i videogiochi

Terapia di coppia: come funziona, perché farla, quando è inutile