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L’autonomia differenziata danneggerà il Trentino? Rossi: “La Giunta dovrà vigilare, un dibattito superficiale potrebbe intaccare l’immagine della Provincia”

TRENTO. A breve il Consiglio dei ministri sarà chiamato a discutere il disegno di legge sulla cosiddetta Autonomia differenziata. Ad annunciarlo lo stesso ministro per le Autonomie e gli Affari regionali, Roberto Calderoli, considerato il “padre” di questo provvedimento e di conseguenza tra i principali sostenitori. Di fatto il ddl permetterà alle Regioni di legiferare su alcune materie che altrimenti sarebbero competenza dello Stato. Prima però dovranno essere stabilite le prestazioni essenziali (Lep) tramite decreti del Presidente del Consiglio dei ministri.

“Il testo – osserva l’ex presidente della Provincia Ugo Rossi – è stato trasmesso ai ministeri e definito dopo mesi di trattative tra la Lega e Fratelli d’Italia. Il via libera al ddl prima delle elezioni regionali in Lombardia, che saranno il prossimo 12 febbraio, rappresenta un obiettivo importante per il partito di Matteo Salvini”.

Questo ddl comunque sta facendo molto discutere. La preoccupazione di molti è che in questo modo si venga a creare troppa disparità fra le Regioni, lasciando indietro una parte del Paese. Dibattito che non sempre sarà costruttivo. Lo stesso Rossi si dice preoccupato delle possibili conseguenze: “A prescindere da ogni valutazione in ordine alla reale portata del processo di realizzazione dell’autonomia differenziata nelle regioni a statuto ordinario e delle sue eventuali conseguenze sull’assetto dei rapporti fra Stato e Regioni, appare evidente che il dibattito che ne è scaturito non è scevro da rischi per l’immagine della nostra autonomia speciale che inevitabilmente sarà messa al centro dell’attenzione sai da parte di chi la utilizzerà come paradigma di riferimento sia da parte dei contrari che invece la additeranno come esempio privilegio ingiustificato e fonte di diseguaglianze fra territori”.

Uno dei passaggi critici riguarderà il processo di definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei relativi costi standard. “Sarà molto rischioso per le autonomie speciali – sottolinea Rossi – in particolare per quelle come le nostre di dimensioni molto ridotte e con territori di montagna. Il dibattito innescherà, come sempre avvenuto in passato, affrettate e superficiali valutazioni di comparazione”. I detrattori dell’autonomia speciale sostengono, in maniera superficiale, che i servizi in queste Regioni e Province sarebbero migliori solo perché sul territorio rimangono più risorse.

Secondo Rossi questo processo verso l’autonomia differenziata dovrà essere attentamente monitorato dalla Provincia di Trento, “sia dal punto di vista giuridico che politico con l’obiettivo di garantire non solo che non si arrivi a valutazioni di comparazione non aderenti alla realtà, ma anche di studiare e ottenere salvaguardie specifiche o modalità di applicazione non lesive della nostra specialità, sia con riferimento alle competenze ad oggi ottenute che a quelle da acquisire in futuro”.

In questo senso sarà utile muoversi in maniera coordinata con la Provincia di Bolzano sia per le caratteristiche uniche dello Statuto ma anche per garantirsi maggior forza politica. Da qui la proposta di una mozione presentata da Rossi che sarà discussa nei prossimi giorni e che punta a impegnare la Giunta Fugatti a “esprimere in ogni sede politica e istituzionale la particolarità della nostra autonomia speciale evidenziandone le ragioni, i fondamenti, l’ancoraggio internazionale, il percorso compiuto e il positivo apporto allo sviluppo delle nostra Repubblica”.

Mentre alcuni partiti fanno a gara per stabilire chi è il più autonomista per poi scegliere la poltrona più comoda – conclude Rossi – sarebbe meglio preoccuparsi degli effetti che l’autonomia differenziata avrà sulla nostra Provincia. Inoltre, trattandosi di materia istituzionale andrebbe ricercata la massima unità di intenti a prescindere dalle appartenenze politiche”.