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L’Italia ha abbastanza gas per affrontare l’inverno senza forniture russe

Se la Russia dovesse ulteriormente tagliare (o interrompere) le esportazioni di gas verso il nostro Paese, avremmo comunque le forniture necessarie per superare l’inverno. A rivelarlo è un’esclusiva di Bloomberg a firma di Chiara Albanese e Alberto Brambilla, secondo cui l’aumento delle consegne di gas da parte dell’Egitto e dell’Algeria – il nostro primo fornitore, stando alle parole di Mario Draghi – risulterà decisivo in termini di indipendenza da Mosca. 

L’Algeria, rispetto agli accordi iniziali, invierà all’Italia 4 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas. Le esportazioni algerine di gas verso l’Italia potrebbero raddoppiare nel 2024, raggiungendo quota 18 miliardi di metri cubi annui. Per quanto riguarda l’Egitto, invece, le esportazioni di gas naturale liquefatto dovrebbero eguagliare (entro la fine del 2022) la quota della Russia: «Con l’Italia, che è un membro fondatore del Forum del gas del Mediterraneo orientale, il mio Paese ha rapporti preferenziali per quanto riguarda l’energia. Stiamo aiutando e aiuteremo l’Italia e l’Europa ad avere più gas», ha detto Tarek El Molla, ministro egiziano del Petrolio e delle Risorse minerarie, in un’intervista al Corriere della Sera

Secondo le fonti interpellate da Bloomberg, per continuare su questa (buona) strada l’Italia ha bisogno di espandere ulteriormente le sue capacità di rigassificazione (riportare allo stato gassoso il gas naturale liquefatto). E il modo migliore per farlo è quello di attivare il rigassificatore galleggiante nel porto di Piombino entro la primavera del 2023. La sua installazione, però, si sta scontrando con l’opposizione da parte dei politici locali (compreso Francesco Ferrari, sindaco di Piombino sotto Fratelli d’Italia), dei residenti e dei pescatori della zona. 

Attualmente, solo il 10 per cento del gas importato dall’Italia è russo: un netto calo rispetto al 40 per cento precedente all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. L’Italia, grazie agli accordi raggiunti dal governo presieduto da Mario Draghi, si è rivelata uno dei Paesi più reattivi in termini di diversificazione delle fonti energetiche.

Al contrario dell’Italia, sottolinea Bloomberg, la Germania (principale importatore di gas russo) sta facendo fatica ad assicurarsi forniture extra. Olaf Scholz, cancelliere tedesco, è reduce da un viaggio in Medio Oriente (più precisamente in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar), dove è riuscito a strappare un accordo per un solo carico di gas naturale liquefatto: un risultato da molti considerato deludente. Una sostituzione del gas russo con del gas fissato a un prezzo più elevato potrebbe costare a Uniper SE, colosso dell’energia con sede a Düsseldorf, 18 miliardi di euro nel 2022.