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La meravigliosa storia del delfino Johnny: dalla vasca di cemento alla libertà

La cattività gli aveva causato grandi sofferenze. Nuotare, giorno per giorno, anno per anno, in una piscina di cemento piena di cloro lo aveva reso cieco da un occhio, gli aveva procurato danni alla pelle e una lesione alla pinna pettorale destra. Quando, nel 2019, è stato recuperato e trasferito all’Umah Lumba Rehabilitation, Release and Retirement Center di Bali, il delfino Johnny era anche gravemente sottopeso. 

Quella di Bali è la prima e unica struttura permanente al mondo che si occupa di delfini provenienti da zoo e acquari con l’obiettivo di restituirli alla libertà. Ci sono voluti tre anni di cure per permettere a Johnny di riacquistare forze e salute ma i suoi denti erano irrimediabilmente consumati. E senza denti, incapace di afferrare i pesci vivi in mare e farseli scivolare in gola, un delfino non può sopravvivere libero in natura. Per questo Ric o’Barry, il fondatore del rifugio per delfini balinese, ha dovuto trovare una soluzione che nessuno aveva mai osato per riuscire a restituire un delfino alla libertà: ricostruire i suoi denti e renderlo di nuovo capace di cacciare, libero, nell’acqua salata.

Denti nuovi per una vita nuova (e libera!)

Il veterinario italiano Paolo Martelli e quello balinese Deny Rahmadani curano i denti del delfino Johnny all'Umah Lumba...

Il veterinario italiano Paolo Martelli e quello balinese Deny Rahmadani, curano i denti del delfino Johnny all'Umah Lumba Center di bali (@ Ric O’Barry Dolphin Project)

«Si trattava di ripristinare la sua dentatura completamente consumata a causa del troppo cloro e del vomito continuo che spesso affligge i delfini in cattività» spiega Paolo Martelli, il veterinario italiano che da molti anni vive ad Hong Kong che Ric o’Barry ha coinvolto per portare a termine l’impresa, sfruttando la sua lunga esperienza con i delfini che vivono nei delfinari dell’Indonesia. Dopo gli esami del sangue e l'esecuzione di una serie di radiografie, il veterinario di Johnny, Deny Rahmadani, e Martelli hanno posizionato 22 corone artificiali in tre giorni. «Abbiamo lasciato a Johnny il tempo di abituarsi. Quando gli abbiamo messo il primo dente continuava a toccarlo con la lingua, proprio come facciamo noi quando ci innestano le protesi dentarie». Nessun dolore, perché le gengive trattate non presentavano più terminazioni nervose. «E neanche paura, perché per due settimane era stato abituato al rumore con uno spazzolino elettrico». Gli è bastato pochissimo per capire come utilizzarli al meglio. «Un'ora dopo l’intervento era già in acqua a cacciare pesci vivi nel suo recinto marino. Era evidente che stava sperimentando la novità e stava riacquistando le sue caratteristiche selvatiche ».

Tre anni per imparare a tornare liberi

Il delfino Johnny

Il delfino Johnny (@ Ric O’Barry Dolphin Project)