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La siccità in Italia non è mai finita, si vede dalla neve

ghiaccio bollente

La neve che abbiamo visto non basta e il confronto con gli anni scorsi continua a preoccupare: potrebbe non essere più un'emergenza e dovremo imparare a conviverci

Il 2022 passerà alla storia come l'anno della siccità in Italia. Tuttavia, l'emergenza non è mai finita e sta continuando anche nel 2023, soprattutto in alcune zone del Paese. In generale, a causa dei cambiamenti climatici l'emergenza siccità potrebbe diventare normalità. Il 2022 non è stato soltanto un anno secco, ma anche insolitamente caldo, il più caldo di sempre. Alcuni eventi estremi - come le alluvioni -, o le decise nevicate che hanno imbiancato i monti non devono ingannare: abbiamo a disposizione meno acqua del solito. 

L'estate lunghissima del 2022

Nel 2022 l'estate è durata troppo, praticamente da maggio a settembre inoltrato. In 10 mesi su 12 le temperature in Italia sono state sopra la media stagionale, principalmente a causa di zone di alta pressione che si sono soffermate tra il Sud della Francia, il Nord-Ovest italiano e la Sardegna, favorendo l'arrivo d'aria calda subtropicale e, al contempo, bloccando il flusso di perturbazioni dall'Atlantico. Il risultato: caldo, cielo sereno per troppo tempo e assenza di precipitazioni per mesi. 

Il caldo in Italia, le temperature sono sopra la media-2

L'estate del 2022 è stata molto lunga e calda, troppo, confrontabile solo con quella storica del 2003. Soprattutto al Nord-Ovest, le elaborazioni del Cnr-Isac confermano temperature superiori alla media vicine ai 2 gradi. Anche se nessun mese è stato da record, Maggio, giugno, luglio, ottobre e dicembre hanno tutti raggiunto la seconda posizione tra i più caldi di sempre nelle rilevazioni delle temperature in Italia, rendendo il 2022 l'anno più caldo di sempre.

I mesi più caldi dal 2022

La tendenza è chiara, ma non riguarda solo il 2022. Infatti, in oltre due secoli i cinque anni più caldi sono tutti concentrati dal 2014 in poi, mentre i dieci più caldi dal 2003 in poi. Il cambiamento climatico è sotto i nostri occhi: in più di 200 anni la temperatura media nazionale è aumentata di 2,4 gradi. Più recentemente, possiamo dire che non fa freddo dal 2013. 

Gennaio del 1985 è stato il mese più freddo dell’inverno forse degli ultimi 100 anni, almeno in Italia. Nevicò quasi ovunque, e a Milano caddero addirittura 90 centimetri di neve. In generale, per gli abitanti del Nord Italia fu la più grande nevicata del ventesimo Secolo. Le temperature minime di quel periodo segnarono record che resistono ancora, in diverse località.

  • -30° C di Tarvisio;
  • -22° C di Firenze e Piacenza;
  • -20° C di Arezzo; 
  • -18° C di Brescia e Firenze;
  • -17° C di Rimini;
  • -16° C di Bologna e Perugia;
  • -14° C di Milano;
  • -13° C di Torino;
  • -12° C di Venezia;
  • -11° C di Roma; 
  • -7° C di Genova;
  • -5° C di Napoli.

Se le temperature attuali fanno impressione per essere nettamente al di sopra delle medie stagionali invernali, il confronto tra il 2023 e il 1985 è ancora più impattante. Guardando le temperature medie dei mesi invernali degli ultimi anni è semplice notare come l'inverno sia sempre più caldo dei precedenti dal 2013, esclusa la piccola parentesi del 2017. Ma la tendenza è chiara: il 2022-2023 non farà eccezione.  

Le temperature medie in inverno in Italia

La siccità non appartiene soltanto al 2022

Oltre ad essere stato molto caldo, il 2022 è stato un anno secco, con scarse precipitazioni. Di solito, ottobre e novembre sono mesi statisticamente molto piovosi: nel 2022 praticamente non è successo. Record minimi sono stati toccati nelle regioni nord-occidentali, soprattutto in Lombardia e Piemonte. In media è caduta il 30 per cento in meno di pioggia rispetto al trentennio 1991-2020. La situazione è stata aggravata dalle temperature più alte, che hanno seccato ulteriormente il suolo, rendendolo arido e poco permeabile alle poche precipitazioni che ci sono state. 

La siccità in Italia nel 2022

In termini di anomalia pluviometrica, ossia quanto meno ha piovuto rispetto alla media, il Cnr ha calcolato un calo del 30 per cento rispetto al periodo 1991-2020.
Il Nord-Ovest, parte del Nord-Est, del Centro e della Sicilia sud-orientale sono le zone in cui ha piovuto meno, con percentuali di deficit superiori al 40 per cento. Le poche aree sopra la media sono sull'Appennino meridionale e in Sicilia occidentale. Le temperature più alte della media e l'assenza di precipitazioni hanno fatto del 2022 un anno storico per la climatologia.

Il 2022 è stato un anno record per siccità e caldo

La neve è lo specchio della siccità

Il 2023 è iniziato con poca neve. È il secondo anno consecutivo che manca la neve, a causa delle scarse precipitazioni. Il fatto è preoccupante per il turismo, ma anche per l'importanza che la neve ha per il territorio come riserva strategia di acqua. Di solito, la neve si accumula nei mesi più freddi e piovosi per poi sciogliersi quando fa più caldo, scendendo più a valle e assicurando l'approvvigionamento di risorse idriche nei mesi in cui serve di più.

Negli ultimi giorni di gennaio 2023 è caduta parecchia neve, dalle Alpi agli Appennini. Basterà a riequilibrare la situazione? Dati e strumenti a disposizione ci permettono di dare una risposta: no, anche se ci sono degli aspetti positivi. Come fa notare il Centro internazionale in Monitoraggio ambientale (Cima), "la considerazione da cui partire è che l'accumulo di neve in inverno deve essere visto come una maratona, e non come una corsa sui 100 metri: la neve infatti deve avere modo di accumularsi nei mesi, e difficilmente qualche nevicate intense e concentrate nel tempo possono sopperire ai deficit accumulati", spiega Francesco Avanzi, ricercatore del Dipartimento di Idrologia e Idraulica.

Quanta neve è caduta in meno nel 2023 in Italia

La mappa indica quanta neve in meno è caduta in meno in Italia rispetto alla media 2011-2021. Le nevicate sono iniziate più tardi della media, complice anche un autunno particolarmente mite. Inoltre, le temperature insolitamente elevate di dicembre e gennaio hanno causato uno scioglimento anticipato della neve, ma "Qualche dato positivo però lo possiamo riportare - dice Avanzi -. Innanzitutto, dopo l'ultima nevicata, la neve ha smesso di sciogliersi e ha iniziato ad accumularsi. Questo è positivo perché, come detto, la neve è la riserva strategica di acqua da usare nei momenti di maggior bisogno.

la neve nella stagione invernale in italia

Secondo i calcoli di Cima, la neve può equivalere a oltre il 60 per cento dell'acqua che scorre annualmente nei fiumi italiani: attualmente mancano circa 4 miliardi di metri cubi di quest'acqua. La siccità è considerata un'emergenza, ma potrebbe essere diventata normalità: è una delle conseguenze del cambiamento climatico.