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La storia vera di Jessica Watson, la giovane velista che ha ispirato il film Netflix True Spirit

Netflix

Un tuffo nella vita di quella che viene comunemente considerata la più giovane donna ad aver fatto il giro del mondo in barca a vela in solitaria

Classe 1993, capelli biondi, nazionalità australiana e nel cuore una passione immensa per il mare. Jessica Watson è una giovane velista nonché la più giovane donna ad aver fatto il giro del mondo in barca a vela in solitaria. Il suo record, però, non è stato riconosciuto. Oggi protagonista di un film Netlfix, True Spirit, che racconta la sua storia, Jessica è nata a Gold Coast ed è figlia di genitori neozelandesi. 

Fin da piccolissima, Jessica ha vissuto in barca insieme alla sua famiglia, una barca di 16 metri che è stata la sua casa per cinque anni e dove ha studiato in corrispondenza e vissuto la sua infanzia. I suoi genitori, dopo questa esperienza, hanno deciso di affittare un vecchio bus per abitarvi dentro e, all'età di 11 anni, Jessica aveva già deciso che il suo futuro sarebbe stato in mare. Ad accendere in lei il desiderio di girare il mondo in barca a vela è stato un libro che sua madre le ha letto quando aveva poco più di dieci anni, Lionheart: A Journey of the Human Spirit di Jesse Martin. È da qui che nasce la spinta di Jessica di emulare lo stesso protagonista di quel libro che l'aveva fatta sgonare. Così, Jessica, ha deciso di mettersi in viaggio e diventare la più giovane donna a fare il giro del mondo. 

«Volevo mettermi alla prova e realizzare qualcosa di cui essere orgogliosa - ha rivelato Jessica al Los Angeles Time -. Sì, volevo ispirare la gente. Odiavo essere giudicata secondo il mio aspetto o secondo le aspettative degli altri su ciò che una ragazzina di qualsiasi età fosse in grado di fare".

Il viaggio di Jessica Watson

Presa in mano una barca, uno sloop di 10,23 metri, lo stesso modello usato da altri circumnavigatori come Jon Sanders, Davis Dicks e lo stesso Jesse Martin, il 18 ottobre del 2009, quando ha solo sedici anni, Jessica parte dal porto di Sydney verso l'Oceano Pacifico. 

Il suo viaggio inizia con il passaggio del Regno di Tonga in Polinesia, poi c'è l'equatore, attraversato il 19 novembre vicino Jervis Island e poi ancora Kiritimati continuando verso Capo Horn. A Natale Jessica era già nel cosiddetto Polo oceanico dell'inaccessibilità, cioè il punto della superficie terrestre più lontano dalla terraferma e a gennaio era in anticipo di 11 giorni dal suo piano, cioè di percorrere 100 miglia al giorno. Dopo aver passato le Isole Falkland, Jessica ha dovuto affrontare una forte tempesta con onde fino ai 10 metri e vento di 70 nodi. Al suo centesimo giorno di navigazione la velista aveva fatto più della metà del suo viaggio con 11.500 miglia percorse su 23.000 previste. Le tappe successive sono state il Meridiano di Greenwich, l'Emisfero Ovest ed Est, il Capo di Buona Speranza, l'Oceano Atlantico, l'Indiano e così via fino a raggiungere la Tasmania e tornare a Sydney il 15 maggio del 2010 dopo 210 giorni di viaggio e 3 giorni prima del suo diciassettesimo compleanno.

Il record non riconosciuto

Il viaggio di Jessica non è stato riconosciuto come record in quanto è stato calcolato che la distanza da lei percorsa è stata di 19.631,6 miglia nautiche, meno della distanza minima stabilita dal World Sailing Speed Record Council quindi, la sua, non può essere considerata una circumnavigazione del globo.