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"Lasciate il reddito di cittadinanza" Bankitalia 5 stelle boccia la manovra

PALAZZO KOCH

È stata una tappa significativa nell'ammodernamento del welfare del nostro Paese. Senza ci sarebbero stati un milione di poveri in più. Il contante costa agli esercenti più che i pagamenti elettronici. E sottolinea i rischi di disattendere il Pnrr e la lotta all'evasione

Bankitalia a cinque stelle. Senza il reddito di cittadinanza nel 2020 ci sarebbero stati un milione di poveri in più. I dati sono dell’Inps ma a dirlo è stato il capo del servizio struttura economica della Banca d’Italia, Fabrizio Balassone che in un’audizione in parlamento davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla legge di bilancio ha affermato addirittura che “l’introduzione del reddito di cittadinanza è stata una tappa significativa nell’ammodernamento del welfare del nostro Paese”. Anche se l’attuale assetto ha delle criticità che “la riforma annunciata dal governo potrebbe risolvere” ha aggiunto Balassone.

Gli aspetti critici del reddito di cittadinanza, secondo il dirigente di Palazzo Koch, sono legati alla duplice natura dello strumento che è al contempo misura assistenziale e di politica attiva per l’accompagnamento e l’inserimento dei beneficiari nel mondo del lavoro. Per questo la riforma del reddito di cittadinanza contenuta nella manovra potrebbe essere un’occasione “per risolvere l’ambiguità e rafforzare l'efficacia delle misure nel raggiungere le situazioni di bisogno”.  Quindi, nonostante le storture e gli abusi, via Nazionale promuove il Rdc. “In questi anni il sussidio ha contribuito dapprima a contenere gli effetti negativi dell’epidemia di Covid sul reddito disponibile delle famiglie più fragili e poi a sostenere il potere d’acquisto colpito dal recente shock inflazionistico” ha ribadito Balassone. “Secondo l’Inps – ha proseguito –, senza reddito di cittadinanza nel 2020 ci sarebbero stati un milione di individui poveri in più. L’attuale assetto della misura non manca di aspetti critici ma con la riforma c’è il rischio di un aumento della povertà”.

Bankitalia si mostra piuttosto severa sulla prima manovra finanziaria varata dal governo di Giorgia Meloni, a partire dai suoi punti qualificanti: l’aumento del tetto al contante, la soglia sul Pos, il contrasto all’evasione fiscale. Secondo Balassone, “le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”. Dubbi sollevati anche dalla Corte dei Conti, secondo cui “le norme su contanti e Pos non sono coerenti con il Pnrr”. Per Bankitalia il contante costa agli esercenti più che i pagamenti elettronici. “Con riferimento agli oneri legati alle transazioni effettuate mediante strumenti di pagamento elettronici – ha aggiunto – è opportuno ricordare che anche il contante ha costi legati alla sicurezza (come quelli connessi con furti, trasporto valori, assicurazione). Nostre stime relative al 2016 indicano che, per gli esercenti, il costo del contante in percentuale dell'importo della transazione è superiore a quello delle carte di debito e credito”.

In merito alla Manovra, Balassone ha sottolineato che “tra le coperture la principale misura di entrata è l’introduzione di prelievi temporanei sulle imprese del settore energetico (4 miliardi il prossimo anno); dal lato delle spese i maggiori risparmi derivano dalla modifica dei criteri di indicizzazione al costo della vita delle pensioni (3,3 miliardi nel 2023 e circa 6,5 in ciascuno dei due anni successivi, al lordo degli effetti sulle entrate). Tra i provvedimenti che accrescono le spese si segnalano per entità quelli relativi alla sanità, al pubblico impiego e alle pensioni (complessivamente 4,9 miliardi nel 2023)”.

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