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Le Borse di oggi, 29 novembre. I mercati Ue chiudono fiacchi. Si scommette sull'allentamento cinese anti-Covid

MILANO - La situazione esplosiva della Cina, i commenti dei governatori centrali, il calo del dollaro: sono questi i temi caldi dei mercati. I listini europei partono in positivo, ma chiudono fiacchi nonostante il rimbalzo degli indici asiatici: si specula sul fatto che le violente proteste scoppiate in Cina possano portare a un ammorbidimento della politica Zero-Covid. "I mercati resteranno comunque volatili finché gli investitori non avranno scontato un reale cambiamento di indirizzo", ha commentato Kiyong Seong, analista di SocGen, con la Bloomberg.

Tra i temi di queste sedute, l'indebolimento del dollaro: la valuta statunitense, che sembrava inarrestabile nella prima parte dell'anno mentre salivano i tassi d'interesse Usa nella lotta all'inflazione, ha ritracciato. E vecchi scommettitori sulla sua corsa, come Jp Morgan AM e Morgan Stanly, dicono ora che l'era della sua forza sta finendo visto che il rallentamento dei prezzi abbassa le scommesse su ulteriori strette accelerate della Fed.

La Juve recupera e nel finale perde lo 0,93%

La Juventus chiude la seduta in Borsa in calo dopo il cambio al vertice con l'addio di Andrea Agnelli e dell'intero Cda e l'indicazione di Gianluca Ferrero come nuovo presidente, e le contestazioni della Consob sui conti. A Piazza Affari il titolo ha concluso le contrattazioni in flessione dello 0,93% a 0,277 euro. In avvio di seduta il titolo è arrivato a perdere fino al 10,4%, con una capitalizzazione che è scesa a 702 milioni di euro. Ad Amsterdam la controllante Exor, holding della famiglia Agnelli, ha concluso la seduta debole, con un calo dello 0,3% a 74,28 euro.

Lo spread Btp-Bund chiude in calo

Lo spread tra Btp e Bund chiude la seduta in netto calo a 189 punti, rispetto ai 191 punti della chiusura di ieri. In flessione anche il rendimento del decennale italiano che scende al 3,81% (-8 punti base).

Le Borse Ue chiudono fiacche

Le Borse europee chiudono fiacche la seduta. Gli investitori restano alla finestra in attesa del Pil degli Stati Uniti e dell'intervento del presidente della Fed, Jerome Powell, in programma per domani. Si guarda alle materie prime con il gas e il petrolio in rialzo mentre i titoli di Stato segnano un calo dei rendimenti. L'indice d'area stoxx 600 cede lo 0,1%. In rialzo Londra (+0,51%), in calo Francoforte (-0,19%), piatte Parigi (+0,06%) e Madrid (-0,01%).

Le Borse europee migliorano con Wall Street

Le Borse europee migliorano, spinte dal Wall Street che imbocca la strada del rialzo. Sui mercati resta l'attesa per il Pil degli Stati Uniti e del discorso del presidente della Fed in programma domani. Seduta in calo per i rendimenti dei titoli di Stato mentre rialzano la testa gas e petrolio. Sul fronte valutario l'euro sul dollaro si attesta a 1,0369 (+0,3%). L'indice d'area stoxx 600 avanza dello 0,2%. In positivo Londra (+0,8%), Parigi e Madrid (+0,3%), Milano (+0,4%) e Francoforte (+0,1%). I listini sono sostenuti dall'energia (+2,5%), con il petrolio in rialzo. Il Wti sale a 79,36 dollari al barile (+2,8%) e il Brent a 85,26 dollari (+2,5%). In flessione le utility mentre il gas sale a 131 euro al megawattora (+6,7%). A Piazza Affari scivola Amplifon (-3,1%). Seduta di passione per la Juventus (-1%), dopo le dimissioni del cda e le contestazioni della Consob sui conti, mentre la controllante Exor, holding della famiglia Agnelli, è debole ad Amsterdam, dove cede lo 0,3% a 74,28 euro. Sugli scudi Saipem (+4,2%). Bene anche Tenaris (+2,9%), Erg (+2,8%), Eni (+2%).

Borse contrastate tra Wall Street e inflazione tedesca

Le Borse europee proseguono contrastate dopo l'avvio debole di Wall Street e l'inflazione in Germania che rallenta. Gli investitori restano alla finestra in attesa di domani quando arriverà il Pil degli Stati Uniti e l'intervento del presidente della Fed Jerome Powell. Sul fronte valutario è poco mosso l'euro sul dollaro a 1,0335. Piatto l'indice d'area stoxx 600. Poco mossa Francoforte (-0,08%), in calo Madrid (-0,2%), in terreno positivo Londra (+0,5%), Parigi (+0,2%) e Milano (+0,1%). I listini sono sostenuti dall'energia (+1,5%), con il prezzo del petrolio in rialzo. Il wti sale a 78,76 dollari al barile (+1,9%) e il brent a 85,12 dollari (+2,4%). Bene anche le banche (+1,4%) e le assicurazioni (+0,9%) mentre i rendimenti dei titoli di Stato continuano a scendere. Lo spread tra Btp e Bund si attesta a 190 punti con il tasso del decennale italiano al 3,83%. Nel Vecchio continente pensano le utility (-1,1%), con il gas che torna a rialzare la testa a causa delle temperature più rigide che minacciano gli stoccaggi. Ad Amsterdam le quotazioni salgono a 130 euro al megawattora (+6%). A Piazza Affari scivola Amplifon (-3,3%). Male la Juventus (-2,4%), dopo le dimissioni del consiglio d'amministrazione e le contestazioni della Consob sui conti. In calo anche Tim (-1,5%), con le mosse del governo sulla Rete unica. Sugli scudi Saipem (+3,5%). Avanzano anche Unipol e Tenaris (+2,1%) e ni (+1,6%).

Borse Ue deboli a metà seduta, pesa il tech. Recupera la Juventus

Le Borse europee si indeboliscono penalizzate dalla flessione dei titoli del settore tecnologico e dei consumi, nonostante le speranze che la Cina possa allentare le misure anti-Covid, in seguito alle recenti proteste, spingano i titoli delle materie prime. Parigi avanza dello 0,34%, Francoforte segna un +0,18% e Londra guadagna lo 0,77%. Milano procede piatta.

Il titolo Juventus recupera nettamente dai minimi della mattinata e ora segna un -1,12% all'indomani delle dimissioni in blocco dell'intero cda.

Banche, Hsbc vende le attività canadesi per 10 miliardi alla Rbc

Il gigante bancario britannico Hsbc ha dichiarato di voler vendere le sue attività canadesi per 13,5 miliardi di dollari canadesi, pari a 10,1 miliardi di dollari statunitensi, alla Royal Bank of Canada (RBC).
"Abbiamo deciso di vendere a seguito di un esame approfondito, che ha valutato la posizione relativa dell'azienda nel mercato canadese e la sua compatibilità strategica con il portafoglio di Hsbc", ha dichiarato Noel Quinn, amministratore delegato di Hsbc, aggiungendo che la vendita "aggiunge un valore significativo".

Le Borse Ue diventano deboli. Migliorano i titoli di Stato

Avvio di seduta debole per le Borse europee mentre gli investitori guardano con favore all'attenuarsi delle proteste in Cina e sperano in un ammorbidimento contro la politica 'zero Covid' da parte di Pechino. Parigi cede lo 0,2%, Francoforte lo 0,3% e Milano lo 0,4% mentre Londra avanza dello 0,4%. I mercati, che incassano il buon dato sull'inflazione in Spagna, in calo a novembre, e attendono alle 14 quello tedesco, si aspettano domani una conferma dal presidente della Fed, Jerome Powell, sul possibile rallentamento della stretta monetaria. I titoli di Stato dell'Eurozona sono così in rialzo, con i rendimenti in deciso calo e il Btp (-11 punti base al 3,78%) a tirare la volata, mentre lo spread con il Bund tedesco si restringe di un punto a quota 189. Corre il petrolio, in scia alle scommesse per una riapertura della Cina e sulla possibilità che l'Opec+ possa procedere a nuovi tagli alla produzione per sostenere i prezzi. In deciso rialzo anche il gas, con i future Ttf ad Amsterdam in progresso del 4,2% a 128,5 euro. A Piazza Affari riduce i cali la Juventus (-3,1%) dopo il crollo dell'avvio in scia alle dimissioni del cda, mentre sul listino principale scivolano Amplifon (-2,4%), Unicredit (-2,3%) e Tim (-2,1%), con il governo che prende tempo fino a fine anno per mettere a punto una soluzione per la rete unica. Vendite anche sulla Ferrari (-1,6%), che ha annunciato il divorzio dal suo team principal Mattia Binotto. Bene invece Erg (+1,8%), al suo debutto sul Ftse Mib, Saipem (+1,3%) e Tenaris (+0,9%).

Piazza Affari inverte la rotta e scivola in negativo

Piazza Affari inverte rotta e passa in negativo con il Ftse Mib a -0,65% e 24.288 punti. Sempre in rialzo i principali energetici (Eni +0,37%, Enel +0,08%), male i bancari (Unicredit -2,56%, Intesa -1,11%, Bper -0,59%) mentre tra gli industriali Stellantis perde lo 0,96% e Ferrari l'1,52% dopo l'ufficializzazione delle dimissioni di Binotto. Tim arretra del 2,24% nel giorno in cui il ministero delle Imprese ha affermato che l'intenzione del governo è di trovare delle soluzioni sulla rete unica entro la fine dell'anno. Infine, sul resto del listino prosegue in netto calo, anche se non sui minimi della mattinata, il titolo Juventus Fc (-3,22%) all'indomani delle dimissioni in blocco dell'intero cda.

Industrie italiane in calo a settembre: fatturato a -1,2%

A settembre si stima che il fatturato dell'industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisca dell'1,2%, in termini congiunturali, sia per il totale sia per le componenti interna ed estera. Lo rileva l'Istat. Corretto per gli effetti di calendario il fatturato totale cresce invece in termini tendenziali del 18,0%, con aumenti del 17,5% sul mercato interno e del 19,2% su quello estero. I giorni lavorativi sono stati 22 come a settembre 2021. In particolare si registrano incrementi tendenziali marcati per l'energia (+37,1%), più contenuti per i beni strumentali (+19,2%), i beni di consumo (+17,6%) e i beni intermedi (+14,8%).

Leonardo chiude la fusione Drs-Rada: sul Nasdaq da oggi

Leonardo ha perfezionato la fusione tra la controllata statunitense Leonardo Drs e la società israeliana Rada Electronic Industries, con l'effetto di produrre l'automatica quotazione di Leonardo Drs al Nasdaq di New York a partire da oggi e alla Borsa di Tel Aviv da domani. Leonardo, si legge in una nota, continuerà a mantenere la quota dell'80,5% di Leonardo Drs mentre agli attuali azionisti di Rada verrà assegnato il rimanente 19,5%. La fusione, afferma la società italiana, "è perfettamente allineata agli obiettivi strategici, commerciali e finanziari di Leonardo, consentendo al gruppo di raggiugere un posizionamento unico nel segmento dei radar di superfice grazie alla sinergia derivante dal proprio portafoglio prodotti unitamente a quello di Rada, di Hensoldt e di Gem" nonché "una presenza domestica stabile nel contesto industriale israeliano" mentre Rada potrà "accedere a opportunità nei mercati e programmi europei ed export, facendo leva sulla presenza globale di Leonardo". Per il ceo di Leonardo, Alessandro Profumo, si tratta dfi "un'importante mossa strategica" nel "segmento in rapida crescita del mercato della difesa". "C'è un ottimo livello di complementarità tra la nostra controllata statunitense Leonardo Drs, Rada e il resto del Gruppo Leonardo che genererà crescita, espansione dei margini e ulteriori opportunità per il gruppo. Con questa operazione stiamo anche cogliendo l'opportunità di quotare Drs nell'attuale contesto di volatilità dei mercati, realizzando così quanto prospettato lo scorso anno". "Ci prepariamo a portare sul mercato la presenza mid-tier di Leonardo Drs rafforzata dalle soluzioni di radar tattici di Rada", ha affermato William J. Lynn III, ceo di Leonardo Drs. "L'ampia esposizione di Leonardo Drs ai segmenti in rapida crescita nel mercato della difesa e le posizioni di leader di mercato nella sensoristica avanzata, nella force protection, nel network computing, nella generazione e propulsione elettrica ci rendono un fornitore della difesa unico con prospettive di crescita importanti, capacità di espansione dei margini e stato patrimoniale e posizione finanziaria solidi".

Borse Ue aprono in rialzo, la Juve non fa prezzo

Le Borse europee aprono in lieve rialzo. Gli occhi degli investitori restano puntati sulle proteste in Cina contro le rigide misure anti-Covid e sulle misure di stimolo decise dal governo per sostenere l'economia. Focus anche sui dati dell'inflazione di Spagna e Germania in attesa di quelli generali dell'Eurozona che saranno diffusi domani. L'indice Cac 40 di Parigi sale dello 0,33% a 6.687,03 punti, il Dax 30 di Francoforte registra un progresso dello 0,15% a 14.404,43 punti e l'Ftse 100 di Londra avanza dello 0,45% a 7.508,02 punti. A Piazza Affari l'Ftse Mib segna un +0,44% nei primi scambi.

Su Piazza Affari, non fa prezzo la Juventus con un teorico -10%.

Hong Kong in rally trascina l'Asia

Dopo la deprimente seduta di ieri, le Borse asiatiche viaggiano positive trainate dal balzo dei titoli immobiliari, dopo che le autorità di Pechino hanno allentato le restrizioni introdotte negli scorsi anni nei confronti degli sviluppatori immobiliari. Tokyo ha chiuso in ribasso dello 0,48% ma Hong Kong viaggia in rally avanzando del 3,98% mentre Shanghai guadagna il 3,25%. L'indice Szse della Cina continentale registra il +2,26%, Taiwan il +1,05%. Bene anche l'indice coreano Kospi, +1,04%.

Tokyo in ribasso in controtendenza

La Borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso dopo che gli indici di Wall Street hanno chiuso in forte calo a causa delle preoccupazioni per le proteste in Cina e per le politiche di tolleranza zero nei confronti del Covid. L'indice di riferimento Nikkei 225 ha chiuso in calo dello 0,48%, a 28.027,84 punti mentre il più ampio indice Topix è scivolato dello 0,57%, a 1.992,97 punti: andamento in controtendenza rispetto al resto dell'Asia.

Future positivi su Europa e Wall Street

Dopo la chiusura in calo di ieri, le Borse europee si avviano ad una seduta al rialzo grazie al buon andamento in Asia. I future sull'Eurostoxx 50 avanzano dello 0,25%, quelli sul Dax dello 0,24% mentre quelli sull'Ftse 100 dello 0,21%.

Dopo che ieri era stata affossata dai timori per le proteste nelle principali città cinesi contro le rigide misure anti-Covid, Wall Street si avvia ad una seduta in rialzo sospinta anche dall'ottimo andamento in Asia. Ieri aveva chiuso in netto calo, oggi i future viaggiano in positivo: i contratti sul Dow Jones avanzano dello 0,20%, quelli sullo S&P 500 dello 0,35% e quelli sul Nasdaq guadagnano lo 0,55%.

Rimbalza il petrolio tra Opec e price cap sul greggio russo

Rimbalzano i prezzi del petrolio dopo essere scesi ieri ai minimi da un mese. Gli investitori guardano alla riunione dell'Opec prevista in settimana e ad un potenziale aggiustamento della produzione. I futures del Brent sono avanzati del 2,2%, a 85,00 dollari al barile mentre quelli del WTI sono saliti dell'1,8%, a 78,61 dollari al barile.

Sul tavolo delle cancellerie c'è sempre la questione del price cap sul greggio russo: secondo la Bloomberg, a livello europeo si è discusso di scendere fino a 62 dollari al barile, ma per alcuni come la Polonia e i Paesi baltici sarebbe ancora troppo alto.