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Le Borse di oggi, 3 febbraio. I mercati tirano il fiato dopo la volata Bce. Lavoro Usa meglio delle attese: schizzano dollaro e rendimenti Treasury

MILANO - Il mercato del lavoro Usa si conferma ben più solido delle attese, alimentando i dubbi sul fatto che la crescita dei salari frenerà abbastanza da giustificare il rallentamento nelle strette monetarie della Fed. La prima economia al mondo ha creato ben 517mila posti di lavoro a gennaio, oltre le attese per 188mila degli analisti. Il tasso di disoccupazione è sceso al 3,4%, minimo dal 1969: gli analisti si aspettavano un dato del 3,6%, dal 3,5% del mese precedente. La notizia fa salire il dollaro e il rendimento dei Treasury. I mercati europei intanto tirano il fiato dopo la corsa della vigilia, spinta dall'interpretazione che gli investitori hanno dato alle parole di Christine Lagarde: la Bce tiene sì il pugno fermo contro l'inflazione con certi rialzi dei tassi ancora in futuro, ma il picco pare esser vicino. Nella notte, le trimestrali di Big Tech Usa hanno contribuito a sollevare qualche dubbio sulle prospettive economiche globali.

Non si riprende la galassia Adani del miliardario indiano finito sotto attacco con l'accusa di frode da parte del fondo Hindenburg Research. La Adani Enterprises Ltd. ha perso un altro 35% e tutte le dieci azioni della galassia sono andate in negativo, con perdite di ormai 115 miliardi di capitalizzazione.

Chiusura in rialzo, in mattinata, per Tokyo: +0,39%.

Disoccupazione Usa ai minimi dal 1969

Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti cala a gennaio al 3,4%, ai minimi da oltre 53 anni. Il dato è migliore delle attese degli analisti, che scommettevano su un rialzo al 3,6%. L'economia Usa ha creato 517mila posti di lavoro (escluso il settore agricolo) e il tasso di disoccupazione è calato al 3,4%. La crescita dell'occupazione è stata diffusa, guidata dai settori del tempo libero e nell'ospitalità, dai servizi professionali e alle imprese e dall'assistenza sanitaria. La crescita occupazionale di gennaio, che ha superato di gran lunga le 269mila unità di dicembre, potrebbe sollevare dubbi sul fatto che le pressioni inflazionistiche si attenueranno ulteriormente nei prossimi mesi. La Fed ha alzato il suo tasso di riferimento otto volte da marzo per cercare di contenere l'inflazione, che lo scorso anno ha toccato il massimo degli ultimi 40 anni, ma da allora ha subito un rallentamento. I future di Wall Street infatti si sono mossi al ribasso: i dati fanno temere che la Fed possa restare aggressiva sui tassi d'interesse per contrastare l'inflazione. In questo momento, i future sul dow jones stanno perdendo lo 0,66%, quelli sullo s&p 500 cedono l'1,17%, quelli sul nasdaq sono in ribasso dell'1,73%. Balza il dollaro che sale dello 0,6% sull'euro a 0,922 e dello 0,8% a 129,7 yen. Forti ripercussioni anche sui bond Usa: il rendimento - che si muove Inversamente al prezzo - del decennale è in rialzo al 3,488% dal 3,398% di ieri; lo scorso 24 ottobre, è stato toccato il picco al 4,231%; alla fine del 2021, era all'1,496%. Il rendimento del titolo Usa a tre mesi è in rialzo al 4,67%.

Europa contrastata in attesa di Wall Street

Borse europee contrastate, con i futures Usa deboli. Milano cede l'1,1%, Madrid lo 0,73%, Francoforte lo 0,55% e Parigi lo 0,07%, mentre Londra (+0,4%) si muove in controtendenza con il dollaro in calo sia nei confronti dell'euro, scambiato a oltre 1,09 biglietti verdi, sia nei confronti della sterlina, che sale a 1,22 dollari. In calo il differenziale tra Btp e Bund tedeschi a 177,5 punti, con il rendimento annuo italiano che sale di 2,2 punti al 3,91% e quello tedesco di ben 7 punti al 2,13%. Meglio delle stime gli indici Pmi compositi di Italia, Francia, Germania, Regno Unito ed Eurozona, attesi dagli Usa i dati sull'occupazione e sulle buste paga. In lieve rialzo il greggio (Wti +0,18% a 76,02 dollari al barile), cresce il gas (+1,86% a 58,1 euro al MWh), pesano invece l'oro (-2,09% a 1.911,97 dollari l'oncia) e gli altri metalli ad eccezione del nichel (+1,69% a 29.790 dollari la tonnellata).
 

Eurostat, prezzi alla produzione industriale +1,1%

A dicembre 2022, i prezzi alla produzione industriale sono aumentati dell'1,1% nell'area dell'euro e dell'1,2% nell'Ue, rispetto a novembre. Lo stima Eurostat. In Italia la crescita è stata del 3,8%. Maggiori aumenti in Irlanda (+43,2%), Bulgaria (+6,0%) e Svezia (+4,4%). Cali più decisi in Portogallo (-3,2%), Croazia (-2,6%) e Slovacchia (-2,5%). A livello annuale la media dei prezzi alla produzione industriale è aumentata nel 2022 del 34,4% dal 2021 nell'eurozona e del 34,3% nell'Ue. Picchi in Ungheria (+62,7%), Lettonia (+49,4%) e Romania (+41,9%). In Italia l'aumento è stato del 39,2%.

Tim, Giorgetti: "Governo vedrà offerta Kkr e poi valuterà"

"C'è da vedere la proposta di Kkr, cosa stanno dicendo a Tim poi il governo, che è in parte azionista in parte ha altri poteri, valuterà quando avrà piena intelligenza della proposta". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, a margine del Forum Aspen Italia Francia. Per Giorgetti la rete nazionale a controllo pubblico "resta non solo un obiettivo dichiarato ma che cercheremo di praticare".

Pmi dei servizi, torna la crescita in Italia

L'indice S&P Global Pmi dei servizi in Italia è salito a gennaio a 51,2, in rialzo dal 49,9 di dicembre. Si tratta del dato migliore dallo scorso giugno: la prima crescita in cinque mesi permette al nostro Paese di superare la soglia di 50, riportando l'attività in una fase di espansione. "Il settore terziario italiano ha iniziato il 2023 in modo positivo segnando il primo aumento simultaneo sia dell'attività che dei nuovi ordini da giugno scorso", rileva S&P Global, che nota come le aziende abbiano "continuato ad assumere personale aggiuntivo, rispecchiando in parte il crescente ottimismo sul futuro".

Anche per l'Eurozona il Pmi ha indicato un ritorno alla crescita dei servizi, segnando 50,8 da 49,8 di dicembre. In generale, tale valore indica la prima lettura da luglio 2022 che supera la soglia di non cambiamento di 50,0, che separa l'espansione dalla contrazione. Ciò detto, l'incremento dell'attività economica è stato solo marginale. Tra i singoli Paesi, indicatore sopra le attese in Germania (50,7 punti) mentre delude in Francia (49,4).

Chiusura di settimana mista per le Borse in Asia

Chiusura di settimana mista per i listini asiatici. L'indice Hang Seng di Hong Kong perde l'1,3% a 21.655,22 punti, mentre lo Shanghai Composite arretra dello 0,66% a 3.263,41 punti e lo Shenzhen Component lascia sul terreno lo 0,63% a 12.054,30 punti. Bene invece il Nikkei giapponese che chiude in rialzo dello 0,39% e il Kospi coreano che guadagna lo 0,47% a 2.480,4 punti. Segno più anche per l'S&P/ASX 200 australiano che sale dello 0,62% a 7.558,1 punti.

Risale leggermente lo spread a 186 punti. L'euro si indebolisce

Risale il rendimento del Btp decennale benchmark dopo l'effetto delle decisioni della Bce e le parole della presidente Christine Lagarde sul rialzo dei tassi che ieri ne avevano causato il crollo. Sul secondario il nuovo benchmark decennale italiano segna stamattina 186 punti dai 183 della chiusura di ieri. Il rendimento del decennale italiano balza al 3,97% dal 3,89%, di ieri.

Nel generale ritracciamento delle tendenze viste ieri c'è anche l'euro che apre in lievissima flessione (-0,10%) sul dollaro a  1,0902. Stabile il cambio tra la valuta comune e la sterlina a 0,8922, mentre lo yen guadagna leggermente terreno sull'euro a 140,16. Cambio dollaro/yen stabile a 128,49.

Le Borse europee aprono in ribasso

Le Borse europee aprono in ribasso, trascinate dai dati dati più deboli del previsto delle trimestrali di Apple, Alphabet e Amazon, che gettano acqua sul fuoco dell'ottimismo degli investitori, pronti a scommettere che il ciclo rialzista dei tassi avviato da Bce, Boe e Fed si stia approssimando alla fine. Oggi invece i mercati attendono i dati macro sul mercato del lavoro Usa e sugli indici Pmi compositi dei Paesi Ue. In avvio di contrattazioni l'indice Dax di Francoforte apre a -0,65% con 15.400,65 punti, l'Ftse Mib di Milano a -0,47% con 26.967,49, il Cac 40 di Parigi a -0,42% con 7.127,19, mentre l'Ftse 100 di Londra -0,08% con 7.817,20.

Petrolio in lieve calo in Asia

Petrolio in lieve ribasso sui mercati asiatici. Al momento i contratti sul Wti vengono ceduti a 75,6 dollari al barile, in calo dello 0,36%, mentre quelli sul Brent viaggiano a 82 dollari, cedendo lo 0,03%.

Future contrastati per Wall Street

Indici future di Wall Steet contrastati, in linea con la chiusura dei listini di ieri, con gli investitori che su muovono cauti tra l'ultimo rialzo dei tassi da parte della Fed e le comunicazioni delle trimestrali. Al momento i contratti su Dow Jones sono piatti a +0,01%, quelli su S&P perdono lo 0,55% mentre sul Nasdaq segnano -1,50%.

Tokyo chiude in rialzo in scia a Wall Street

La Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dopo il rally dei titoli tecnologici statunitensi a Wall Street, con gli investitori che dopo le scelte della Fed sui tassi e i risultati delle trimestrali sono ora in attesa dei dati sull'occupazione negli Stati Uniti. L'indice Nikkei 225 ha chiuso a +0,39% con 27.509,46 punti, mentre il più ampio indice Topix ha terminato a +0,26% con 1.970,26.

Pmi servizi, la Cina torna in positivo dopo quattro mesi

L'attività nei servizi in Cina a gennaio è migliorata dopo quattro mesi di contrazione, a seguito dell'abbandono delle restrizioni sanitarie legate alle rigide politiche di contrasto del Covid che hanno penalizzato l'economia. L'indice Pmi, calcolato da Ihs Markit e pubblicato dal gruppo Caixin, si è attestato a 52,9 punti a gennaio, in rialzo rispetto ai 48 di dicembre e con un risultato superiore rispetto alle stime di 51,6. Un dato inferiore a 50 riflette una contrazione dell'attività economica, superiore indica invece espansione.